Sulla panchina del Verona si alternano Luigi Rossetto (dalla prima alla diciottesima giornata) e Luigi Ferrero (dalla diciannovesima alla trentaquattresima).

Luigi Rossetto: 8v – 6n – 4p (22punti in 18 partite, media punti per gara 1,22)

Luigi Ferrero: 4v – 6n – 6p (14 punti in 16 partite, media punti per gara 0,875)

La squadra del Verona può vantare diversi giovani di sicuro avvenire come Sante Begali (22 anni), Renato Luosi, Loris Lonardi, Stefano Raise, Cesare Franchini (21) e Gabriele De Toni (20). Il più giovane della rosa è Lionello Tulissi, 19 anni.

Il senatore della squadra è invece il centrocampista Andrea Milani, (34 anni), che a cavallo della Seconda Guerra Mondiale ha disputato 3 campionati con l'Ambrosiana / Internazionale.

Dai giovani arrivano alcune delle migliori soddisfazioni della stagione. Il 23 dicembre 1953 la Nazionale giovanile si raduna a Modena con 29 elementi di serie A e B sotto la guida del tecnico Lajos Czeizler. Fra i convocati figurano i gialloblù De Toni e Lonardi. Il "Pita" Lonardi aveva da poco fatto il suo esordio in stagione, all'ottava giornata, nel successo per 5-1 sul Pavia.

Formazione tipo: Cardani; Gariboldi, De Toni; Scaramuzzi, Marini, Milani; Zian, Luosi, Zecca, Cecconi, Lonardi.

Il Verona parte bene grazie ad una difesa solida che incassa il primo gol solo alla quinta giornata. In attacco si segnalano Zian e Zecca, protagonisti rispettivamente con 3 gol e 2 gol nel successo per 5-1 sul Pavia.

Fra l'ottava e la dodicesima giornata il Verona centra un filotto di 5 vittorie consecutive e si candida seriamente per la promozione. Alla tredicesima giornata, lo scontro di alta classifica fra il Catania (primo a 19 punti) e il Verona (secondo a 17) arride ai siciliani che si impongono per 3-1.

Alla fine del girone di andata, la classifica delle zone alte è: Catania 26 punti, Pro Patria 23, Verona 22.

Alla prima di ritorno il Verona perde 4-1 a Modena e il presidente Giorgio Mondadori esonera Rossetto, chiamando al suo posto Luigi Ferrero, tecnico proveniente dall'Atalanta.

La decisione lascia di stucco il tecnico, cui non viene nemmeno dato modo di congedarsi dalla squadra e che rilascia queste dichiarazioni: "Lascio il Verona senza alcuna colpa, a meno che non sia una colpa quella di aver portato la squadra al terzo posto, e con la coscienza di aver compiuto interamente il mio dovere" .

Luigi Ferrero, invece, era sotto contratto con l'Atalanta in serie A, ma di fronte alla proposta di Mondadori non esita a dare le dimissioni e a raggiungere Verona. L'Atalanta era in quel momento penultima in serie A. "Non potevo più andare avanti così (…) ma tant'è, oramai ho deciso. Si arrangeranno "loro" a mettere assieme la squadra; vedremo se riusciranno a fare meglio di me" .

Sotto la guida di Ferrero, il Verona raccoglie qualche successo di prestigio in casa, dove batte anche il Cagliari e il Catania, ma rimedia spesso sconfitte in trasferta, dove stenta ad andare in gol. A complicare ulteriormente il cammino gialloblù arriva una sconfitta a tavolino 0-2 nello scontro casalingo con la Pro Patria, a causa delle intemperanze del pubblico contro l'arbitro Arpaia, reo di aver convalidato un gol di Hofling in fuorigioco. Il Verona chiude il campionato addirittura al settimo posto, a ben 5 punti dalle seconde Pro Patria e Cagliari che si giocano l'accesso alla serie A nello spareggio del 6 giugno 1954. La doppietta di Mannucci regala la promozione ai bustocchi.

Il confronto fra gli allenatori è impietoso.

Con Ferrero, arrivato a Verona con propositi bellicosi e con il dente avvelenato nei confronti dei dirigenti dell'Atalanta, il Verona scivola dal terzo al settimo posto; senza Ferrero, l'Atalanta risale dal diciassettesimo al decimo posto.

Rossetto, esonerato da Mondadori quando il Verona era terzo in classifica, viene chiamato dalla Pro Patria sul finire di stagione, in 3 gare recupera 2 punti al Cagliari e lo batte nello spareggio. La sua rivincita è compiuta.

Paolo