Ha ragione Mandorlini, non è possibile sostenere un confronto alla pari senza attacco e senza cambi. E' un momentaccio per la nostra squadra. La classifica ci schiaccia a ridosso delle neo promosse in una situazione già di allarmante ritardo (8 punti in meno dell'anno scorso...) e ogni ipotesi di rilancio è subordinata al rientro di qualche giocatore importante. A parte la raffica di infortuni, disgraziatamente concentrati nel reparto offensivo (in ordine temporale: Fares, Toni, Pazzini, Siligardi e infine Gomez), prendiamo anche dei gol da polli. Per giunta, quello decisivo della Lazio in superiorità numerica. È l'eccesso di agonismo a farci perdere lucidità: un'ingenuità di Sala in ritardo su Keita e un intervento scomposto di Moras (già autore però di due salvataggi a ridosso della linea... nei quali, mi chiedo: Rafael dov'era?) che ha concesso la punizione grazie alla quale Parolo ha trovato il varco in una barriera sciaguratamente aperta, hanno capovolto un risultato conquistato con i denti, il sangue, e tutto quello che c'è in mezzo (il colpo di testa di Helander non voleva proprio entrare, sbattuto prima sul palo dopo la traversa di Juanito). Obiettivamente la Lazio non ha rubato nulla, è molto più squadra di noi e nei primi 20 minuti poteva essere in vantaggio di un paio di reti; nella ripresa poi i loro cambi hanno dato ulteriore sostanza al centrocampo, pur essendo i nostri in superiorità numerica. Il fatto è che, dall'inizio della stagione, non ci è consentito alcun errore. Ogni situazione incerta ci è contraria. Deve cambiare, ed in fretta.
L'assenza chirurgica di tutti i riferimenti offensivi gialloblu non offre alternative tattiche al mister e neppure un gioco credibile. Si può campare di contropiede? Quanti tiri in porta abbiamo fatto contro la Lazio? All'inizio della partita non eravamo in grado costruire un'azione d'attacco, dopo l'uscita di Juanito ogni soluzione era casuale. Facciamo una fatica dell'anima a stare in piedi, basta un attimo poi – colpa nostra o mera sfortuna – che le forze del male si accaniscono e ci puniscono. Con l'Inter lo stesso: se Sala non avesse colpito quella maledetta traversa abbiamo tutti la sensazione che sarebbe stata una partita diversa.
Troppi infortuni traumatici, ma anche troppi infortuni muscolari. La preparazione è stata fatta bene? nelle prime due partite correvamo solo 45 minuti, poi, dopo la pausa abbiamo iniziato a correre ma anche a far scoppiare i muscoli. Tuttavia sono poche le accuse che possiamo muovere al mister, almeno in queste ultime gare. Senza giocatori ogni ipotesi lascia il tempo che trova. Occorre rimanere compatti, subire il meno possibile e sperare che questo periodo passi in fretta.
Anche perché, nonostante questo momento difficile, qualcosa abbiamo portato a casa, non dimentichiamolo. Da un punto di vista emotivo, meglio che la montagna di avversità si stia scatenando ora, tutta insieme, all'inizio della stagione. Il Verona, al di là del risultato, sta mostrando una caratterialità impressionante. Questa squadra non avrebbe mai perso a Genova, l'unico vero rammarico stagionale. L'infortunio di Rafa Marquez ha consentito di mettere in evidenza Bianchetti e soprattutto lo svedese, quelli cronici di Romulo e Ionita ha fatto emergere Viviani e ritornare in condizione Sala. Souprayen è un ottimo giocatore.
Certo, la classifica ci offende. Se non troviamo in fretta un successo che riesca a dare punti e morale, ogni partita che passa sarà sempre più complicata. In genere il derby lo vince la squadra più in difficoltà, quella che ha più da perdere e che ci mette l'anima. Il Chievo, nella sua pacata compattezza, ha un'ottima occasione per spedirci in sala rianimazione. Ma sbloccarci sabato prossimo, nelle condizioni in cui ci troviamo, sarebbe addirittura esaltante. La cura perfetta.
Massimo
Colonna sonora: Harper Simon - Berkeley Girl