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Il Verona non ha mollato, questo è evidente. Forse non guarda la classifica, forse non si sente così scarso. Ed io non mi sento affatto di infierire ancora sulla situazione generale, né insisto sulla sciagurata sconfitta interna con l'Empoli e nemmeno sul pareggio di San Siro che lascia un po' di amaro in bocca. In questo momento il tifoso deve seguire la squadra. E basta. Almeno fintanto che vede in campo impegno e dignità. Il cambio di panchina ha portato nuove energie mentali. Purtroppo per quelle fisiche (la preparazione e il corredo di infortuni muscolari che ci perseguitano sono gentile omaggio della gestione precedente !) dovremo attendere la pausa natalizia. La condizione non s'improvvisa come dimostrano la lentezza del recupero dei giocatori e le frequenti ricadute. Certo il Verona avrebbe dovuto osare di più, soprattutto in superiorità numerica, ma non è facile quando si è in affanno di fiato, senza cambi e dopo 4 sconfitte consecutive. D'altra parte, ha retto decentemente l'urto milanista contro un avversario non solo più forte ma assolutamente intenzionato a far sua la gara per dare un senso alla sua dispendiosa stagione. Nel primo tempo i gialloblu ci sono perfettamente riusciti, si sono fatti rispettare tenendo alta e corta la squadra e nella ripresa sono stati bravi a recuperare in fretta il gol di Bacca. Poi è chiaro che se abbiamo gambe solo per un'ora nel finale corriamo sempre dei rischi. Però !
Cominciamo a vedere qualche cambiamento. Nell'impossibilità (fisica) di provare a vincere, abbiamo tenuto bene in difesa l'arrembante finale avversario, la lucidità non è mai mancata. Ad ottobre avremmo sicuramente perso. Delneri ha aggiunto Ionita a centrocampo, sfrutta la corsa di Wszolek che non sarà un fenomeno ma spinge a sufficienza sulla fascia, può contare finalmente su Sala, Viviani e Siligardi. E capitan Toni, che ha bisogno di giocare per riprendere ritmo, tenuta e freddezza sotto porta. Gollini ha fatto alcune uscite che denotano autorevolezza, Bianchetti nel finale ha conquistato un paio di palloni importanti, Moras non molla mai. Non era facile rimettere tutto in discussione dopo la sconfitta interna con l'Empoli e con il Milan siamo stati bravi a non perdere la testa. Scrive Foster Wallace: Il vero avversario, la frontiera che include, è il giocatore stesso. C'è sempre e solo l'io là fuori, sul campo, da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. L'avversario non è il nemico: è più il partner nella danza. Lui è il pretesto o l'occasione per incontrare l'io. E tu sei la sua occasione (Infinite Jest).
Basterà? Non lo so. Eravamo così a pezzi che il recupero non può che essere graduale. Ora però dobbiamo assolutamente vincere. La prossima sarà l'ultima partita dell'anno, dobbiamo lasciare un segno concreto al 2016. La partita con il Sassuolo (non ci poteva capitare avversario peggiore) non ammette repliche. Anche il semplice pareggio svelerebbe tutte le miserie che tentiamo orgogliosamente di nascondere.
Massimo
Colonna sonora: Sing, Travis
Hellastory, 14/12/2015