Si è conclusa la prima fase del mercato gialloblu, quella volta a definire la sorte dei numerosi prestiti e comproprietà in scadenza. Per essere più precisi questa è la seconda fase, in quanto successiva alla decisione di rinnovare per un anno il contratto a Remondina. Com'era facile prevedere solo i giornalisti ce l'hanno venduta a suo tempo in maniera differente, in ossequio alle indicazioni pervenute da Previdi: allora tutti la concepivano come una scelta strategica volta ad investire su giovani promettenti maturati nel Verona, mentre oggi si è trattato di un'autentica emorragia. Un esodo programmato. Bonato è riuscito a trattenere pochissimo, i giocatori in grado di farci fare il salto di qualità sono stati dirottati in serie B dalle loro società di appartenenza, quelli più scarsi (unica consolazione) ce li siamo tolti di torno. Il vantaggio di non avere calciatori sotto contratto consiste nel fatto di non essere costretti ad assumere impegni con loro, ma lo svantaggio è sempre quello di non riuscire a contarci fino in fondo né dal punto di vista economico e neppure da quello sentimentale.
Tuttavia, il merito di questa fase di mercato è quello di rendere facilmente visibile gli uomini e la struttura dalla quale si vuole partire. E, nell'occasione, anche il modulo tattico che verrà prescelto dal mister. Adesso seguiranno gli arrivi e la nuova rosa prenderà consistenza.
LA PULIZIA DI GIUGNO Al di là del contenuto delle buste, seguendo le intenzioni societarie, abbiamo assistito alla mancata conferma di gran parte dei giocatori portati l'anno scorso da Previdi. Questo è dipeso dalle esigenze economiche e di mercato, dalle idee di Bonato e dalla vendetta di Remondina che non voluto confermare chi l'anno scorso non lo ha seguito abbastanza oppure che ha mollato nel momento più delicato della stagione.
Via dunque Bergamelli, Tiboni e Girardi tutti destinati a salire di categoria. Via anche Conti, Moracci, Parolo e Gomez destinati a restare in C ma giocando altrove. Via i vari Politti, Scapini, Da Dalt, Loseto e Puccio ai quali consiglio caldamente di considerare il calcio come un semplice hobby, non più solo una scelta professionale.
In giro per l'Italia, abbiamo perso anche Morante (ma questo è un sollievo), mentre Comazzi resta ancora un anno ad Ancona.
In pratica, Bonato ha acquistato solamente l'altra metà di Garzon, giocatore che si sente sempre in campo ed è importante anche dal punto di vista affettivo. In più è riuscito a confermare la comproprietà di Campisi e Campagna, che sono però solo due buone riserve.
In pratica, a questo punto c'è da rifare difesa, centrocampo e attacco. E anche la panchina.
Anche di quelli in scadenza è rimasto ben poco. Ceccarelli alla fine resterà, vista la possibile cessione di Sibilano in B e l'assenza assoluta di difensori centrali a disposizione. Lasciano però definitivamente Verona l'esagitato Franzese, l'introverso Anaclerio, l'inaffidabile Corrent e l'esausto Bellavista.Nessun rammarico da parte mia.
IL MODULO TATTICO L'anno scorso Previdi aveva proposto a Remondina una rosa diversificata dal punto di vista tattico. Il mister, Yesman! di natura, aveva condiviso e apprezzato sia uomini che proposito. Ma forse era tutto troppo complicato. Infatti, dopo una preparazione estiva sbagliata dal punto di vista tattico, la pessima figura fatta in Coppa Italia e l'inizio blando di campionato ha capito che con il 4-3-3 avremmo lottato solo per i playout. Allora ha optato (su invito di Previdi?) per il trequartista dietro le punte, soluzione che ci ha permesso di disputare una stagione regolare. Tuttavia, in ossequio a Ficcadenti, ad un certo punto ha riproposto il 4-3-3 giustificato con l'arrivo di Rantier. Nuove delusioni immediate e nuovo ritorno al modulo classico per poter planare dolcemente nel nulla da recriminare.
Quest'anno Bonato, che conosce pregi e difetti di Remondina, gli ha tolto l'imbarazzo della scelta: si farà il 4-3-3 e basta! In quest'ottica, via tutti i trequartisti (Parolo e Anaclerio) e chi che sa stare dietro gli attaccanti (Corrent). Non capisco però perché ci si voglia privare anche di Gomez che potrebbe esserci utile in panchina come esterno offensivo in più. Vedremo.
Gli estimatori del modulo saranno dunque soddisfatti. Avranno una stagione intera per gustarsi l'estetica della disposizione in campo, il pressing a tutto campo, la squadra che si allunga e si accorcia a fisarmonica. Ma anche per contare l'infinità di passaggi laterali che verranno prodotti durante la gara. A chi invece suggerisce sommessamente che per giocare così occorrono giocatori (e tecnici) adatti e che in genere, in Italia, non si vince nulla dico solo di aver pazienza e aspettare. Ci sono buone probabilità che il prossimo campionato gialloblu arricchisca la loro statistica, ma è anche possibile che qualcosa di imponderabile accada nel frattempo.
Ad esempio che Remondina non finisca la sua stagione. Certo, in ottica della continuità ci si potrebbe sempre rivolgere a Ficcadenti per completare l'opera, ancora una volta rimasto senza panchina (Benevento è un ambientino...) Del resto, oggi come oggi, anche il tanto vituperato Salvioni è più qualificato di lui, dopo il miracolo di Ancona.
Oppure si potrebbe attendere la rivoluzione di gennaio, come è accaduto quest'anno a Padova, per trasformarsi in una squadra realmente vincente dopo aver preso le misure degli avversari e della classifica.
Modulo tattico a parte ed ennesimo esodo di giocatori, non ci resta che aspettare. Onestamente il passaggio verso una nuova formazione - speriamo anche subito competitiva - non poteva fare troppo affidamento sui mezzi eroi (tutti statici e uguali tra loro come i mezzi busti) dell'anno scorso. Su questo, Bonato ha perfettamente ragione.
Massimo
COLONNA SONORA I nuovi canoni della bellezza (e della seduzione) femminile prevedono un trucco leggero, meno rifacimenti possibili, il ritorno alla tinta naturale dei capelli. Questo dipende dal fatto che ci sono pochi soldi a disposizione e che la chirurgia estetica ha creato più mostri che nuove barbie.
Nella musica, se una canzone è bella, è bella e basta. Non è necessario avere per forza un'orchestra che la suoni oppure una voce meravigliosa che la interpreti. A tal proposito, vorrei tanto che riusciste ad ascoltare la versione di Something del 25 febbraio 1969 suonata e cantata live in studio da George Harrison per se stesso in occasione del suo 26° compleanno. Prima di spegnere le candeline, prima che arrivino gli altri. Something è una maniera delicata per esprimere tutto.