Proviamo per un attimo ad accantonare il nostro Hellas e guardiamo il mondo del calcio. Non ho dovuto sforzarmi molto per riassumere tutte le bizzarrie che si verificano, mi è bastato ricordare Shakespeare, che in Amleto, ha grandiosamente stabilito che «c'è del marcio in Danimarca».
Il calcio. E il marcio lo riscopriamo ogni anno, in maniera diversa, perché si presenta sempre con maggiore fantasia, a confermare se stesso. Ce lo ricorda il decreto extracomunitari, che il mercoledì approva la deroga che consente a Nakata di scendere in campo la domenica successiva e di far pareggiare la Roma a Torino contro la Juve. Morale: Roma Campione d'Italia. Ce lo ricorda lo scandalo passaporti, finito in poco tempo con il riconoscimento implicito che non è poi così grave cercare e forse trovare parenti fasulli in paesi sperduti, anche perché è quanto meno prassi comune•… Ce lo ricorda il decreto spalmadebiti che non è possibile spendere soldi che non hai, con il giuramento che questo non accada mai più in futuro•…(temo, a tal proposito, che qualcuno lo dovrebbe ricordarlo alla Roma, al Napoli ecc ecc). Ce lo ricorda lo scandalo fideiussioni false dove, al momento, tutti si sentono vittime offese: garanti, garantiti, ispettori e•…faccendieri.
I vertici. Del resto Carraro è stato regolarmente eletto con una maggioranza qualificata di membri della Federazione, i quali all'epoca avevano ben chiare le alternative: Matarrese e Rivera. Oggi come oggi comprendiamo però che il primo, in costante campagna elettorale di se stesso, non fa che lamentarsi pateticamente che «ai miei tempi queste cose non accadevano»; il secondo invece lo ricordiamo con simpatia per le cronache sportive e per quelle rosa, ma lo rimuoviamo da ogni considerazione nelle più recenti cronache amministrative e politiche. Il talento è finito. E poi in Lega, Galliani, l'amico del giaguaro, un po' giaguaro lui stesso•… E pensare che, almeno lì uno buono lo potevano trovare. Ma il signor Zoff, appariva troppo fulgido, troppo giusto per tutti. Uno straniero in Danimarca.
I presidenti. Il vero motivo per il quale il calcio genera marcio e lo giustifica con i suoi vertici è perché esso non è causa finale di se stesso. Un conto è creare sempre nuove regole in corso d'opera (Nakata, blocco delle retrocessioni, Fiorentina in B•…) e un conto è giocare a pallone. Nessun altro settore economico ha questa anomalia. In effetti adesso è in piedi un tavolo negoziale in cui tutti hanno ben chiare le conclusioni e i presidenti di serie B debbono solamente far più rumore possibile per capire che cosa ci guadagnano loro: due promozioni in più, due retrocessioni in meno, penalizzazioni per le graziate, soldi•…e così la tarantella va avanti. Nel frattempo però, Cellino, il condottiero dei rivoltosi al regime FGIC/ Lega è stato il primo a scendere in campo e ad assicurarsi 4 punti di vantaggio sul resto o quasi della serie B... alla faccia dell'attesa della sentenza del TAR del 15 p.v....
I tifosi. Obiettivamente, al di là del formale appoggio alle loro squadre del cuore, i tifosi se ne vanno al mare e in montagna. Magari sono un pò gelosi di quelli delle squadre di serie A che hanno già iniziato a soffrire. Ma fà lo stesso. Nessuno di noi trova così stressato un calciatore che, poverino, deve giocare 8 partite in più in 9 mesi. Chi gioca le coppe Europee, ne è lusingato. Al di là di tutto, si tratta di qualche amichevole del mercoledì in meno e di qualche calcione in più. E' come chiedere a un operaio o a un impiegato di fare dello straordinario, all'aria aperta e con una retribuzione diversa. No, i tifosi, sono come gli spettatori della tragedia di Shakespeare: tifano per Amleto e per la sua vendetta, odiano il marcio che domina in quel regno di Danimarca, ma alla fine dell'opera applaudono e se tornano a casa. Con Amleto a terra morto, vittima della sua rivalsa. Ma pronto a rialzarsi per l'inizio del prossimo spettacolo.
Massimo