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HELLAS VERONA / Canone Inverso

IL VERONA DOPO IL 1 LUGLIO. Parte Prima: LA SOCIETA'

Hellastory: Canone Inverso

IL VERONA DOPO IL 1 LUGLIO. Parte Prima: LA SOCIETA'

A 3 giornate dal termine, svincolandoci per un attimo dalle verifiche del terreno di gioco, proviamo ad ipotizzare come potrà essere il nuovo Verona a partire dal 1 luglio. Mettendo in campo tutte le informazioni in nostro possesso, un minimo di logica e un po' di immaginazione, supporremo oggi come sarà rappresentata la società gialloblu e - tra un paio di giorni - elencheremo la rosa a disposizione dell'allenatore gialloblu. Insomma, ci distraiamo un attimo parlando di Governance e di Calciomercato.

Provando a spiegare al mio fox terrier, personaggio al quale riconosco grande affetto e poco acume, il cammino del Verona durante questo campionato, ottengo sicuramente un duplice risultato: da parte mia, mi arrabbio sicuramente; da parte sua, mezzora di caos e raffiche di latrati e abbaiamenti a conseguenza del mio nervosismo. Si sa, cani e padroni si assomigliano nell'aspetto e nel carattere: e se il primo fatto mi lusinga, il secondo mi preoccupa un tantino, perché è risaputo che la sua razza è la più riottosa del mondo.

Dopo la contestazione (a mio avviso ingiustificata) del precampionato, sono seguiti i proclami di una bella campagna rafforzamenti; ma dato che i cattivi vizi non si perdono mai, nell'ultimo giorno utile di Calciomercato, il povero Salvioni viene privato di 3 giocatori di fascia (Cassetti, Mancinelli e Di Liso), in cambio di 2 inutili centrali di centrocampo (il talentuoso Almiron e il promettente Agnelli). Cambia la squadra, ma non il modo di pensare di Salvioni, miope nelle intenzioni tattiche e incapace di difendersi contro i serpenti che popolano lo spogliatoio gialloblu. Il 5 dicembre, il proprietario del Verona, dice che per colpa dei tifosi (?), è costretto - suo malgrado - a cedere la proprietà a partire dal prossimo 30 giugno. Pochi giorni dopo, ripresici dallo choc, verifichiamo che la campagna acquisti estiva si è rivelata in realtà una bufala e che il suo deus ex machina, Tanzi, si arrende al mercato per i troppi debiti. Fortunatamente Pastorello, con particolare perspicacia, ha investito pochissimo in questi anni nel Verona, ed è in grado di gestire senza scossoni particolari il suo disimpegno. Prima domanda, altrimenti il mio cane non capisce: se a dicembre il Verona fosse stato in testa alla classifica, oppure se non si fosse verificata la crisi della Parmalat, sarebbe accaduto tutto allo stesso modo? Lui cerca da me una risposta, ma io non sono in grado di fornirgliela. La squadra, in crisi esistenziale come i suoi tifosi, crolla miseramente. Il capro espiatorio Salvioni viene sacrificato come un tacchino subito dopo Natale e viene chiamato a Verona Maddè, ex giocatore gialloblu di buona qualità e tecnico sui generis: il suo compito è quello di traghettare il Verona fino a fine campionato. L'anno prossimo, si vedrà.

Purtroppo Maddè sistema fin troppo bene le cose, mette ogni giocatore nel suo ruolo originale e valorizza le riserve, visto che è costretto a giocare in media senza 5 o 6 titolari. La squadra si galvanizza e mette insieme 20 punti in 10 partite. A questo punto, con un calendario che sembra disegnato su misura, può perfino ambire alla conquista del 5º o 6º posto in classifica. Nel frattempo, a Verona e a Mediaset, girano strane voci di fusione con il Chievo… Cosa accade a questo punto? Non lo so. Il Verona aspetta 12 partite per vincere: subisce 9 sconfitte e conquista solo 3 pareggi. Perde con tutti e con tutto: incassa addirittura 6 reti ad Avellino, squadra già retrocessa, e quando non viene sommerso di gol dagli avversari, viene sottomesso in ogni partita subendo una quantità di reti, molte rigorosamente negli ultimi 5' (accade ben 5 volte su 9!), fatto questo molto strano sia per la ripetitività con cui accade che per la gamma di errori commessi dai difensori veronesi. Di conseguenza, i gialloblu precipitano nei bassifondi della classifica.

Poi, sabato sera, come d'incanto, tira fuori una prestazione da serie A e annichilisce il fortissimo Piacenza schiacciandolo 3 a 0. Cosa è successo adesso? Non lo so, rispondo sempre più infervorato al mio cane che si sta ovviamente spazientendo. Pastorello ha richiamato all'ordine la sua (virtualmente) ex squadra e Maddè ha maledetto la volta che ha accettato questa panchina. Gibellini, rude e spocchioso direttore sportivo stile Moggi di campagna, ha abbassato la cresta proclamando umiltà e unione di intenti. Possiamo farcela, a salvarci. Certo se giochiamo come sabato scorso. Ma perché siamo arrivati a questo punto? Non dovevamo lottare per la serie A? Non avevamo l'attacco più forte della serie B? Salvioni non doveva essere la rivelazione del Campionato? Il mio cane non ne può più, come il suo padrone, e comincia ad abbaiare a tutto il quartiere come un pazzo. Lui abbaia a prescindere, come il Verona perde a prescindere. Il rumore che fa diventa insopportabile, al pari della mia indulgenza. Finisce sicuramente che litighiamo.

Il problema, a questo punto, è quello di cercare di capire perché è accaduto tutto questo, se esiste un nesso tra la stagione fallimentare dei gialloblu e quale sarà il futuro che aspetta questa società. Faremo alcune ipotesi, lasciando che ciascuno dia poi la sua personale risposta. A seconda della sensibilità, dello stato d'animo e della visione fatalistica del futuro che ha in sé ogni essere umano.

I FATTI RACCONTATI NON HANNO BISOGNO DI NESSUNA INTERPRETAZIONE: ciò significa che gli eventi e gli errori hanno preso la mano di tutti i protagonisti di questa storia, mostrando la loro inettitudine. Non c'è nulla da spiegare, le cose sono andate esattamente come le abbiamo vissute: una rosa sbagliata, mal guidata e abbandonata troppo presto al proprio destino.

Pastorello prezza molto caro - troppo caro - il Verona e non trova alcun acquirente. Del resto, già nell'estate 2000 aveva invano provato a liberarsi della società; più di recente, una cordata mista guidata da Paiola aveva fatto una proposta da lui giudicata ridicola. Contrariamente a quello che si pensa Pastorello, non solo non vuole vendere il Verona, ma se ciò dovesse accadere lo farà guadagnandoci parecchio. Del resto lui è un uomo di calcio, e punta tutto sul calcio. O trova un'altra società da fare e da disfare, oppure punta a una poltrona federale in Lega. Nelle more, il Verona serve parecchio a lui e a suo figlio Procuratore. E dove li trova una squadra e un tifo così? Ci sono 2 punti che chiariscono questo aspetto:

1. Lui ha detto recentemente di voler vendere «al prezzo che ha speso per acquistarla». E' un assurdo: tutto il mondo, e il calcio non subisce eccezioni, oggi vale il 30/40% di meno di 4-5 anni fa. La sua è una pretesa economica assurda: è come richiedere di vendere oggi un titolo azionario al prezzo dei massimi storici del 2001. Guardate le quotazioni dei titoli di allora e quelle attuali e mettetevi l'anima in pace perché in questo modo il Verona non troverà mai acquirenti.

2. Nel frattempo Pastorello continua a disinvestire. Sempre citandolo, «i 5 milioni di euro che sono a credito del Verona per il 2005 serviranno anche per pagare l'erario». Bene, paghiamo giustamente le tasse e cediamo i giocatori migliori per avere la liquidità necessaria per rimborsare il capitale (di Pastorello) e per pagare gli stipendi. La rosa nel frattempo si impoverisce, e lui non abbassa il prezzo di vendita. Chiaro no?

In pratica, svalutazioni macro economiche da una parte e disinvestimenti della rosa dall'altra dovrebbero indurlo a pretendere molto di meno di quello che chiede. Per questo nessuno riesce concretamente ad avviare una vera trattativa con lui. Ha un Verona con un piede in serie C e spera di venderlo come se si trattasse di una squadra che disputerà la prossima Coppa UEFA.

Questa prima ipotesi prevede che non ci sia niente in ballo: del resto, non è colpa sua se non trova compratori, poverino. E' colpa loro se «non ha mai avuto un'offerta vera». Vuole uscire veramente dal Verona uno che ragiona così?

I giocatori migliori, preoccupati per il proprio futuro, svincolato da quello del Verona Calcio, dopo Bergamo hanno tirato i remi in barca, illudendosi di poter gestire una tranquilla salvezza e assolvere senza traumi il loro impegno contrattuale. Illusi, loro camminavano per il campo di gioco mentre gli avversari correvano. E così, frastornati da una serie impressionante di risultati negativi, si sono fatti sfuggire di mano la situazione. Se va bene, ma molto bene, arriveremo allo spareggio. Ma con quale testa lo giocheranno?

A partire dal 1 Luglio, rispettando la parola data, e non avendo trovato interlocutori seri (?), Pastorello liquiderà ancora di più la sua posizione per rientrare dei suoi investimenti iniziali e venderà i migliori giocatori della rosa (Pegolo, Italiano, il 50% di Myrtaj, ecc) sempre che ciò non sia già avvenuto nel frattempo (Abbruscato, Cassetti). Naturalmente l'incasso ottenuto sarà decisamente inferiore del preventivato, visto il poco contante che gira nel mondo del calcio. Ma non ci sentiamo affatto di compiangerlo… Lui provvederà alle mere incombenze di carattere amministrativo: iscrizione a un campionato regolare con un bilancio fiscale in piena regola, consegna delle fideiussioni alla Lega, discussione delle linee di credito con le banche, allestimento di una rosa composta esclusivamente dai giocatori sotto contratto ma senza mercato e dai ragazzi della Primavera.

Se qualche imprenditore, impietosito, verrà in soccorso, il Verona potrà proseguire il suo cammino, altrimenti, dopo qualche mese, finite le ultime disponibilità di cassa, verrà messo in mora dai calciatori e dichiarato fallito. A questo punto, nuovamente, o qualcuno acquista il titolo sportivo, o il Verona sparisce definitivamente. Salvo l'applicazione del Lodo Petrucci, naturalmente. Probabilità invero piuttosto remota questa, visto il trambusto politico e comunale che causerebbe l'evento. Anche se, a essere sinceri, Verona è una città famosa per il calore e l'affetto dei suoi tifosi poveri e per il distacco e l'indifferenza di quelli ricchi.

Probabilità che i fatti narrati siano andati in questo modo e che proseguiranno in questo modo: 70%

IL VERONA SI FONDE CON IL CHIEVO. E' strano come, di tanto in tanto, torni in auge questa proposta. L'opinione pubblica veronese, e parte di quella politica cittadina, vedrebbe volentieri la sparizione del Verona: nessuna vergogna di un campionato da disputare in serie B o addirittura in C; risoluzione dei problemi economici; un'unica società e guidata da un veronese. Al contrario, però, entrambe le tifoserie non sono d'accordo e ci tengono alla loro individualità storica e culturale.

Credo anche che, ad un certo punto, l'accordo tra Pastorello e Campedelli sia stato davvero molto vicino a chiudersi. Il Verona ha in dote 4 o 5 giocatori utilissimi al Chievo (Biasi, Pegolo, Mazzola, Italiano e Waigo), fatto questo indispensabile per far riconoscere e identificare anche tutti i tifosi hellassini nella nuova società che si verrebbe a creare.

Il problema, al momento è duplice: il Chievo, salvo in serie A e con Del Neri (Porto) e Sartori (?) in partenza, deve necessariamente trovare nuovi equilibri interni: il prossimo campionato sarà, per la formazione di Campedelli, il più difficile in assoluto. Infatti, una scelta sbagliata potrà condizionare anche la sua permanenza in serie A. Quindi dovrà essere affrontata con attenzione non solo la sostituzione di questi pilastri che hanno creato la fortuna del Chievo, ma anche dei giocatori che compongono la rosa. Oggi, però c'è un secondo aspetto da tenere in considerazione: il calcio-scommesse e i debiti verso il fisco hanno recentemente chiamato in causa il Chievo. Se ci saranno sviluppi negativi, il Chievo si troverà o retrocesso d'ufficio in serie B o subirà una pesante penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Tutte rogne piuttosto gravi che dovranno essere risolte nel giro di poco tempo, ma che distraggono inevitabilmente dalla trattativa col Verona.

In definitiva credo che, per i tifosi clivensi, ci siano già troppe delusioni da digerire contemporaneamente (la partenza di Del Neri, il calcio scommesse ecc) per proporne altre - quali la fusione - altrettanto traumatiche.

Non sono più tanto certo che Chievo rappresenti, in questo periodo, un'isola felice. E sono assolutamente certo che Chievo + Verona, non risolverà assolutamente i problemi di entrambe. Anzi, ne creerà altri. Checché ne dicano gli esperti, una città come la nostra ha la capacità e le potenzialità di accogliere 2 buone squadre anche in serie A; è solo questione di proprietà.

Probabilità che la fusione sia già avvenuta e che questa abbia condizionato il cammino dei nostri giocatori: 10%

PASTORELLO HA GIA' VENDUTO IL VERONA O COMUNQUE C'E' IN GIRO UN POSSIBILE COMPRATORE. Ragioniamo da un punto di vista imprenditoriale: se io avessi in atto una trattativa con Pastorello (Garonzi, Begnini o altri), questa rimarrebbe segreta per poco tempo. Tra giornalisti, giornalai e spioni, in breve lo saprebbe tutta l'Italia. Inoltre, se io oggi fossi sul punto di strappare un accordo, avrei tutto l'interesse di ufficializzarlo. Da una parte, sarebbe un grande stimolo per la squadra, perché i migliori giocatori si giocherebbero il loro futuro in gialloblu, potendo strappare nuovi ingaggi e sarebbero certi del posto in squadra; dall'altra perché è chiaro che un nuovo proprietario si proporrebbe oggi come il Salvatore della Patria e quello che farà grande il Verona la prossima stagione.

Il silenzio che registro intorno al Verona, mi fa pensare però che non ci siano compratori o particolari colloqui in atto.

Ci sono invero un altro paio di possibilità, che mi piacciono di meno: una clausola che prevede uno sconto di x euro, se il Verona viene consegnato da Pastorello salvo piuttosto che retrocesso. In questo caso, io compratore, ho tutto l'interesse di rimanere alla finestra e di verificare la conclusione del campionato. Un Verona in serie C mi costa molto di meno e, investendo la stessa cifra, posso davvero puntare sulla rinascita veloce della squadra.

Oppure è possibile che qualcuno si stia silenziosamente interessando al Verona, ma che abbia tutto l'interesse di non apparire per non pregiudicare eventuali giochi al rialzo dell'attuale proprietario, attendendo un salvataggio «d'ufficio» della nostra squadra messa finanziariamente meglio di altre. E' possibile anche che, in qualità di interessato, stia valutando attentamente i giocatori che meritano di rimanere a Verona e che voglia evitare il più possibile una trattativa ostica. Qui però, nascono 2 obiezioni da non trascurare:
1) Pastorello non è fesso, smobiliterà il Verona poco alla volta e non consegnerà niente a nessuno. Chi vuole comperare la società, dovrà comunque trattare con lui. E qui sono dolori.
2) Questo compratore non è in possesso di grandi capitali altrimenti avrebbe già chiuso l'accordo: sarebbe tanto bello staccare un assegno e liberare così il Verona, invece no. Si va avanti giocando a scacchi. E sicuramente non sarà Pastorello il primo a cedere.

Ma queste ultime due soluzioni, come ho detto, mi preoccupano come tifoso: se davvero esistesse un nuovo proprietario con questo modo di pensare, avrebbe una mentalità troppo speculativa e affaristica, lontana da quella che ha bisogno il Verona. Avremmo un altro Pastorello, insomma.

Ad oggi, non assegno più di un 20% di probabilità che ci sia una trattativa credibile in atto.

Non sono però in grado di ipotizzare quanti imprenditori sono effettivamente interessati ad acquisire il Verona. Soprattutto ai prezzi di Pastorello! Questo è un fatto che non verrà mai diffuso. Mi sento tuttavia di dire che, anche se svuotato dei giocatori migliori, ma con il bilancio a posto e con una piazza così delusa e affamata di risultati, chiunque decidesse oggi di prendere in mano la situazione farebbe sicuramente un buon affare. E non solo calcisticamente parlando. Verona ha dalla sua una certa tradizione calcistica, una quantità di tifosi calorosi e il lustro di una città meravigliosa.

Se volevamo distrarci dal presente, ce lo siamo ulteriormente rannuvolato. Ovviamente ho evitato di parlare di tutto ciò con il mio nervosissimo cane. Adesso ci vuole una bella passeggiata in un parco. Così possiamo, per un attimo, non confondere il verde dei prati con quello del Bentegodi e il silenzio dell'aria buona con il rumore delle nostre preoccupazioni gialloblu. In questo, il mio fedele compagno a 4 zampe, è davvero insostituibile.



Massimo

Hellastory, 23/05/2004
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Stagione 2003/2004
14/06/2004   BRAVI, BRAVISSIMI!
23/05/2004   IL VERONA DOPO IL 1 LUGLIO. Parte Prima:...
19/04/2004   LA BATTAGLIA DI FARSALO.
06/04/2004   SI SALVI CHI PUO'

BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Torino-H.Verona?



Torino    H.Verona


Ajayi J.

Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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