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HELLAS VERONA / Canone Inverso

BRAVI, BRAVISSIMI!


BRAVI, BRAVISSIMI!
BRAVI, BRAVISSIMI!

Con la battaglia di Como si conclude questo lunghissimo campionato. Stressati, tesi, stanchi ed eccitati per tutto quello che è accaduto, vogliamo trovare le parole giuste per un ultimo momento di riflessione: quello dedicato alle verifiche.

A fine stagione è giusto elogiare chi ha meritato e condannare chi non ha fatto il proprio dovere. Non per il piacere bieco di sentenziare ma per capire le cause degli insuccessi e il valore delle vittorie. Infatti non è più tempo delle speranze e delle paure; è il tempo dei rimpianti e dei risultati. Hellastory ha deciso pertanto di giudicare nel corso di questa settimana tutti i protagonisti del Verona, giocatori e dirigenti, con l'obiettivo di lasciare una traccia e di dare valore a quello che hanno fatto. O non fatto. Ebbene io, che comincio questo percorso ingrato, ho il compito apparentemente più facile di tutti: quello di applaudire i più bravi.

Ma chi ha meritato, realmente, tutta la nostra approvazione?

BRAVISSIMO MADDE'. Quando ho ricevuto la notizia della sua assunzione, mi è venuto di accostare il suo personaggio a quella del grande condottiero romano Cincinnato che salvò la sua patria in 2 distinte occasioni. Maddè ha ripetuto la storia. Qualunque giudizio sul tecnico da parte mia è stato condizionato dalla stima e dall'affetto che provo da anni per lui per quello che ha fatto a Verona da giocatore prima e da allenatore poi.

Però mi si dia atto: nessun altro, nelle condizioni in cui versava l'Hellas dopo il fallimento di Salvioni e l'abbandono di Pastorello, avrebbe deciso di assumere le redini della squadra credendoci veramente. Nessun altro, inoltre, durante il crollo che è durato ben 13 partite, avrebbe potuto meglio isolare i giocatori, ricompattarli e prepararli al gran finale.

Dopo la gara casalinga con il Messina, in sala stampa, un po' decentrato da non riuscire a percepire tutte le sue parole, ho avuto la netta sensazione che qualcosa di grave era effettivamente accaduto. Al di là del 6 a 0 subito ad Avellino. Maddè aveva la tuta, gli occhi infuocati e lo sguardo deciso. Non era né ferito, né deluso, era però turbato e risoluto. Sembrava un medico che aveva isolato il virus o un generale che aveva scoperto e arrestato i suoi traditori. Non so se il mostro che ha divorato il Verona dopo Bergamo è stato causato da personaggi al di fuori della squadra oppure da alcuni giocatori deboli, e se poi è stato alimentato da pseudo giornalisti o dall'assenza colpevole della società. Ma aveva i giorni contati. La fierezza e il metodo di Maddè, immune da ogni contaminazione, lo avrebbero comunque stroncato. Poco alla volta, pur febbricitanti, i giocatori hanno ripreso a correre. Prima solo alcuni, quelli a lui più fidati o più forti caratterialmente, poi man mano che venivano i risultati, tutti gli altri. Fino a cercarsi, con le buone o con le cattive, quella fortuna che li aveva sbeffeggiati contro il Vicenza, la Triestina, il Palermo e il Cagliari. Bastava vedere quello è accaduto a Torino, al pareggio di Minelli a tempo abbondantemente scaduto, per capire che aveva vinto lui: aveva ritrovato il gruppo, prima o poi avrebbe trovato anche i risultati. E il suo Verona.

BRAVISSIMI I TIFOSI GIALLOBLU. E' stato un anno difficile, una continua altalena di emozioni che ha provato chiunque. I tifosi concludono questa stagione stanchi morti come i loro giocatori. Ciascuno ha dato tutto quello che ha potuto, scaricando delusioni e frustrazioni e trovando soluzioni e speranze nuove ogni giorno che passa attraverso il proprio amore sviscerato. Basta leggere, col senno di poi, i messaggi di dolore e di gioia lasciati nel nostro Guestbook per sentire palpabile la grande passione e il coinvolgimento che trasmette questa squadra.

Mi piace ricordarli questi momenti. Con lo scetticismo e la prudenza di Andr3a che si domanda nei momenti peggiori se «c'è sotto qualcosa» e di «non sottovalutare l'avversario perché è il peggior errore possibile» e di Claudio «così si va in serie C». Con il fatalismo di Gedeone «si va in serie C perché la squadra lo merita» e di Hellasmob «tutto è stato deciso!»; con le ammonizioni di Hellassacheizuga che è certo che «se andiamo in C, non ne veniamo più fuori» e tutto quello che è successo è «una vera schifezza!»; con i dubbi sacrosanti di Muraristefano «cosa è cambiato: dallo sbando ai fenomeni»; con le risposte di Simone «penso piuttosto ad una squadra nata da gente incompetente da un Presidente che va via e che vuole portarsi via più soldi possibile», e con le soluzioni di Tex «i giocatori non sono dei leader•…ora però finalmente la serie terribile si è chiusa•…la possibilità di cancellare tutte le amarezze del passato vincendo queste 3 partite». Oppure con il senso amletico delle cose alle quali ci ha abituato Giallo-Alberto «la sera del riscatto o dell'ombra?» e il vigore e il senso dell'azione dello stesso personaggio shakespeariano nell'ultimo atto dell'opera «vai e vinci anche per noi!». Oppure con i sommessi convincimenti dell'amico più lontano di tutti, Rosso da Toronto «un lumicino di speranza, teniamo duro!» e del giovane Babu «questa è la serata del riscatto (speriamo)!», con il richiamo orgoglioso di Bepo «è tempo d'azione: i colori gialloblu chiamano all'adunata!».

Non posso ugualmente dimenticare l'ironia di Zigogol, la pena e l'entusiasmo di Leo, Luca, Mauro e Budhellas, la grinta di Wallace e di Surferjoe, le teorie di Pan e balon e tutti gli altri che si sono sentiti in dovere di dire la loro, nei momenti felici e in quelli bui. Nel bene e nel male.

Così come tutti coloro di cui non conosco il nome e che, in silenzio, hanno cercato nelle nostre parole un motivo di sollievo e di gioia, uno sfogo alle delusioni gialloblu e un'occasione per ricominciare a credere nella salvezza. Anche loro, con la loro sensibilità e la loro discrezione, sono stati sempre presenti. Li abbiamo sentiti tutti distintamente in ogni loro click.

Fintanto che una squadra di calcio è popolata da tanta ricchezza e tanto affetto, potrà mai sparire?

BRAVO HELLASTORY. Durante l'inizio del campionato, Hellastory è stato accusato da alcuni visitatori di essere filo pastorelliano. Questo è accaduto sia per la quantità di informazioni di prima mano che venivano fornite dal sito, che per i toni pacati che riserviamo nei nostri commenti. Sicuramente essere esagerati e sensazionalisti non ci appartiene. Le notizie vere che abbiamo pubblicato sono sempre state frutto di approfondimenti e di ricerche e non di sussurri indiscreti provenienti dalla società; i commenti esasperati e sensazionali poi li lasciamo fare a chi è più bravo di noi in questo.

Lo stile che ci contraddistingue è quello della riflessione e dell'analisi. Se questo ci ha portato talvolta a difendere l'operato di Salvioni e Gibellini era perché non abbiamo avuto pregiudizi contro nessuno. Del resto Hellastory ha preso le distanze dalle incomprensibili contestazioni precampionato, ha difeso ad oltranza Salvetti (giocatore per molto tempo fondamentale durante questa stagione e che sarà difficile da sostituire) e si è mosso attivamente per contenere la contestazione nel finale di campionato che non avrebbe certo aiutato la squadra. E in ogni circostanza le nostre posizioni sono risultate vincenti.

Ma questo non significa essere deboli o manovrati. Tutt'altro: abbiamo criticato per primi in assoluto Salvioni processandolo all'esonero (subito dopo il pareggio casalingo con l'Avellino), abbiamo smontato le false teorie di Pastorello dopo il 5 dicembre, abbiamo preso ferme posizioni contro la ipotesi di fusione con il Chievo, accusato di arrendevolezza gran parte dei giocatori e di incompetenza tutti i dirigenti gialloblu. Ma a tempo debito e con i fatti; senza urlare, e con argomentazioni concrete, come nel nostro stile.

Da questo punto di vista siamo stati lungimiranti visto il calore e l'affetto dei nostri lettori. Noi preferiamo rimanere indipendenti e avere nostre opinioni; trascrivere fatti e non fantasticare ipotesi inutili e clamorose o semplicemente comode; raccontare gli eventi e interpretarli senza tagliare le teste di nessuno solo perché fa piacere alla piazza. Il tono aggressivo e urlato, proprio non ci appartiene. Quello forcaiolo e populista nemmeno. Se qualcuno merita il nostro giudizio negativo, lo subirà certamente perché ci sono prove concrete e inconfutabili contro di lui. Spesso e volentieri anche prima che l'opinione pubblica se ne accorga! Questo è un segno di serietà e di distinzione. Siamo sicuri che, con i fatti, siamo riusciti a convincere anche chi aveva dubbi in merito.

UN BRAVO ANCHE A ME. Il 6 aprile scorso, nell'articolo «Si salvi chi può», col Verona in piena bagarre e con molto di negativo che doveva ancora accadere, ipotizzai la strada che avrebbe dovuto percorrere per ottenere la sospirata salvezza. Occorreva, scrissi allora, che si verifichino almeno 2 dei 3 seguenti miracoli: 1) che Pastorello scenda in campo e non abbandoni più il Verona > FATTO. 2) che Maddè ricompatti la squadra dopo la lunga crisi > FATTO. 3) che qualche formazione in lotta con noi per non retrocedere molli proprio nelle ultime giornate in preda alla paura o allo stress, mentre noi ne usciamo fuori > FATTO (Pescara e Venezia).

Essendosi verificati tutti e 3 questi miracoli, abbiamo evitato persino lo spareggio.

Per la verità, avevo indicato il Bari e Pillon come vittime sacrificali alla retrocessione, ma in quella occasione sono stato molto ingenuo anche se i pugliesi hanno chiuso al quart'ultimo posto di classifica. Bari e Fiorentina, al di là dei loro (pochi) meriti, sono state sospinte dal Palazzo a suon di calci di rigore - alcuni davvero dubbi - agli incontri supplementari. E se anche li dovessero perdere, con le inchieste sul calcio scommesse e con le difficoltà di bilancio di molte società, difficilmente eviteranno di giocare la prossima stagione rispettivamente in serie B e in serie A.

UN BRAVO AL (NUOVO) PRESIDENTE DEL VERONA. Un mese e mezzo fa, il signor Pastorello, sia perché non riusciva a vendere la società alle sue condizioni, sia perché vedeva la squadra in assoluta rovina e senza più alcun valore commerciale, ha deciso di fare il Presidente. E lo ha fatto fino in fondo: assumendosi le proprie responsabilità, strigliando a dovere i giocatori, visitando gli allenamenti, rilasciando interviste, assistendo alle partite al Bentegodi.

Niente di particolare dunque, ha fatto solo il proprio dovere. Era dai tempi di Foschi e di Malesani che non lo sentivamo tale. Viceversa da lui provenivano solo frasi di delusione contro il Palazzo, la città e i tifosi. Un disimpegno progressivo e irrinunciabile che ha fatto impoverire tutto il pianeta gialloblu.

Il 30 giugno è la data teorica fissata per la sua uscita. Ma mentre lui parla di andarsene, Gaucci e Agarini hanno ceduto in poche ore e senza tante storie rispettivamente il Catania e la Ternana a imprenditori locali molto motivati. Il termine del Campionato è un periodo molto interessante per concludere le trattative. Occhio allora alle news nei prossimi giorni! Se qualcuno ha avuto la forza e la fiducia di intervenire per risolvere i problemi economici di queste 2 squadre disastrate, perché nessuno vuole assumere la guida degli scaligeri?

E noi, per questo, applaudiamo al nuovo Presidente del Verona: se ci sarà a breve un nuovo arrivato, benediciamo i suoi soldi e il suo entusiasmo; se rimane Pastorello, perché nessun altro è interessato alla nostra squadra, crediamo che la lezione di questa stagione possa essergli stata di esempio e che non ripeterà più gli errori che ha appena commesso. Il nuovo Presidente del Verona deve essere tale fino in fondo: credendoci, investendo sulla squadra e provando ad amare i suoi incredibili tifosi. Ne abbiamo tutti da guadagnare.

E I GIOCATORI? Premesso che nessuna squadra si inscrive a un Campionato con l'obiettivo di retrocedere, la salvezza appena conquistata è il minimo che ci potessimo aspettare da loro. Quindi nessun applauso per l'esito finale.

Pur avendo più volte denunciato limiti di natura strutturale e caratteriale, non ho tollerato il comportamento collettivo di questi calciatori: hanno abbandonato Salvioni alle sue elucubrazioni, hanno abbandonato Maddè sul più bello, hanno ricominciato a essere veri solo nelle ultime 4 giornate del Campionato. Questo non è un atteggiamento maturo. Il Verona quest'anno è apparso più un bambino pigro e viziato che un adulto limitato. E per questo non è facile, da parte mia, dire «bravo!» ai componenti di questo gruppo. Al di là dei singoli meriti e demeriti.

Appartenere al Verona vuol dire ben altro. L'Hellas ha tifosi appassionati, entusiasti e unici: giocare al Bentegodi è un'emozione unica, 7500 abbonati in serie B chi se li può permettere ? in trasferta poi hai la certezza di avere sempre almeno 200-300 supporter al seguito, se non addirittura 2000 come è accaduto a Venezia o 4000 a Como. Tutto questo non appartiene a molte altre squadre. Talvolta siamo tifosi eccessivi, forse. Ma durante questo assurdo Campionato sono stati proprio questi eccessi a svegliare e motivare modesti professionisti del pallone, richiamare alle proprie responsabilità il Presidente Pastorello e ridurre la supponenza di Gibellini. D'altra parte se è stato necessario un atteggiamento più energico per ottenere la salvezza, vuole dire che tutti i gialloblu - sia calciatori che dirigenti - quest'anno non hanno funzionato. O non hanno fatto in pieno il proprio dovere.

Verona inoltre ha una storia importante: giocatori come Superchi, Mascetti, Zigoni, Fanna, Tricella, Elkjiaer, Briegel, Galderisi e Mutu sono obiettivi inarrivabili oggi ma meritano la dignità e l'orgoglio di chi indossa le loro magliette.

Da questo punto non mi muovo: per essere meritevoli di appartenere al Verona, in qualunque ruolo e a qualunque livello, e sentire il nostro «bravo!» occorre davvero avere in futuro un'altra testa, un altro cuore e un'altra volontà. Non è questione di noi nomi o di origini. E' questione di decoro e di rispetto. Verso di noi, che ci saremo sempre, e verso i colori che rappresentano.

Consentitemi un pensiero finale: auguro agli amici tifosi veronesi e alla nostra squadra di poter vivere, la prossima stagione, avventure più belle di quelle che abbiamo appena affrontato e di avere molti più eroi da applaudire. Un futuro migliore insomma. Anche perché, se non siamo stati in grado di festeggiare degnamente la ricorrenza del Centenario, non dimentichiamoci che la prossima stagione c'è il 20º anniversario dello scudetto da onorare. E non vorremmo sprecare un'altra occasione del genere. Vero?



Massimo

Hellastory, 14/06/2004
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BRAVO ZANETTI!


Quanto di buono avevamo visto a partire da metà febbraio (l'Atalanta ha dato evidentemente la scossa decisiva) si conferma in queste ultime partite con una difesa finalmente compatta e autoritaria e un centrocampo duttile. Fateci caso, ora tutti i gialloblù si sentono molto più a loro agio. Sanno cosa fare, non mollano mai. E il tutti di cui sopra va riferito davvero alla rosa allargata perché in questo momento il Verona fa punti e prestazioni pesanti anche senza Serdar, Tengstedt, Suslov che sono poi i giocatori più rappresentativi.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

Torino-H.Verona?



Torino    H.Verona


Ajayi J.

Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Ghilardi D.

Kastanos G.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Sarr A.

Tchatchoua J.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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