Nel Palio del nostro campionato il Verona è un cavallo scosso. Il fantino è caduto a terra a causa dei problemi societari (per approfondimenti sul bilancio clicca qui a cui si aggiungono il sequestro di azioni causate dalle pendenze personali di Setti con Volpi) che non danno serenità all'ambiente e rendono alquanto incerto il futuro. È scosso a causa degli errori di mercato di Sogliano che, senza soldi a disposizione, è stato costretto ad affidarsi solo a scommesse, Suslov a parte, tutte con esiti mediocri. Del resto, ci sarà pure un motivo se i vari Folorunsho, Serdar, Mboula, Bonazzoli e lo stesso Saponara (1 gara decente in tutto il girone di andata ...) erano svincolati o sono stati lasciati andar via nella speranza di un rilancio. È scosso infine dalle difficoltà di Baroni di tenere insieme la squadra. È bastato guardare la conferenza stampa prepartita di Inzaghi e Baroni per rendersi conto di come sarebbe andato a finire lo scontro salvezza: idee chiare, sicurezza dei propri mezzi, addirittura spavalderia contrapposte ad un tono mogio, lamentoso (ci manca Duda ...) e preoccupato (ho la curva chiusa ...).
Tornando un attimo all'ultima gara dell'anno il Verona, in un'occasione sola, ha avuto la capacità di 1) rilanciare la Salernitana, 2) annullare quanto di buono era stato creato a novembre e contro il Cagliari e 3) far emergere una fragilità collettiva che spaventa i propri tifosi. Certo, giocatori come Fazio, Bradaric, Maggiore, Mazzocchi, Kastanos e Candreva noi ce li sogniamo, ma mi sarei aspettato che una squadra di serie A sapesse fare almeno 2 passaggi consecutivi e non fosse in balia dell'ultima in classifica nel primo tempo e di se stessa nel secondo. I zero tiri nello specchio della porta sono di per sé esplicativi della pochezza gialloblù. Ma come si fa a sbagliare, in un modo simile, una partita decisiva?
È presto detto. Rispondo alla domanda con un'altra: come si può giocare con la testa sgombra e concentrata sullo spareggio salvezza sapendo in anticipo che, di lì a qualche ora, i giocatori più importanti (Hien con uno sconto del 40% rispetto ad agosto e il bomber della Primavera Diao sono già andati; Hongla, Gunter, Doig, Terracciano e Ngonge in lista d'attesa) sono destinati a lasciare Verona per chiudere la pesante posizione debitoria accumulata? Lo ha spiegato Baroni nel post partita: le condizioni per far bene c'erano tutte eppure ... Ma le questioni aperte non finiscono qui. Dopo l'emorragia dello scorso anno, ci saranno nuovi premi salvezza? Conviene ancora la serie A e i suoi costi elevati? Il blocco azionario, che limita all'ordinaria amministrazione, e le impellenti scadenze amministrative stanno veicolando il Verona verso una strada a senso unico e senza via d'uscita. Ed è chiaro che questa confusione non può che rallentare ogni speranza di cessione. Oramai Setti e Hellas sono così connessi che tutto finirà solo quando ci saremo liberati. La narrazione estiva di un legame unico tra lui e Verona non ha alcun contenuto di tipo sentimentale.
Tornando alla squadra, certo, un cavallo scosso alla fine può anche vincere il Palio e riuscire a salvarsi. Ma questo accade raramente quando, uno dopo l'altro, quelli davanti sono caduti e, in maniera del tutto inconsapevole, si lancia per inerzia verso un traguardo simbolico che neppure percepisce. È la gente intorno che ne arresta la corsa per accoglierlo vincitore. Come è accaduto lo scorso 16 agosto al Palio dell'Assunta, con l'Oca ad esultare il suo cavallo scosso trionfante sulle disgrazie altrui. Ma il più delle volte, senza cavaliere, è destinato a fermarsi. Non sa dove andare e neppure che verso prendere. Sarà un 2024 difficile per noi tifosi, ce ne stiamo rendendo conto.
Massimo
Colonna sonora: Bye Bye Love, Simon & Garfunkel