1957/58: Il Verona in serie A! | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL DEBUTTO NELLA MASSIMA SERIE
Iniziamo il nostro racconto da una giornata storica per l'Hellas Verona: il 16 giugno 1957. Pareggiando con il Como nell'ultima giornata di campionato, il Verona ottiene la promozione in Serie A: è l'ultimo atto di una cavalcata trionfale, propiziata da uno straordinario rendimento interno (14 vittorie e 3 pareggi in 17 gare). Una promozione fortemente voluta e costruita negli anni, da quando, nel 1954, Giovanni Chiampan ha lasciato la presidenza al noto editore Giorgio Mondadori. Mondadori, nell'assumere l'incarico, rende subito noto il suo obiettivo: la Serie A. E' dai tempi eroici dei pioneri che il Verona non entrava nell'èlite del calcio. Il presidente ci prova un anno, poi un altro, cambia allenatori e giocatori e finalmente, nel giugno 1957, può dare corpo ai suoi sogni. Questi sono i magnifici undici che vengono addirittura incoronati d'alloro, sul campo, dai tifosi: Ghizzardi, Donzelli, Begalli, Frasi, Cardano, Stefanini, Galassini, Ghiandi, Maccacaro, Bertuccio, Bassetti. Ad allenarli è Angelo Piccioli. Smaltita la sbornia dei festeggiamenti per la promozione, Mondadori si mette subito al lavoro per allestire una rosa competitiva, in grado di costruirsi un futuro nella massima serie. E in effetti il presidente non bada a spese mettendo a segno tre colpi. Dal Milan arriva il giovane Osvaldo Bagnoli, chiuso nella squadra meneghina dai tanti campioni stranieri (Schiaffino, Liedholm e Sorensen su tutti), ma giocatore di sicuro talento. Dallo Skeid, poi, arriva il nazionale norvegese Finn Gundersen, centrocampista accreditato di ottime doti tecniche. Atleta polivalente, Gundersen era anche un ottimo giocatore di hockey su ghiaccio, tanto da meritarsi pure in questo sport la maglia della nazionale norvegese. Ma il vero boom è l'ingaggio del brasiliano Emanuele Del Vecchio, accolto a Verona come un fenomeno. L'attaccante sudamericano arriva dal Santos, il club allora più prestigioso del Brasile (vincitore dei campionati 1955 e 1956) e del quale Delvecchio era l'idolo indiscusso, tanto che la sua partenza fece scatenare i malumori della piazza (malumori che, al dire la verità, durarono poco: l'anno dopo a rimpiazzarlo ci avrebbe infatti pensato un giovanissimo Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè). E' quindi un Verona competitivo quello che si presenta ai nastri di partenza della stagione 1957-58 e l'avvio non tradisce le attese. Alla 2° giornata, battendo il L.R. Vicenza in un bellissimo derby deciso da Gundersen, i gialloblu inaugurano una serie di cinque vittorie casalinghe consecutive: dopo i vicentini infatti anche Alessandria, Bologna, Udinese e Atalanta escono sconfitti dal vecchio Bentegodi. In trasferta le cose vanno un po' meno bene ma, a parte lo 0-6 subito a Napoli, il Verona comunque non sfigura mai. Alla 8° giornata i gialloblu sono addirittura quinti, davanti a Milan e Inter. Il giovane Bagnoli, l'esperto Bassetti (foto a destra) e il bomber Del Vecchio sono i trascinatori di un girone d'andata decisamente positivo che vive il suo culmine nella fantastica vittoria alla 14° giornata contro i campioni uscenti del Milan. In vantaggio alla mezz'ora del primo tempo già per due reti a zero, i rossoneri subiscono la feroce rimonta del Verona: Del Vecchio al 37', Basiliani al 46', ancora Del Vecchio al 70' e Gundersen all'83' ribaltano clamorosamente il risultato rendendo inutile il rigore trasformato da Liedholm all'88' che fissa il 4-3 finale. Al giro di boa il Verona è sesto con 18 punti, a pari merito con il L.R. Vicenza. Ai giorni nostri si parlerebbe di zona Uefa, a quei tempi si profilava più semplicemente una salvezza tranquilla. Il girone di ritorno si apre con altre due vittorie casalinghe spettacolari. Alla 20° giornata gli scaligeri battono 5-3 la Sampdoria (vedi foto a in basso a destra), trascinati da uno scatenato Del Vecchio, che mette a segno 5 reti, record di sempre per un gialloblu in Serie A. Alla 22° poi è la volta del Napoli che soccombe per 4 reti a 3. Mancano 12 giornate alla fine, il Verona è quinto in classifica con 7 punti di vantaggio dalla zona retrocessione. Cambiano gli allenatori (a Piccioli subentra Bonizzoni rilevato a sua volta da Tavellin), la squadra viene rivoltata con l'inserimento di diversi giovani (tra i quali spicca il futuro vice-campione del mondo Pierluigi Cera che esordisce alla 31° giornata contro il Milan), ma non c'è niente da fare e la crisi appare irreversibile. Un lumicino di speranza, a dir la verità, si riaccende alla 33° giornata quando ritorna la vittoria, per 2-0 contro il Torino con reti di Del Vecchio e Meggiorini, e il Verona, sempre ultimo con 26 punti si ritrova a meno due da Lazio, Genoa, Spal, Atalanta e Sampdoria. Spareggio reti alla mano gli scaligeri vincendo a Roma contro la Lazio sono salvi, ma si tratta di un'illusione. Il 22 maggio infatti, nella sfida decisiva, i gialloblu vengono umiliati da un secco 4 a 0 in una gara mai in discussione e chiudono il campionato all'ultimo posto. Fine della storia? No, perché a metà giugno la disciplinare, in seguito al complesso caso di illecito "Azzini-Casari" (vedi sotto), retrocede d'ufficio all'ultimo posto l'Atalanta e garantisce al Verona la possibilità di giocarsi la salvezza contro il Bari, squadra classificatasi seconda in Serie B. Ma i gialloblu si confermano "bolliti" e lo spareggio non ha storia, finendo solo per prolungare l'agonia di un retrocessione per molti versi incredibile. Ultimo atto di quella stagione decisamente da dimenticare sono le dimissioni di Mondadori che aprono un periodo difficile per il club scaligero. Il caso Azzini
La prima avventura in A dell'Hellas si conclude dunque in maniera balorda. Dopo un'inizio esaltante infatti la squadra getta al vento la permanenza nell'elite del calcio per colpa di una serie negativa di risultati clamorosa (3 punti in 12 partite!). I tifosi sono arrabbiati e delusi, la società allo sbando. Ma dall'alto qualcuno sembra commiserarsi per il triste ed ingiusto destino dei gialloblù e così all'improvviso, inaspettatamente, salta fuori un caso che rimette in discussione l'intera classifica finale, ultimo posto (del Verona) compreso. E' il "caso Azzini". Nell'occhio del ciclone, in questa sporca faccenda, ci finisce la grande sorpresa del campionato, il Padova di Nereo Rocco, giunto terzo al termine di una stagione esaltante. Il "fattaccio" accade il 30 marzo 1958: all'Appiani, dove persino la Juve lanciata verso il tricolore ha dovuto accontentarsi di un pari un mese prima, la pericolante Atalanta passa per 3-0. Sei giorni dopo, la Sampdoria, interessata ugualmente alla lotta per la salvezza, denuncia un illecito e subito spunta una "supertestimone". Si chiama Silveria Marchesini, indossatrice: è (anzi è stata, preciserà l'interessato) la fidanzata di Giovanni Azzini, aitante centromediano del Padova. Forse per vendetta dopo l'abbandono, la ragazza spiffera una storia clamorosa: il 24 marzo, lunedì precedente la partita, si sono incontrati a Brescia, presso un distributore di benzina di Via Piave, il celebre "imprenditore dell'illecito" Eugenio "Gegio" Gagiotti, già da tempo colpito da inibizione federale, e Bepi Casari, ex portiere di Padova e Atalanta. L'incontro è già di per sé sospetto, vista la fama di Gaggiotti, uno che in un'intervista a Indro Montanelli presentava così il suo curriculum: "In carriera ho comprato 64 partite. Un capolavoro, signori miei; anzi, una serie di capolavori". I due, scambiate poche parole, hanno poi raggiunto Azzini al ristorante "Tre Camini", alla periferia di Brescia, e hanno concluso l'affare, combinando la sconfitta degli uomini di casa. Casari e Gaggiotti, dopo i primi "no", ammettono un incontro tra vecchi amici, Azzini invece nega. Spunta un nuovo testimone: il benzinaio di via Piave, Pietro Torosani, che conferma tutto condendolo di una serie di dettagli, tra cui l'aver giocato in combutta con Gaggiotti, due giorni dopo, una schedina col "2" fisso su Padova-Atalanta. Si apre il dibattitto presso la "Co-Co", la Commissione di controlla della Federcalcio, dove Azzini accusa la "dama biancoscudata" di avere intascato una somma di danaro per promuovere la prontezza della propria memoria. Anche Torosoni sarebbe stato generosamente "aiutato" a ricordare. In ogni caso un'unica cosa sembra certa: la partita è stata combinata. E a stagione finita (a fine di giungo) arriva finalmente la sentenza: l'Atalanta viene retrocessa ultima e condannata alla B, il Verona quindi passa al penultimo posto ed acquista il diritto a giocarsi la permanenza in A in uno spareggio col Bari (secondo della B), mentre Azzini viene squalificato a vita. Viene invece lasciato indenne il Padova in quanto la Federcalcio non ritiene che la società sia coinvolta direttamente nell'accaduto. Al Verona viene dato così un'ultima possibilità di rimanere in A. Le cose però, come sappiamo vanno ancora una volta nella maniera sbagliata e i due spareggi giocati a Bologna e Roma servono solo ad umiliare ulteriormente una squadra ormai senza più classe né anima. Il Bari vince in carrozza sia all'andata che al ritorno grazie ai tre gol del suo bomber, Erba. Tutto finito? Per il Verona purtroppo si, non invece per Azzini. Questi infatti non demorde. L'anno successivo ottiene la riapertura dell'inchiesta, che porterà il 3 novembre 1959 all'assoluzione dell'Atalanta "per non aver commesso il fatto" (peraltro con la squadra bergamasca già tornata in A sul campo) e alla riduzione a due anni della squalifica di Azzini. Un verdetto ambiguo, che tuttavia consentirà al giocatore di riprendere la carriera nell'estate del 1960. |
TUTTI I NUMERI DEL CAMPIONATO
** Atalanta retrocessa all'ultimo posto per giudizio sportivo
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Verona, 09/02/1958 ore 15:00 - Serie A - Giornata 20 | ||
HELLAS VERONA Servidati, Basiliani, Cuttica, Tesconi, Larini, Stefanini, Bagnoli, Ghiandi, Del Vecchio, Gundersen, Bassetti. |
5 |
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SAMPDORIA Bardelli, Farina, Sarti, Martini, Bernasconi, Mori, Bolzoni, Ocwirk, Firmani, Vicini, Tortul. |
3 |
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Marcatori: |
H.Verona: 39' Del Vecchio, 46' Del Vecchio, 56' Del Vecchio, 84' Del Vecchio, 88' Del Vecchio
Sampdoria: 18' rig. Tortul, 32' Firmani, 47' Firmani |
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Arbitro: | Angelini di Firenze | |
Note: | - | |
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