Il Verona completa la prima metà del girone di andata a 15 punti, ben 6 in più rispetto allo scorso anno. Anche a voler togliere i 2 punti regalatici dall'illecito della Roma, il risultato conseguito è ugualmente impressionante perché ottenuto tra mille difficoltà. Questo è un campionato veramente difficile, continuamente condizionato dal Covid che ferma giocatori importanti e dai frequenti infortuni muscolari e pertanto l'affidabilità del gruppo è fondamentale. L'esposizione al virus dipende spesso dai ritiri nelle nazionali dove, evidentemente, le misure di sicurezza non sono sempre ottimali. Ma sono tappe fondamentali per ogni giocatore e quindi irrinunciabili. Per quanto riguarda poi la loro fragilità muscolare si è già espresso a suo tempo Juric chiarendo che questi sono i rischi del suo gioco molto aggressivo fatto di tanta corsa (l'anno scorso, per la cronaca, i gialloblù sono arrivati secondi dietro l'Inter nella speciale classifica dei chilometri percorsi) . Della serie, noi non ci risparmiamo e solo così possiamo riuscire a compensare gap tecnici contro avversari più quotati. Se vogliamo, oggi possiamo dire che il Verona ha fatto bene in casa contro Roma e fuori contro Juventus, Milan e soprattutto Atalanta proprio grazie all'intensità messa in campo.
Tuttavia, se dovessimo stabilire in questo momento la formazione tipo avremmo qualche difficoltà. Un conto è parlare di formazione teorica, un altro di quella che abbiamo visto in campo, così diversa partita dopo partita. Al momento, il contributo di titolari ritenuti fondamentali come Gunter, Veloso, Benassi e lo stesso Kalinic è stato inferiore del previsto, se non mimino a causa dei vari problemi che stanno avendo. Visti i risultati ottenuti, non un male assoluto, se pensiamo alle diverse soluzioni alternative trovate dal mister per sopperire queste e altre assenze. Insomma, se è vero che viaggiamo dall'inizio della stagione in continua emergenza, è altrettanto vero che abbiamo scoperto giocatori che si sono mostrati, all'atto pratico, altrettanto affidabili. Provo, a questo punto, a ricapitolare le necessità (in pratica i vari ko) e le virtù che nel frattempo sono emerse.
LA DIFESA
NECESSITA'. Gunter, per quello che sappiamo ci può dare, è il centrale che manca dall'inizio dell'anno, tra Covid e infortuni vari. Il problema è che anche Magnani, ovvero il suo vice, è anche lui limitato dai problemi fisici. Abbiamo perso Empereur, buon cambio, che ha trovato un'opportunità in Brasile e Cetin rimane un oggetto misterioso, sia a causa dei problemi fisici che della necessità di trovare continuità. Non parlo infine di Ruegg, giovane terzino della nazionale primavera svizzera, perché non so niente di lui. Ricordo solo uno spezzone di partita in Coppa Italia contro il Venezia, e poi solo tanta fisioterapia.
VIRTU'. Nelle macerie fisiche del settore difensivo è apparsa la luce di Lovato, giovane dalle grandi prospettive. Ma ho apprezzato moltissimo anche Ceccherini, arrivato all'ultimo giorno di mercato, inserito al volo e capace di prestazioni di livello. Una citazione anche per il nostro Dawidowicz, giocatore goffo e improponibile, dal quale non mi aspetto mai nulla di buono e per questo, quando riesce a tenere posizione e limita i suoi errori è sempre una bella scoperta.
IL CENTROCAMPO
NECESSITA' Capitan Veloso è un giocatore insostituibile. Ce ne siamo resi conto contro la Roma e come ha cambiato la squadra a Cagliari e a Bergamo. Testa e piede di altissimo valore (a parte la traversa, il lancio per Zaccagni è stato da brividi). Ma quanto lo abbiamo avuto a disposizione? Sempre troppo poco. Vieira, ovvero il sostituto di Amrabat, dopo un'ottima partenza, si è rotto. Così come Danzi, recuperato solo di recente. Sulle fasce, importantissime per il gioco di Juric, il contributo di Faraoni e Lazovic non è stato affatto continuo per questi problemi. Ipotizzare infine il potenziale e l'apporto che potrà dare a questa squadra Benassi è mero esercizio intellettuale.
VIRTU' L'esplosione di Ilic è stata tanto imprevedibile quanto opportuna. Un giocatore destinato ad una carriera importante. Occhio anche ad Udogie, che sta prendendo spazio e minuti giocando sempre in maniera puntuale. Ha fisico e intelligenza tattica. A me è piaciuto moltissimo Tameze, arrivato con compiti precisi e destinato poi a ricoprire tutti i ruoli di centrocampo, perfino in marcatura di Gomez. Sul piano del contributo e dell'affidabilità lo metto sullo stesso livello di Ceccherini. Poi c'è Barak, jolly della trequarti offensiva, in pratica cambio di Verre, Borini e del Pessina trequartista. Li sostituisce tutti e tre facendo pure gol importanti. Cosa possiamo pretendere di più? Dimarco è cresciuto molto, si fa trovare sempre pronto, sapesse anche dosare il piede quando tira in porta o batte i calci d'angolo sarebbe perfetto.
Nell'elenco, non tratto ovviamente di Super Zac, giocatore fondamentale, che insieme a Gatto Silvestri è stato l'unico finora in grado di ribadire se stesso. Zaccagni è cresciuto moltissimo con Juric e quest'anno sta sostituendo anche gli inserimenti offensivi di Lazovic. Cosa sarà della fascia sinistra quando potremo averli entrambi in campo insieme, sani e in forma?
L'ATTACCO
NECESSITA' Qui parliamo del reparto più sofferente dal punto di vista qualitativo. Kalinic stava entrando in condizione, ma si è rotto. Ha fatto vedere poco di quello che potrebbe dare, temo che ci vorrà ancora un po' di tempo visto il recente infortunio. Anche Favilli ha avuto problemi, ma almeno è riuscito a sbloccarsi. Di Carmine invece è bloccato di suo. Tra la scadenza contrattuale e la necessità di trovare in fretta un'identità da attaccante di serie A è sempre un punto interrogativo. Non solo tecnico, anche fisico.
VIRTU' Colley e Salcedo potrebbero essere i giovani in grado di approfittare delle opportunità avute e del minutaggio, ma ho ancora qualche riserva su di loro. Al momento, trovo il loro contributo inferiore a quello offerto dai coetanei Lovato in difesa e Ilic a centrocampo. Per cui, al momento l'unica vera virtù offensiva è stata proprio Favilli che, pur con una condizione fisica precaria, è uno che si sente in campo e vede la porta (quasi in gol anche a Bergamo). Vorrei tanto vederlo crescere giocando con più continuità. Tavolino e Barak a parte, non c'è traccia di altri attaccanti se non Favilli. Pertanto, teniamocelo stretto.
LA PANCHINA
Se la NECESSITA' è la conseguenza di una preparazione fisica forzata, che ci toglie il fiato ogni volta che vediamo un gialloblù a terra a toccarsi coscia o polpaccio, la VIRTU' è quella di Juric come mister. Difendere a Bergamo con Tameze, Dawidowicz e Dimarco è impressionante. Come anche inventarsi il nostro Davidone piazzato a metà campo davanti alla difesa a San Siro. Ricorda tanto i tempi di Storgato di Osvaldiana memoria. Dirò di più, Juric è un tecnico che si esalta nell'emergenza. Lavora così bene sul gruppo che ogni cambio è sempre un'opportunità. Legge benissimo la partita e, oramai lo sappiamo bene, il secondo tempo è sempre migliore rispetto al primo e la partita rimane in ballo fino all'ultimo. Forse è anche per questo che si trova bene a Verona. Ma ve lo immagine Juric in una società perfetta, dove tutto gira per conto suo e dove lui deve fare «solo» il suo lavoro? Conosciamo i suoi sfoghi, la sua intensità emotiva e ci rendiamo conto poi di quanto lavoro e sacrificio ci sono dietro ogni prestazione. Che Dio lo benedica.
Massimo
Colonna sonora: When you are not here, Michael Bublè