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ANCHE IL VERONA ABBANDONA MANDORLINI


ANCHE  IL VERONA ABBANDONA MANDORLINI

Due sono i momenti nei quali una società decide di allontanare l'allenatore: quando ha la percezione che la squadra non lo segue più, oppure quando è chiaro che il tecnico ha bisogno di nuovi stimoli e non offre più molto al gruppo. La batosta di Genova, prevedibile visti l'avversario e l'involuzione della squadra, somma entrambe le condizioni. Oggi Mandorlini è praticamente l'ex allenatore del Verona. È stato esonerato da se stesso dopo la pazzesca decisione di scendere in campo con la difesa a 5 (avesse mai prodotto qualcosa di buono ...), ma anche dai suoi giocatori vista la leggerezza con la quale abbiamo preso i primi 3 gol e l'incapacità (voluta?) di reagire. In allenamento succede una cosa, in partita un'altra. Non potendo cacciare tutti i 23 giocatori della rosa, neppure possiamo continuare ad andare avanti in questo modo ancora a lungo. Speranza, serenità e fiducia dei nostri mezzi devono per forza arrivare da una voce differente, Mandorlini non è più ascoltato.

In settimana qualche figura storica del calcio gialloblu lo ha difeso, come si difendono i buoni amici ai quali si devono riconoscenza e affetto. Ma non è corretto confondere il grande lavoro fatto dal mister gli anni scorsi, quando ci ha portato dai bassifondi della Lega Pro alla parte sinistra della classifica di serie A. E' suo merito indiscusso. Ma questa è storia passata. Il Verona di allora, e forse anche quel Mandorlini, avevano fame e voglia di rivincita. Ciò che vedo ora non ha nulla a che vedere con quel periodo magico. Nessuno osa togliere merito alle splendide stagioni trascorse, ma oggi siamo ultimi in classifica, stiamo morendo di inedia e di ricordi.

Sempre in settimana, difatti, Moras ha lanciato messaggi ben precisi a qualche compagno che non sta lottando come dovrebbe, o che non crede che il mister – sempre più confuso e preoccupato, ammettiamolo – abbia la lucidità necessaria e la forza d'animo per portarci fuori. Il pallone perso a centrocampo da Helander e goffamente rimpallato da Hallfredsson in occasione del primo gol, è emblematico. Questo non significa che siano proprio loro ad aver abbandonato Mandorlini, ma è testimonianza del fatto che la testa per  vincere a Genova non c'era tra i gialloblu sin dall'ingresso in campo. Se con 5 difensori prendi 4 reti, qualcosa non funziona a livello concettuale: che partita vuoi giocare? che messaggio stai dando? E poi, appena prendi un gol del genere precipiti nell'improvvisazione pura.

Tuttavia Bigon fa muro. E Setti tace. Silenzio assoluto in società.

Dal mio punto di vista, ci sono due spiegazioni: la prima è di ordine pratico, che senso ha esonerare Mandorlini durante un turno infrasettimanale? Adesso c'è la Fiorentina, dopo si va a Carpi. Quella è la gara giusta per prendere una decisione definitiva, francamente già nella testa dei tifosi e nelle gambe molli dei giocatori. Il nuovo mister avrebbe tempo una settimana intera per preparare mentalmente il successivo scontro diretto con il Bologna e la sosta per impostare il lavoro.

Il secondo motivo è più complicato: non sanno chi prendere. Noi diamo per scontata la disponibilità di Guidolin, oppure Donadoni. Ma nessuno dei due si è mai misurato con situazioni tanto penose di classifica e con una rosa tanto mediocre. Chi ce lo dice che sarebbero felici di rimettersi in gioco qui a Verona con il rischio (purtroppo concreto) di retrocedere? Questi sono tecnici che vogliono sposare un progetto e che lavorano nel medio termine. Soprattutto, hanno bisogno di rilanciarsi. Verona, in queste condizioni, è la piazza giusta? In alternativa ci vorrebbe un tappabuchi, un allenatore abituato alle imprese impossibili, che non guarda in faccia alla rosa ma al traguardo finale. Alla Di Carlo o Mutti o Novellino, insomma. Mi vengono i brividi, ma dobbiamo accettare la realtà. Sannino, che non è certo migliore di Castori ma semplicemente amico di Sogliano, si è dovuto subito confrontare con un gruppo mediocre destinato comunque a retrocedere. Tanto vale tenersi il tecnico della promozione, allora. Nessuno gli ha giocato contro, il Carpi sta esprimendo esattamente il suo valore.

Qui è un'altra storia. Certo, dalla scelta dell'allenatore capiremo che futuro ci aspetta. Un conto è destinare il nostro presente (e futuro) a Stramaccioni o Liverani, un altro a Montella o Prandelli.

I silenzi societari, e di pari passo, affermazioni inquietanti come quella di Bigon secondo cui ” il problema dell'Hellas Verona non è l'allenatore” testimoniano che il fallimento è collettivo. Mandorlini ha dei limiti, per i quali pagherà, ma altrettanto responsabili sono  alcuni veterani evidentemente imborghesiti, l'impoverimento della rosa e, non da ultimo, gli infortuni. Ma attenzione, anche qui dobbiamo essere onesti fino in fondo: Romulo non lo abbiamo mai visto in campo e Toni, a 38 anni suonati e con un fisico importante da rimettere in moto, sono solo alibi per i tifosi. Davvero li dobbiamo considerare titolari inamovibili? È così essenziale la loro assenza? Stiamo parlando di un giocatore rotto da due anni e di un altro destinato a fare presto i conti con la propria anagrafe.  Gli infortuni che pesano di più oggi sono quelli di Viviani, Pazzini e Hallfredsson. Più il vuoto assoluto che abbiamo dietro da tre anni a questa parte. E qui torna in ballo il mister...

Massimo

Colonna sonora: Bugges Room, Meanderthals

Foto Ansa

Hellastory, 26/10/2015
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ADESSO VIENE IL BELLO


Il Verona chiude il ciclo terribile (Atalanta, Milan, Fiorentina, Juventus e Bologna) conquistando 3 punti, e non è poco. Aggiungo che, dopo la pessima gestione della gara interna contro l'Atalanta, abbiamo assistito a una squadra più compatta e messa meglio in campo. Sicuramente più dignitosa. Merito del rientro di Duda, dell'inserimento di Valentini (una spanna sopra i nostri difensori) e dell'abbandono del modulo a 2 punte che toglieva un giocatore a centrocampo, indebolendolo di fatto. Fa piacere, inoltre, vedere un gruppo che lotta e cerca di rimanere in partita fino alla fine. Questo gli ha permesso di battere la Fiorentina e di reggere dignitosamente a Milano e Torino, finché ha potuto. Fino a quando, cioè, una giocata di livello superiore ha rotto l'equilibrio.

[continua]

Qual è stato il miglior gialloblu in campo in

H.Verona-Bologna?



H.Verona    Bologna


Bernède A.

Bradaric D.

Coppola D.

Dawidowicz P.

Duda O.

Lazovic D.

Livramento D.

Montipò L.

Mosquera D.

Niasse C.

Sarr A.

Suslov T.

Tchatchoua J.

Tengstedt C.

Valentini N.


 


Riepilogo stagionale e classifica generale




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