Oggi non parliamo di calcio. Prendo una licenza. Chi è abituato a leggermi, da un anno a questa parte, forse ha imparato a conoscermi. Almeno in parte. C’è una versione di me, quella tradizionale di Canone Inverso rivolta ad approfondire alcune manifestazioni o comportamenti del nostro Verona; un’altra, più analitica di Accordiamo il violino, zeppa di numeri e di dettagli da interpretare; un’altra infine più serena e raccolta, quella di Flashback e del Campionato più bello del mondo, che si svolge idealmente nel salotto di casa mia tra un caffè, una birra e un po’ di musica e racconta la storia gialloblu decorata da mille episodi, sia sportivi che personali. Potrebbe essere abbastanza. Lo è sicuramente per voi che vi accostate a leggere le mie proposte. Lo è molto di meno per me.
BESLAN. All’indomani del tragico episodio di Beslan, io ho sentito un gravissimo disagio interiore, amplificato dal fatto che, come padre, di lì a qualche giorno avrei condiviso le speranze e le aspettative di un nuovo anno scolastico con mia figlia Vittoria che si accingeva a entrare per la prima volta nella scuola elementare e con mio figlio Edoardo che iniziava il suo terzo cammino. Provando a trovare un po’ di sollievo, ho cercato distrazione nei meandri del sito, nelle parole dei tifosi e nelle notizie che riuscivo a intercettare. Purtroppo però, Pastorello, Ficcadenti e i giocatori gialloblu non mi hanno aiutato affatto. Anzi, ho trovato tutto il mondo del pallone terribilmente fastidioso in quel momento.
A questo punto, ho avuto la fortissima tentazione di spendere una riga per la commemorazione di quei poveri disgraziati attraverso il Guestbook. Ma mi sono trattenuto perché inevitabilmente avrei disturbato qualcuno e forse sarei stato frainteso. Ho preferito allora scatenare 43 sms all’indirizzo di tutti quegli amici che tra Verona, Roma, Napoli, Pienza e Milano – le mie città -avrebbero sicuramente condiviso il mio stato d’animo. E così quella sera, almeno 43 finestre in tutta l’Italia hanno manifestato il loro disappunto e il loro dolore con luci di candele appoggiate alle finestre.
Sono assolutamente convinto che le mie sensazioni di quei giorni non siano estranee a nessuno di voi. Purtroppo.
L’ESIGENZA E I SIGNIFICATI DI ASSOLO. Di qui, l’esigenza di Assolo: una pagina bianca e nera, all’interno del nostro mondo tutto gialloblu. Il volo di un uccello migratore l’Advena Avis, bello come un ibis e inquieto come me nel suo girovagare perenne alla continua ricerca del luogo perfetto. Parliamoci chiaro, Assolo non ha nessuna pretesa e non vuole dimostrare proprio niente. Il suo obiettivo, al contrario, è quello di lasciare una finestra aperta alla mia e alla vostra sensibilità. Una zona franca dal calcio, se volete, da condividere o da evitare, all’interno di un sito esclusivamente calciofilo.
Proprio per questo, non ho in mente nessuna scaletta particolare, né ci sarà una cadenza periodica, né ho al momento argomenti che mi preme sottoporvi. In questo spazio troveranno espressione tutti i momenti che mi creano emozioni o che possono essere oggetto di una qualche riflessione: la musica, la poesia, il costume, una barzelletta, un libro, il teatro, gli occhi di una donna o le mani di un bambino. Saranno rapidi colpi di pennello, lunghi poche righe, che accenderanno qualcosa a qualcuno: curiosità, attenzione, fantasia. Spero solo che Assolo non abbia mai bisogno di trattare nuove ferite laceranti tipo Beslan, l’ 11 marzo o l’11 settembre.
Qualcuno di voi non si ritroverà, e avrà assolutamente ragione nell’accusarmi che tutto questo non c’entra niente con un sito di appassionati tifosi veronesi. Lo riconosco perché si tratta di un’invasione prosaica nella liturgia hellassina. Qualcuno, al contrario, scoprirà di avere altro in comune con me. Qualcun altro, più sensibile, percepirà molte analogie e sottintesi tra il mio peregrinare emotivo e la condizione della nostra amata squadra di calcio. Tutti infine, potrete segnalarmi le vostre sensazioni, come io faccio con le mie, all’indirizzo di posta elettronica massimo@hellastory.net messa a vostra disposizione da qualche giorno a questa parte.
Concludo innanzitutto scusandomi con Andrea, Enrico e Francesco, i miei amici di Hellastory per non aver preventivamente condiviso con loro questa mia iniziativa. Non so nemmeno se sarà concepito uno spazio ad essa dedicato, oppure se tutto dovrà rimanere per forza all’interno di Canone Inverso. Loro, che mi conoscono di persona, credo abbiano inteso perfettamente i significati della mia proposta. E ciò potrà forse aiutarmi nella loro comprensione e disponibilità.
A tutti gli amici che invece mi hanno conosciuto attraverso il sito, rassicuro che in nessun caso questo spazio potrà modificare o ridurre la mia attenzione alle vicende del Verona e la sua storia. Al contrario, chi avrà il desiderio di leggermi, sa esattamente quello che potrà trovarvi: una parte di me e – forse - anche di se stesso.
Perché c’è una cosa che mi preme ricordare a tutti: prima di essere tifosi, siamo esseri umani. E se ogni tanto riusciamo a prenderne coscienza, riusciremo anche a mettere nel giusto ordine le cose della vita. Trovando così la nostra dimensione più autentica. Che è poi, inevitabilmente, quella di un uccello migratore.
Ringrazio tutti per il tempo che mi avete dedicato oggi. Senza accorgervene siete stati 5 minuti in mia compagnia senza parlare di calcio. E non credo che qualcuno ne abbia sofferto particolarmente. Questo significa che il nostro Advena Avis ha preso il volo.
Massimo