Dopo una noiosa settimana senza Hellas, infastiditi da una pioggia incessante, ricomincia il campionato. E lo fa con un classico: Verona Fiorentina. Le partite con i viola hanno sempre avuto un fascino particolare, un pò per la simpatia verso la capitale toscana e i suoi tifosi, un po' perché ad essa ci legano felici aneddoti del passato che riemergono in ogni occasione. È come andare a cena al tuo ristorante preferito: ti emoziona già in anticipo l'idea e sei sicuro che qualunque piatto sceglierai ti soddisferà. Conto compreso, perché il tuo ristorante preferito non rovina mai il dolce. Ebbene, il culmine culinario calcistico questa volta ce lo ha fornito Samuele Di Carmine al termine di un'azione spettacolare partita da Amrabat, spinta da Faraoni, con tanto di finta di Verre a liberare in gol il compagno di squadra. Vittoria meritata, grande spettacolo.
Ci aspettano altre partite interessanti da qui a Natale. Roma, Atalanta e Torino, dopo Inter e Fiorentina, alzano il livello tecnico delle nostre contese. Sono avversari più qualificati di noi ma, proprio per questo, possono testare ancora meglio la tenuta dei pirati di Juric e la sfrontatezza che li caratterizza.
Oggi nasce Caleidoscopio Gialloblù. E' una raccolta di pensieri sparsi raccolti all'interno di Canone. Hanno contenuti brevi, che potevo probabilmente riportare su Facebook o Twitter appena emersi, e lì avrebbero avuto una collocazione più adatta e un impatto maggiore. Ma fatico a sentirmi a mio agio in questi canali iperemotivi e (alle volte) troppo caotici. Almeno per i miei gusti. Li lascio volentieri a chi è più capace di me di scaricare subito a terra ciò che prova. Io ho bisogno di tempo.
UN CARO SALUTO A ROBERTO PULIERO Esistono persone che, loro malgrado, fanno la storia. Ci riescono con modalità diverse, sensibilità diverse, compiendo imprese diverse. La storia del Verona che è uscita dalle parole di Roberto è quella nostra e dei nostri genitori. Lui ha creato un'identità gialloblù che prescinde vedute, differenze culturali, distanza tra società e tifosi (*). E lo ha fatto con un garbo e un'ironia uniche, per non parlare dell'incontenibile gioia dopo ogni vittoria. Ecco perché oggi inizia un'altra storia. Niente sarà più come prima. Ahimè. C'è un vuoto da colmare, e ci dovrà necessariamente riuscire il nostro Verona. Perché, nel frattempo, lui rimane sempre là seduto - questa volta tra le nuvole - a raccontare i gialloblù, a gioire e incazzarsi insieme a noi. Lo abbiamo ancora nelle nostre orecchie dopo gol di Di Carmine. Grazie, Roberto.
BALOTELLI COL SENNO DI POI 1) Ho sempre avuto un debole per Super Mario calciatore. Lo confesso. E, per un attimo, mi è dispiaciuto di non vederlo vestito di gialloblù quest'estate. Per molti versi è entrato nella vetrina dei regali impossibili, come Simeone e Babacar. Qualcuno, più saggio di me, ha provato a farmi capire che non c'entrava nulla con il Verona. Sarebbe stato l'ennesima delusione alla Saviola e Rafa Marquez. Vero. Difatti, ora che la classifica conta e il Brescia ha deciso di affidarsi agli algoritmi di Grosso, i nodi vengono al pettine. E, con un tecnico per il quale solo il portiere ha il diritto fare il portiere e basta, sinceramente era scontato che la fragilità caratteriale di Balotelli sarebbe esplosa. Mandando a quel paese, per l'ennesima volta, sia il talento che il potenziale. Balotelli è uno di quei giocatori (come Cassano, Cerci e decine di altri) che contano solo su stessi. Non conoscono il senso di squadra, il sacrificio. In futuro, sono destinati a rimpiangere le occasioni perdute e ad essere ricordati come personaggi più che come atleti. Quanto spreco, però. Chissà come lo avrebbe gestito Juric? Lasciamo perdere. Sono contento di contenere questa riflessione in un ambito di mera curiosità. A noi non servono fenomeni che giocano per se stessi. Purtroppo, la sua è una leadership che può nuocere in un ambiente in difficoltà e i suoi "lasciali parlare ... torno presto" sono sempre più flebili.
BALOTELLI COL SENNO DI POI 2) La Corte di Appello della FIGC ha sospeso la chiusura di un settore del Bentegodi. Grosso ha allontanato Balotelli dopo un episodio con un compagno di squadra in allenamento e non lo ha convocato per la trasferta di Roma. Insomma, tanto rumore per nulla.
IL PROBLEMA DELL'ATTACCO Ricapitoliamo. Il nostro attacco è formato da un minorenne (in realtà i 18 anni li ha compiuti ad ottobre), un vecchio che si avvia al pensionamento, un quasi esordiente in A di 31 anni, un ex clivense che non vede né la porta né la linea del fuorigioco. Cosa si può pretendere? Il budget, limitato, non ha permesso di arrivare a niente di meglio. Andiamo avanti con la super difesa, qualcuno tirerà pure in porta.
Poi, ad un certo punto, contro il Brescia, il ragazzino svetta sfacciatamente in cielo più alto di tutti e gonfia la rete. Poi, il quasi esordiente Di Carmine, dopo il palo colto su rigore contro la Juventus e il castigo impostogli da Juric, sceglie proprio la sua Fiorentina per fare il primo gol in serie A. Tutto meraviglioso. Due pirati si sono appena sbloccati. Non saranno bomber da doppia cifra, lo sappiamo bene, ma consiglio a tutti i difensori avversari di non perderli di vista in futuro. In attesa degli altri.
1 LIKE. Una volta un dirigente del Verona mi disse: " ci sono due categorie per le quali meno si parla e meglio stiamo facendo il nostro lavoro. Noi e gli arbitri ". 1 like a D'Amico.
IL GIGANTE BUONO Ribery è un fenomeno. Non si discute. Fa un movimento continuo e mette in costante apprensione la difesa avversaria. A centrocampo lo ha tenuto a bada Amrabat, vicino all'area di rigore ci ha pensato Rrahmani. Ebbene, il nostro gigante lo ha praticamente annullato. E lui non ha mai tirato in porta. Per chi ha avuto la fortuna di esserci mi ricorda tanto una sfida epica dell'anno dello scudetto: un altro gigante buono, Hans Peter Briegel contro il fenomeno Maradona. Stesso risultato finale. Ho ancora i brividi.
Massimo
(*) che poi è la sintesi del suo inconfondibile " Semo qua tuti insieme, bocieta e vecioti, siorassi e pitochi, el Verona nel cor ..."
Colonna sonora: Time on My Hands - Chet Baker & Bill Evans