Penso che sia doveroso fare un richiamo al concetto di pressione visto che alcuni giocatori continuano a lamentarsi del fatto che la squadra non riesce ad esprimersi al meglio perché in questo periodo viene messa costantemente sotto pressione di risultati e gioco. Ma di cosa stiamo parlando? questo è il mondo del lavoro. Non ci dimentichiamo che il concetto di stress (vedi nota sotto) e' strettamente correlato all'obiettivo aziendale fissato (in questo caso la promozione in A), alla percentuale di fattibilità e soprattutto alle occasioni sprecate. Pertanto, maggiore e' la necessità di dover recuperare per assicurarsi l'obiettivo e maggiore è la tensione nervosa che viene messa in gioco. Una Spal che liquida il Cesena in concomitanza di un Frosinone abbattuto a Bari (e noi a Bari dobbiamo ancora giocarci) mette inevitabilmente sul piatto l'importanza della posta in palio della sfida interna con l'Ascoli. I giocatori, evidentemente, dimenticano due principi fondamentali: primo, che giocano nel Verona, in un Verona retrocesso senza lottare l'anno scorso e in doveroso recupero di credibilità. Pertanto devono sempre dimostrare qualcosa in più. Certo, giocare nella Virtus Entella, in riva al mare col massimo obiettivo di una qualificazione playoff e' un'esperienza completamente diversa. Forse, allora, non sono adatti al Verona. Secondo, certe cadute fragorose e ingiustificabili (Cittadella) o sconfitte improponibili per assenza di agonismo (Vicenza, Latina, Avellino mica Madrid e Barcellona) fanno dubitare parecchio sulla capacità autonoma di tensione motivazionale ed evidenziano, al contrario, totale assenza di pressione. La stessa, al contrario, che ora stanno subendo. Ma esclusivamente a causa loro.
A tal proposito, i giorni scorsi il sindaco Tosi ha usato parole pesanti, che dovrebbero far riflettere i nostri giocatori stressati: Sono più deluso che preoccupato. La squadra è di gran lunga più forte delle altre, l'ha dimostrato con quella partenza e per l'organico. Non capisco queste difficoltà. Ha la possibilità di vincere tutte le partite e invece... Lui parla da tifoso, ma anche da persona che ha avuto modo di conoscere come stanno effettivamente le cose. Poi, se vogliamo, un po' tutti abbiamo dubitato sulla tenuta della squadra a causa della scarsa esperienza di Pecchia, del distacco della società, ma non possiamo dimenticare che sono soprattutto i giocatori i veri responsabili delle proprie prestazioni.
Circa il pareggio interno con l'Ascoli, senza Pazzini e i colpi di testa in area di Pisano, c'è poco da dire. Le occasioni per vincere le abbiamo avute e sprecate. Il rigore calciato troppo debolmente da Romulo, il palo colpito da Ganz e l'occasione di Franco Z. nel primo tempo già di per sé sono la prova che ci abbiamo provato. Che poi manchi un'alternativa di esperienza al capitano lo sappiamo bene (Juanito si è rotto nuovamente, stagione terribile per lui, e Ganz e' stato forse sopravvalutato). Ieri sera, tuttavia, sono mancati anche i tiri da fuori di Bessa e Fossati che, in un'area intasata, avrebbero potuto essere decisivi. L'unico a provarci un paio di volte da fuori e' stato Siligardi.
Questo pareggio però non va assolutamente confuso con alcune mediocri prestazioni passate. Si sono visti in campo impegno e determinazione. Il fatto è che, in questo momento, contano i punti più che le prestazioni, l'efficacia realizzativa che il gioco coinvolgente e spettacolare. I due punti persi con l'Ascoli potranno essere recuperati a Vercelli, dove però affronteremo una squadra in salute reduce da un gran pareggio nel derby col Novara in inferiorità numerica. L'importante, in questi momenti, è non piangersi addosso usando l'alibi della pressione, della sfortuna, degli errori arbitrali. Pali, traverse, rigori sbagliati, portieri in vena come Lanni fanno parte del gioco. E ogni partita è diversa dall'altra. Il vero problema nasce quando non riusciamo ad imporci, non tiriamo mai in porta, commettiamo leggerezze difensive, ci facciamo ipnotizzare dalla nostra presunzione o paura di non farcela.
Massimo
Nota: gli esperti parlano di due tipi differenti di stress: uno negativo che disperde valore in quanto fine a se stesso, l'altro positivo in quanto mirato al recupero di concentrazione e motivazione per il conseguimento di una prestazione particolarmente impegnativa.
Colonna sonora: ovviamente Under pressure, Queen