Visto che passerà qualche settimana tra l'ultimo canone della stagione (questo) e lo spazio riservato all'interno del Dossier di fine campionato, pongo ora qualche interrogativo che spero possa trovare nel frattempo risposta. Il Verona di Setti ci ha lasciato due precise sensazioni. La prima è di frustrazione per non aver mai lottato veramente per non retrocedere. Ho persino invidiato i tifosi di Frosinone, Carpi e Palermo che, tra mille ansie e preoccupazioni, qualche speranza di salvezza l'hanno avuta e che hanno comunque visto la propria squadra lottare fino a che ha potuto. Noi no. Noi non ci siamo mai scrollati di dosso l'ultimo posto in classifica da ottobre in avanti impotenti di fronte al mondo intero. Soprattutto, di fronte a noi stessi. Il secondo stato d'animo è legato al dubbio, o meglio al sospetto che il Verona (cioè Setti) abbia deciso coscientemente di non lottare sfruttando il cospicuo paracadute a disposizione. Un sospetto denunciato apertamente prima dal presidente del Palermo dopo la sconfitta interna col Frosinone e poi da quello del Carpi prima della trasferta di Palermo. È una sensazione nuova questa, che proprio non mi appartiene e che trovo ancora più sgradevole. Certo, il comportamento dell'Hellas è stato a dir poco anomalo, in grado di battere Milan e Juventus (rinunciataria e distratta quanto si vuole, ma pur sempre della Juventus parliamo) e fermare Roma, Inter e Fiorentina per perdere poi con identica generosità e inettitudine tutti gli scontri diretti. Sistematicamente, direi. Potrà offendersi quanto gli pare il nostro presidente ma lui è il primo a non aver fatto nulla per porre fine all'equivoco e migliorare l'immagine della squadra, facendoci chiudere il campionato con la scomoda sensazione di non essere affatto i peggiori in assoluto come la classifica ha sancito.
Anche la scelta di Delneri come sostituto di Mandorlini, dopo il rifiuto di Corini, fa riflettere. Quando mai questo allenatore, fuori dal giro da un paio di anni, ha compiuto un miracolo salvezza subentrando in corso d'anno? Per questo c'erano a disposizione i vari De Canio, Di Carlo e Ballardini che, con i loro limiti, hanno però una certa esperienza in fatto di lotta per non retrocedere. Delneri è sempre stato un tecnico che predilige il gioco al risultato utilitaristico, e va bene se gli costruisci intorno una squadra sin dall'estate. Che poi con il gioco sia riuscito anche a disputare buoni campionati (Chievo e Sampdoria) è un altro discorso, ma nella situazione in cui ci trovavamo occorreva altro.
Delneri alla fine ha deluso proprio per non essere riuscito ad imporre una mentalità proletaria al Verona. È mancato il senso pratico di fare punti quando servivano. È chiaro che quando giochi contro una grande ci tieni a fare bella figura, ma conta molto di più togliere punti agli avversari negli scontri diretti. L'accusa più grave da attribuire al Verona (Delneri e Mandorlini compresi) è quella di essere stato troppo presuntuoso, più attento alla passerella che al risultato. In questo il mister ha fallito in pieno e pertanto non merita la conferma.
Non è bastato far fuori, uno dopo l'altro, i vari Toni, Juanito, Pazzini, Moras e Jankovic occupandosi di trovare all'interno della rosa risorse di prospettiva come i vari Gollini, Wszolek e Bianchetti e possibili uomini mercato come Ionita (Napoli?), Pisano ed Helander. Del resto, è molto raro confermare il tecnico della retrocessione, nel Verona è accaduto solo con Cadè quando la squadra fu condannata per illecito sportivo (la telefonata di Garonzi a Clerici) e con Malesani per mancanza di soldi. Ma qui siamo in un'altra situazione. Proprio per ciò che ha fatto vedere Delneri avrebbe grosse difficoltà a confrontarsi con efficacia in un campionato ostile come quello cadetto. Occorre cambiare aria e portare nuovo entusiasmo.
Il nostro Presidente, pertanto, deve farci capire chiaramente cosa intende fare del Verona. Viste anche le condizioni nelle quali siamo retrocessi. A mio avviso ha due possibilità: 1) vendere il Verona, nel qual caso ci aspetta un futuro incerto e un presente di transizione 2) rinforzarlo adeguatamente per tornare subito in serie A. Se Setti, al di là dei tatuaggi, fosse realmente tifoso del Verona non avrei dubbi in merito. Qui però la situazione è incerta e rimane aperta a qualunque soluzione. Bigon ha cambiato opinione più volte in merito alla concreta possibilità di fare una grande squadra. Nonostante il paracadute. Per capirlo, basta rispondere a queste semplici domande: chi sarà il sostituto di Gardini? chi sarà il nuovo allenatore del Verona? Visto il fallimento di Setti e Bigon, ogni possibilità di rilancio passa attraverso l'arrivo di nomi nuovi.
L'uscita di scena del Direttore Generale va colmata con una figura di analoga capacità proprio per la delicatezza del ruolo, primo riferimento di sintesi societaria. Tra Setti e Bigon occorre un terzo interlocutore, ma di esperienza e vedute. Se non arriverà un personaggio adeguato, non possiamo che continuare a dubitare sulle reali volontà di rilancio.
Per quanto riguarda l'allenatore, dato per scontato che Delneri dovrebbe aver chiuso l'esperienza, si aprono tre ipotesi, con relativi obiettivi. Un tecnico di transizione: uno insomma a poco prezzo ma senza molte pretese. Mi vengono in mente i vari Aglietti e Baroni (entrambi ex gialloblu) capaci di farci fare un buon campionato, zona playoff, ma niente più. Sono allenatori che mettono bene in campo le squadre, ma non hanno vinto niente in carriera e soprattutto Novara ed Entella non sono il Verona. Alternano buoni campionati ad esoneri: Baroni a Siena e Pescara, Aglietti a Novara ed Empoli, oltre ad essere retrocesso con l'Entella. Un'altra possibilità è puntare su un tecnico giovane e di prospettiva e dalle potenzialità da scoprire. A mio avviso De Zerbi è il migliore in assoluto, ha fatto un campionato eccezionale a Foggia (piazza difficile) conquistando la Coppa Italia e lotta per la B. Oppure uno dei fratelli Inzaghi che verrebbero a Verona solo per vincere, non certo per perdere tempo. Se infine Setti vuole certezze in panchina, tolto Iachini che ha deciso di non ricominciare dalla B, si potrebbe puntare su Stellone che ha fatto grande il Frosinone. In alternativa, Rastelli che ha compiuto il proprio dovere a Cagliari dopo aver promosso Avellino e Juve Stabia, tutte piazze molto difficili.
E' arrivato dunque il momento di conoscere le reali intenzioni di Setti. Di smentire, una volta per tutte, le illazioni e gli strascichi conseguenze di questo disastroso campionato. Di dare insomma una risposta concreta alle incertezze che stiamo vivendo. Ci dica Presidente...
Massimo
Colonna sonora: Tristeza, Toquinho & Vinicius de Moraes