Il Frosinone ci consegna una realtà spiacevole. Quella di una squadra ancora alla ricerca di una sua identità offensiva e, più in generale, di un gioco. Che tiene abbastanza bene quando deve difendersi ma non riesce poi a costruire e ad essere efficace sotto porta. Ha subito l'organizzazione tattica e la velocità della squadra di Di Francesco alla quale ha opposto solo qualche spunto individuale e qualche conclusione interessante (Ngonge e Terracciano). Il problema è che, al contrario, i nostri avversari hanno fatto 2 gol e colpito 3 pali legittimando in pieno il successo finale. Soverchiati nella corsa e nella lucidità.
L'aspetto che preoccupa di più, a mio avviso, è lo scollamento tra quanto chiede Baroni (essenzialmente: prestazione e temperamento) e quanto viene prodotto in campo. A prescindere da Frosinone, ci sono giocatori esperti ed importanti come Faraoni, Saponara, Duda e Lazovic fuori condizione dall'inizio dell'anno, altri come Coppola e Amione che mostrano evidenti limiti. Ngonge spesso si nasconde, Bonazzoli non si è ancora acceso. L'unico che rappresenta in pieno lo spirito del mister è Folorunsho, supportato da Montipò Dawidowicz e Hien (oggi entrambi assenti e si è visto). Troppo poco.
Per fortuna la classifica ancora tiene, frutto dei successi iniziali con Empoli e Roma. La squadra, onestamente, regge quando ha di fronte avversari fisici e compassati come Bologna e Torino ma non riesce a compensare chi ci affronta con aggressività e velocità. Sassuolo e Frosinone, in questo senso, ci hanno dato una lezione.
Al di là delle dichiarazioni di circostanza («la squadra è viva»), sono convinto che Baroni sia consapevole della situazione. Non solo è ancora alla ricerca della combinazione offensiva giusta, ma teme sempre di collassare dietro e per questo, ad esempio, ha deciso di iniziare la gara senza un centravanti di ruolo. Errore grave alla lunga perché, così facendo, ha concesso sempre più fiducia ai padroni di casa ed evidenziato la nostra fragilità sotto porta. Una sola girata di testa nel primo tempo, un po' meglio nella ripresa quando però dovevi inseguire. Il problema è che, se non si sblocca davanti il Verona, finirà sempre a giocare in affanno. Tra la paura di sbagliare e quella di subire in contropiede.
La sosta sicuramente sarà utile per recuperare serenità ed energie mentali. Poi ci aspettano un paio di partite impossibili (Napoli e Juventus) prima di entrare nella seconda parte del girone di andata pieno zeppo di scontri diretti. Quello sarà il momento decisivo della stagione. Ma ci devi arrivare con una condizione fisica e una lucidità diverse.
Massimo
Colonna sonora: Mad World di Jasmine Thompson