Settimana terribile, nervosa, polemica e sfortunata. È successo di tutto. Calendario proibitivo, mercato (per il momento) solo in uscita, condanna sportiva ingiustificata (aggiungo, pregiudiziosa ed arrogante) ...ci si è messa persino l'influenza, come capita alle scuole medie, a mettere fuori uso la settimana scorsa Toni a san Siro e mezza difesa contro la Roma (un vaccino no?). Poi ci lamentiamo se è finita male anche stavolta: siamo tirati all'inverosimile, costretti a riciclare giocatori mediocri come Donati (intervento imbarazzante a metà campo e vantaggio romanista), lo spaesato Marques e Cacciatore a sinistra (in ansia perenne) e a inventarci una soluzione di emergenza all'uscita per infortunio di capitan Maietta (vero inizio della fine, dietro). Anche davanti però è poca roba: Toni convalescente, Gomez e Iturbe più preoccupati di tener corta la squadra che di provare qualche soluzione offensiva. Non fosse per Hallfredsson (gran goal!), strepitoso anche stavolta, vero leader gialloblu in questo frangente (merito della scadenza contrattuale o della partenza di Jorginho?), direi che va tutto storto.
Che la Roma sia una bella squadra, piena di soluzioni e con mentalità vincente, non c'erano dubbi. Ma i goal che abbiamo preso sono 3 nostri regali: del centrocampo il primo, della difesa immobile il secondo, dell'arbitro il rigore. Ha ragione il mister a dire che sbagliamo ancora troppo, ma certo è che ogni volta che commettiamo un errore la paghiamo cara. Non ce ne va bene una. Il 2013, anno straordinario, si è chiuso in bellezza. Ma il 2014, partito in maniera impegnativa, ci ha presentato subito il conto, esige da noi una maturazione veloce perché nessuno ci concede più nulla. Questo deve essere l'anno della conferma, non si scherza mica.
A cominciare da Sassuolo domenica prossima, partita a rischio contro una squadra disperata ed affamata di punti. Noi forse, ci arriviamo un po' sazi.
Un attimo, però. Continuando con questo piagnisteo non andiamo da nessuna parte. Veniamo sopraffatti dalla concitazione del momento. Prendiamo le cose da un punto di vista più distaccato. Il Verona, all'inizio del campionato, aveva due obiettivi: una salvezza tranquilla e la valorizzazione di qualche giocatore. Limitiamoci a questi.
- Partito a razzo per adeguarsi in fretta alla categoria e contrastare adeguatamente l'inizio di stagione, con l'ingresso di Iturbe si è trovato nella combinazione vincente “gioco e risultato”. Se è vero che adesso fatichiamo un po', finora solo contro avversari di grande spessore, è altrettanto vero che nel girone di andata abbiamo letteralmente volato: 32 punti non significano automaticamente 64 alla fine. Noi non abbiamo l'impianto di squadre navigate come Parma, Genoa e Atalanta. Dovessimo fare nel ritorno anche solo 16 punti (la metà dell'andata) significherebbe ugualmente aver raggiunto l'obiettivo. Forse qualche tifoso ha dimenticato troppo in fretta quanto abbiamo patito negli ultimi dieci anni e che gran parte della panchina è composta da giocatori improponibili in serie A (Cacia, Jankovic, Donati, Donadel, Marques, Sala, Laner etc). Se Mandorlini gioca solo con 15/16 elementi ci sarà pure un motivo.
- Jorginho è partito per fare cassa. Spiace, ma il Napoli è stata l'unica società liquida disponibile ad offrire contanti subito. Purtroppo a giugno lasceranno Verona anche Iturbe e Romulo. Intorno al vuoto lasciato da questi giocatori costruiremo un nuovo gruppo valido. Ne arriveranno di nuovi destinati al mercato e qualche altro su cui poter contare concretamente per una nuova stagione positiva. Mandorlini in settimana ha benedetto Cirigliano erede di Jorginho, sono due giocatori differenti lo sappiamo, hanno modi diversi di stare in campo, ma non c'è dubbio che l'argentino ha qualità e può crescere molto. Inoltre, giocando alle spalle, dà più responsabilità ad Hallfredsson. L'islandese oggi è il riferimento che prima non riusciva ad essere, oscurato dal dinamismo di Jorginho e costretto talvolta a compiti di copertura. Si parla tanto di Marquinho, giocatore caro e lunatico, per dare una scossa sul fronte offensivo. Vedremo. Ma il problema urgente, a mio avviso, è quello di trovare un cambio a Toni. Cacia ha fallito, su Longo il mister ha investito finora pochissimo. Potrebbe essere lui? Non lo so. Fatto sta che, per età e tenuta fisica, il grande Luca concederà almeno 5 o 6 partite da titolare da qui a fine anno. Meglio dunque trovare un cambio decente sul quale poter contare anche l'anno prossimo.
È chiaro che la consapevolezza del punto 1 (salvezza vicina) toglie qualche illusione di grandezza ai tifosi. Basata sul nulla, rendiamocene conto. Potevamo fare qualcosa in più in coppa Italia, ma l'obiettivo stagionale a rialzo non si cambia tanto in fretta. Sul punto 2 (valorizzazione e ricambio) mi aspetto qualcosa di concreto. Mi basterebbero il rinnovo di Hallfredsson (pare che ci siamo) e la comproprietà di Longo, se proprio non riusciamo ad arrivare ad un attaccante di valore.
Nel frattempo, come scritto la settimana scorsa, sono ancora convinto che siamo in grado di fare lo sgambetto ad una grande. Avrei voluto vedere, contro la Roma, un Verona con Moras e Agostini in campo e Maietta non infortunato e sono sicuro che sarebbe stata un partita diversa. Con tutti i titolari dietro, avremmo potuto osare di più. Pazienza. La Juventus non verrà in gita a Verona e poi, chiuso il mercato e questo ciclo terribile, saremo tutti più rilassati. Come è giusto che sia.
Intanto però cerchiamo di non fare brutta figura a Reggio Emilia...
Massimo
Colonna sonora: Western Sky, American Music Club. Grandi atmosfere, grandi spazi.