I dribbling a centrocampo di Gregori
Era la prima metà degli anni ’90, in europa in pochi conoscevano Chilavert e non era ancora l’epoca dei portieri goleador eppure sui campi di gioco in Italia c’era un estremo difensore che, pur senza segnare, si divertiva ad abbandonare la porta per avventurarsi in folli e rischiosi dribbling fino a metà campo. Quel portiere era Attilio Gregori, la maglia (anche) gialloblu.
Il motivo di quelle sortite un po’ pazze? Lo troviamo nelle parole del diretto interessato, rilasciate a qualche anno di distanza.
“E del goal fatto alla Lodigiani cosa hai da dire? Sei entrato di diritto nell’Olimpo dei portieri goleador oppure sei solo un pazzo?” “Prima di smettere volevo provare ad ogni costo la sensazione di segnare un goal. Ho provato a Verona, ma mi è andata male perché ho sbagliato un rigore.
Nella partita Frosinone Lodigiani, campionato di C2, ci ho riprovato: ho battuto un calcio di punizione e mi è andata bene; penso che in Italia gli altri portieri goleador abbiano segnato solo di testa e mai di piede, quanto meno mai su tiro piazzato”.
“Ti piaceva anche fare dei dribling ai tuoi avversari…”“Si. Mi fai tornare in mente Messina Verona: stavamo perdendo due a uno; eravamo nei minuti di recupero: sono partito dal mio centrocampo e mi sono messo a dribblare i Messinesi; li avevo dribblati tutti tranne uno; era Ficcadenti... Lui mi tolse la palla e il Messina con tre passaggi, approfittando della porta lasciata da me vuota, con Cambiaghi segnò il terzo goal”.