Stagione 2014/15 - Serie A
La Juventus dei record (102 punti nel campionato 2013/14) è ancora la super favorita per lo Scudetto, pur avendo cambiato in panchina, da Conte ad Allegri. La rivale più accreditata rimane, seppur a forte distanza, la Roma di Rudi Garcia mentre le milanesi, quinta (Inter) e nona (Milan) nella stagione precedente, appaiono ancora in grande difficoltà.
Per la seconda volta nella storia, la Serie A propone 5 derby cittadini, oltre a quello di Verona, Milan, Roma, Torino e Genova. E sempre per la seconda volta nella storia (il precedente risaliva al 1930/31 con Casale, Legano e Pro Patria) al campionato partecipano ben tre squadre non appartenenti a città capoluogo di provincia: Cesena, Empoli e Sassuolo.
Proprio Cesena ed Empoli, insieme al Palermo, sono le neopromosse, che rimpiazzano le retrocesse Catania, Bologna e Livorno.
in Hellas Verona-Milan 1-3 del 19.10.2014
in Hellas Verona-Napoli 2-0 del 15.03.2015
in Hellas Verona-Juventus 2-2 del 30.05.2015
18 settembre 2014 - si tiene il referendum sull'indipendenza della Scozia, vince il No con il 55% dei voti
6 giugno 2015 – Una settimana dopo il pareggio al Bentegodi con l'Hellas, la Juventus perde la sua quinta finale di Champions League (1-3 Barcellona)
Per finanziare l'operazione Iturbe, che ancora oggi rappresenta l'acquisto più caro della storia dell'Hellas (15 milioni di euro), e la seconda vendita più onerosa (22 milioni di euro), Setti si appoggia all'(epoca) amico Volpi, che già lo aveva aiutato economicamente a rilevare il club. Il riscatto del paraguaiano fa lievitare il debito delle società di Setti verso Volpi da 5 a 20 milioni di euro. L'affare "storico" non ha però l'effetto sperato né per la Roma, che si ritrova un giocatore smarrito nella dolce vita della capitale, né per l'Hellas. La plusvalenza (7 milioni di euro) è infatti inferiore a quella sperata e le mosse di Sogliano sul mercato, con l'arrivo di decine di giocatori, molti dei quali dall'ingaggio pesante (Marquez, Saviola, Nico Lopez), generano una pesante perdita economica che porterà a fine stagione al divorzio tra Setti e Sogliano. Con conseguenze sanguinose dal punto di vista sportivo ed economico. Con il ritorno in B Setti infatti non sarà più in grado di rimborsare i 20 milioni di euro a Volpi generando una diatriba che si concluderà solo nella primavera 2024, con un accordo transattivo, dopo l'intervento giudiziale.
Nel "pullmino" di acquisti dell'estate 2014 ci sono anche il "Messi dei Carpazi" Chanturia, il giovane bomber Torregrossa ed il ventenne serbo Krunic. Alcuni destinati ad un grande futuro, altri ad un grande fiasco. Nessuno dei tre però indosserà mai la maglia dell'Hellas.
- La scheda di De Andrade Bittencourt Pinheiro Rafael
- La scheda di Francesco Benussi
- La scheda di Alessandro Agostini
- La scheda di Emil Hallfredsson
- La scheda di Lazaros Christodoulopoulos
- La scheda di Panagiotis Tachtsidis
- La scheda di Anderson Miguel da Silva Nenê
- La scheda di Juan ignacio Gomez Taleb
Confermatissimo in panchina mister Mandorlini così come nel ruolo di Ds Sogliano, gli autori del capolavoro che in due stagioni ha riportato il club nella massima serie dopo 11 stagioni di digiuno e lo ha fatto in pompa magna, con un campionato sempre nella parte sinistra della classifica ed un gioco entusiasmante grazie all'esplosione di giovani talenti come Jorginho, Iturbe e Romulo e la classe dell'intramontabile Toni.
Sogliano resiste alle sirene del Milan che lo vorrebbe con sé per rifondare un ambiente in piena crisi ed è costretto a cedere i due gioielli più luccicanti della squadra: Iturbe passa alla Roma, Romulo alla Juventus. Partono anche il capitan Maietta (Bologna) e gli esperti Donati (Bari) e Cacciatore (Sampdoria) e per fare cassa il giovane Donsah (Cagliari).
In entrata Setti prosegue la politica dei grandi nomi e porta a Verona nientemeno che due ex stelle del Barcellona: il messicano Rafa Marquez e l'attaccante argentino Saviola. Non rimangono altri soldi, se non per acquistare il cartellino del trequartista Christodoulopoulos (1,3 milioni), per il resto Sogliano deve lavorare con parametri zero (Nenè, Ionita, Gollini, Martic) e prestiti (Tachtsidis, di ritorno in gialloblu dopo lo splendido campionato nella prima stagione in B di Mandorlini, Nico Lopez, Obbadi).
Formazione Tipo (4-3-3): Rafael; Agostini, Moras, Marquez, Martic/Pisano; Halfredsson, Obbadi, Tachtsidis; Jankovic, Gomez, Toni.
La Rosa Gialloblu in Serie A | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nonostante i dubbi della piazza, la squadra di Mandorlini parte in quinta: badando al sodo strappa un punticino all'esordio a Bergamo, vince rocambolescamente contro Palermo e a Torino, pareggia in rimonta con il Genoa e dopo una quasi inevitabile sconfitta a Roma torna a vincere al Bentegodi contro il Cagliari con un gol allo scadere di Tachtsidis. Le folate di Romulo e Iturbe sono già un lontano ricordo, i più buongustai storcono il naso per lo scarso spettacolo in campo, ma i risultati parlano chiaro e l'Hellas si trova dopo 6 giornate già con un bottino di 11 punti ed il quinto posto in classifica dietro a Juventus (18 punti), Roma (15), Sampdoria (14) e Udinese (13). Le difficoltà di gioco tengono ancora praticamente a secco Toni (1 solo gol contro il Palermo) ma poco male perché a togliere le castagne dal fuoco ci sono gli inserimenti di Tachtsidis e del sorprendente Ionita, entrambi in rete 2 volte.
La sfida casalinga con il Milan alla 7° giornata diventa così una sorta di big match. In un Bentegodi strapieno cade però di colpo il velo ed emergono tutti i limiti della squadra: i rossoneri vincono facile (3-1) una partita mai in discussione e un'altra scoppola (6-2) arriva nella successiva trasferta di Napoli.
Pur con innegabili limiti tecnici, l'Hellas mostra con i prestigiosi pareggi con Lazio ed Inter (a San Siro) di aver ben assimilato il carattere pugnace e carismatico di mister Mandorlini e mette ancora una volta in mostra i gol (in entrambe le partite) dell'intramontabile capitano Luca Toni, che a fine ottobre sembra aver finalmente trovato la miglior condizione. Alla 11° giornata i punti di vantaggio sulla zona retrocessione sono 6 e la classifica ci vede ancora nella parte sinistra (10°).
E' a questo punto però che arriva la prima crisi: dopo tre sconfitte consecutive con Fiorentina, Sassuolo, Samp l'Hellas vince a sorpresa ad Udine (in gol ancora Toni e Christodoulopoulos) ma riprecipita nel baratro perdendo il derby con il Chievo poco prima di Natale. Al ritorno in campo all'Epifania arriva un pareggino con l'Empoli pari in classifica che ridà morale. L'Hellas vince quindi contro il disastrato Parma e dopo la sconfitta allo Stadium con la Juventus trova, dopo una lunghissima attesa, il primo gol di Saviola che vale la vittoria alla 20° giornata sull'Atalanta. L'Hellas è al 14° posto con 24 punti e 6 lunghezze di vantaggio sulle ultime tre che sono Chievo (18), Cesena (12) e Parma (3).
Tutto finito? No perché altre 3 sconfitte consecutive contro Palermo, Torino e Genoa riducono a +4 il vantaggio sulla zona retrocessione ma lo spauracchio finisce qui perché si sveglia Luca Toni che si mette a segnare a raffica. Ne fa addirittura 16 nelle ultime 17 partite, che fruttano all'Hellas 22 punti nelle ultime 15 partite. Arrivano prestigiose vittorie con Napoli (2-0) e a Firenze (1-0), il rammarico per clamorosi punti lasciati per strada con Cesena (3-3 dopo essere stati sul 3-0 a 20 minuti dalla fine) e Parma (2-2 in rimonta) ed una ciliegina finale nell'ultima partita al Bentegodi con il gol di Juanito Gomez al 93' sotto la curva, in un copione incredibilmente analogo a quello dell'anno precedente, che lasca ancora una volta l'amaro in bocca alla Vecchia Signora e consente agli uomini di Mandorlini di chiudere in tripudio, con tanto di giri di campo, davanti ad un Bentegodi festante.
L'Hellas chiude così al 13° posto con 46 punti, conquistando la salvezza con ben 5 giornate di anticipo, confermando la supremazia cittadina e soprattutto fregiandosi per la prima volta del titolo di capocannoniere della massima Serie. A 38 anni, ed anche questo è un record, Toni con 22 reti vince il titolo ex-aequo con Icardi dell'Inter.
Francesco
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[1] 7 pt di penalizzazione
ZANETTI, ABBIAMO UN PROBLEMA DIETRO?
Lazio e Torino, che peraltro sono formazioni superiori, hanno evidenziato un tema già affrontato durante l'estate: la difesa. È innegabile che Sogliano abbia lavorato con maggiore attenzione alla scoperta prima e all'arrivo poi di giocatori di qualità a centrocampo e in attacco, in ottica plusvalenze. E si vede. Ogni partita scopriamo un gesto tecnico superiore alla media da parte di Harroui, Kastanos, Tengstedt, e perfino di Livramento e Mosquera. Altri ne arriveranno da nuovi giocatori che al momento non conosciamo bene perché si stanno ancora integrando. Per non parlare dell'evoluzione esponenziale di Belahyane che creerà non pochi, ma piacevoli, problemi di turnover al mister al rientro di Duda e Serdar. Sulla difesa invece non si è lavorato. O non abbastanza. Gli arrivi nel finale di Daniliuc e Bradaric non sembrano decisivi in un reparto dove Frese e Okou faticano ad adattarsi al livello del nostro campionato. E neppure i ritorni di Faraoni (bloccato a Verona solo a causa di un ingaggio pesante) e Ghilardi (mai veramente preso in considerazione) sembrano essere un valore aggiunto.
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