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Stagione 1954/55
Per la serie perseverare diabolicum est, il Presidente Giorgio Mondadori affida nuovamente la guida del Verona a Luigi Ferrero, il cui subentro a Rossetto nella stagione precedente aveva segnato il tracollo della squadra. Il Verona è alla sua ventunesima partecipazione al campionato di serie B. Il campionato di serie B edizione 1954-55 è a 18 squadre; vengono promosse in serie A le prime 2, e retrocesse in serie C le ultime 2.
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(Fonte 110 Hellas Verona)
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26 ottobre 1954 - sul pennone di Piazza Unità a Trieste viene issato il tricolore; Trieste ritorna italiana dopo il periodo di 9 anni di interregno seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Le cronache italiane, nello stesso giorno, si occupano dell'alluvione che colpisce il Salernitano causando oltre 250 morti.
26 maggio 1955 - durante una prova con la Ferrari 750 Sport sul circuito di Monza, il pilota di Formula 1 Alberto Ascari, già due volte vincitore del campionato mondiale, esce di pista e muore schiacciato sotto la vettura. Solo 4 giorni prima era uscito illeso da un incidente a Montecarlo dove la sua Lancia era finita in mare. Ascari muore a 37 anni, la stessa età che aveva il padre Antonio Ascari, anch'egli pilota, quando trovò la morte durante il G.P. di Francia del 1925.
IL "CASO FATTORI"
Sedici presunti casi di corruzione (3 in serie A, 4 in serie B, 4 in serie C e 5 nella Lega di IV serie) sono sotto indagine da parte della commissione di controllo, come riferisce il conte Rognoni, presidente della commissione stessa, durante una conferenza stampa il 22 aprile 1955. Fra i presunti casi di corruzione, c'è anche il cosiddetto "caso Fattori" relativo a Brescia - Verona del 10 aprile 1955.
Secondo la ricostruzione fatta dalla commissione, alla vigilia di Brescia - Verona, il giocatore bresciano Osvaldo Fattori, originario di San Michele Extra, viene avvicinato da un presunto emissario del Verona, Cesare Palumbo, che gli propone di coinvolgere il compagno di squadra Castoldi e di favorire il Verona. Per i due ci sarebbe una ricompensa economica ma, per Fattori, anche la tranquillità che il fratello, da poco assunto in "una azienda veronese molto vicina ad un dirigente gialloblù", sarà riconfermato al lavoro. Insomma, la faccenda prenderebbe anche la piega del ricatto.
All'incontro partecipa anche Gianfranco Cantini, dirigente del Verona, convocato da Palumbo ma ignaro del motivo. Fatto sta che, prima dello svolgimento della partita, sia la società del Brescia (informata da Fattori), sia la società del Verona (informata da Cantini) sporgono denuncia. La commissione accerta che la gara ha avuto svolgimento regolare, tuttavia, preso atto del ritardo di qualche giorno nella denuncia, sanziona Cantini con l'inibizione per tre anni, e sanziona Fattori e la società del Verona con la "deplorazione".
Sulla panchina del Verona si alternano Luigi Ferrero (dalla prima alla ottava giornata), Angelo Piccioli (dalla nona alla diciassettesima, con Giulio Cappelli direttore tecnico) e Federico Allasio (dalla diciottesima alla trentaquattresima, con Piccioli che passa a fargli da assistente).
Luigi Ferrero: 2v - 0n - 6p (4 punti in 8 partite, media punti per gara 0,500)
Angelo Piccioli: 2v - 3n - 4 p (7 punti in 9 partite, media punti 0,778)
Federico Allasio: 6v - 5n - 6p (17 punti in 17 partite. Media punti 1,000)
In estate vengono ceduti alcuni titolari ritenuti probabilmente troppo vecchi come il trentacinquenne Andrea Milani e i trentenni Zian, Zecca e Cecconi, oltre a Gariboldi e Matteucci. Dalla SPAL militante in serie A arrivano Gianluigi Stefanini e il veronese di Ronco all'Adige Erasmo Zamperlini, dall'Inter il difensore Ivano Blason, dal Genoa il centrocampista Camillo Achilli e dal Cagliari il centravanti Enrico Loranzi. Per il resto la squadra, già di per sé piuttosto giovane, viene imbottita di altri ragazzi pescati in Provincia come il diciottenne Sergio Carantini dal San Zeno, e i diciassettenni Cesare Maccacaro (dal Bussolengo) e Gianfranco Gabrielli (dall'Ostiglia).
Fra i giovani si distingue senza dubbio Cesare Maccacaro, (11 presenze e 2 reti) che viene convocato nella Nazionale juniores che ad aprile 1955 disputa in Toscana una singolare edizione del Torneo giovanile FIFA dove si disputano solo le gare dei gironi ma non vengono svolte le finali. L'Italia vince il proprio gruppo e Maccacaro segna una rete nella vittoria contro il Portogallo.
Formazione tipo: Cardani; Begalli, De Toni; Zamperlini, Franchini, Achilli; Lonardi, Luosi, Sega, Scaramuzzi, Poli.
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Mister Ferrero, come già nella stagione precedente, non riesce a trovare la quadra e colleziona 5 sconfitte nelle prime 7 partite. Quando Il 7 novembre 1954 anche il Como vince a Verona con un gol di Gandini, Mondadori affida la squadra al dott. Giulio Cappelli, già direttore tecnico dell'Inter, con il bergamasco Angelo Piccioli che va in panchina. Il Verona è ultimo in classifica con la Salernitana, a quota 4 punti.
L'esordio del duo Cappelli - Piccioli è positivo: il Verona batte il Brescia per 1-0 con gol partita di Ivano Blason. Dopo 5 risultati utili sotto la nuova gestione, i gialloblù incappano in 4 sconfitte consecutive e chiudono il girone d'andata in fondo alla classifica, stavolta da soli. A risollevare le sorti del Verona viene chiamato Federico Allasio, con Piccioli a fargli da assistente. Il comunicato del Verona giustifica il cambio alla guida in questo modo: "La presidenza ha affidato (…) la responsabilità tecnico sportiva della società al signor Federico Allasio, data l'impossibilita del dott. Giulio Cappelli di risiedere permanentemente a Verona secondo il desiderio più volte espresso da questa società". E' il primo febbraio 1955.
Per tutto il girone di ritorno, il Verona rimane aggrappato al treno della salvezza, alternando qualche buona prestazione, come le vittorie su Palermo e Cagliari, a brucianti sconfitte. Dopo aver colto l'unico successo esterno della stagione sul campo del Pavia, il Verona perde a Modena (4-0), a Padova (4-1) e in casa con la Salernitana (0-1). Per salvarsi serve un'impresa e il Verona va a vincere in casa del Vicenza, incontrastato capoclassifica e gia' promosso in serie A con ampio anticipo. Basta un gol di Zamperlini al 4' di gioco. Mancano solo 2 giornate alla fine e i gialloblù sono al penultimo posto staccati di una lunghezza dal Treviso. Alla penultima giornata, il Verona pareggia in casa 0-0 con l'Arsenal Taranto, mentre il Treviso si fa raggiungere sull'1-1 dal Modena. Tutto rinviato all'ultima giornata, con il Verona che ospita l'Alessandria e il Treviso in trasferta a Brescia.
Dopo 23 minuti, il Treviso passa a Brescia con un gol di Petris. Il Verona si scuote verso la fine del primo tempo e va al riposo sul vantaggio di 2-0 grazie alle reti di Scaramuzzi e Loranzi. Nella ripresa, un altro gol di Loranzi al 49' e il sigillo di Poli al 62' chiudono la pratica Alessandria, ma il Treviso è sempre avanti 1-0 a Brescia e a +1 in classifica. E qui il Brescia, già coinvolto nel caso Fattori e oggetto di voci su altre partite addomesticate, decide probabilmente di allontanare i sospetti e ribalta il risultato vincendo per 3-1. Fra gli autori dei gol che valgono la salvezza del Verona figura anche Osvaldo Fattori.
In serie C retrocedono Treviso e Pavia. Promosse in serie A Lanerossi Vicenza e Padova.
Paolo
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PRESIDIO PRESENTA ... QUELLO CHE HA GIA' FATTO
A differenza di molti amici tifosi che ne sentivano la necessità (addirittura, alcuni, l'urgenza) sono stato sempre piuttosto scettico sul valore aggiunto che avrebbe fornito una conferenza stampa di Presidio Investors, oltre al fatto formale e simbolico di abbinarci un volto. In primo luogo, perché abbiamo un campionato in corso e non c'è mai molto da aggiungere al di là ai risultati che vengono dal campo: quando le cose vanno bene va tutto bene, se invece le cose vanno male ci stiamo lavorando. In secondo luogo, perché ambizioni, promesse e speranze lasciano il tempo che trovano nel mondo del business. A maggior ragione se la proprietà che parla non è una persona fisica (con le sue passioni, il suo entusiasmo e il peso dei soldi che ci mette) ma un'entità e, tramite lei, un funzionario delegato a farlo col ruolo di Presidente Esecutivo. Italo Zanzi, con tono sobrio e distaccato, ha detto solo quello che poteva dire e che il suo ruolo gli consente. A tal proposito, interessante notare che, ogni volta che parla di Presidio, lo fa indicandoli come loro. Comunque, in conferenza stampa abbiamo avuto da lui solo conferme: Presidio, più che parlare fa e, da questo punto di vista, finora, ha messo in atto tutta una serie di decisioni ampiamente verificabili. In sintesi: 1) ha lasciato l'intera gestione stagionale in mano alla vecchia dirigenza – proprietà in segno di continuità 2) non ha messo soldi sul mercato invernale ritenendo (e condividendolo con Sogliano) che la classifica e il parco giocatori a disposizione sono sufficienti per salvarsi 3) se le cose dovessero andare male, ha assicurato che la società c'è. E ci mancherebbe altro ... aggiungo io 4) qualche operazione minore, per la verità, l'ha fatta sulla Primavera (in lotta con la Juventus per i playoff) e il settore femminile (in lotta per non retrocedere in serie C).
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