Nato a: Chioggia (Ve)
Il: 17.10.1953
Nazionalità: italiana
Altezza: 180 cm
Peso: 75 Kg
Ruolo: attaccante
Palmares: 1 scudetto (Juventus 1983-84), 1 Coppa delle Coppe (Juventus 1983-84)
Club scuola: Borgosesia
Nazionale: 0 pres. 0 gol
•«La coppa Italia resta il vero rimpianto dei miei due anni con l'Hellas•»
La storia di Domenico Penzo, da tutti chiamato Nico, è indubbiamente legata ai successi del primo Verona di Bagnoli. Alto e potente il •«venessiano•» di Chioggia rappresentava l'ideale terminale offensivo della gran quantità di gioco prodotta dalla squadra gialloblù. Forte di testa e dotato di buona tecnica Nico Penzo era capace di percussioni irresistibili e di conclusioni devastanti. Di lui, qui a Verona, si hanno ricordi assai positivi legati in particolare alla straordinaria cavalcata nella Coppa Italia 1982/83 della quale Penzo fu autentico protagonista, artefice di un sogno infrantosi solo all'ultimo atto contro la nemica di sempre. Un giocatore in grado di regalare emozioni e soprattutto gol, molti moltissimi gol. A Verona infatti Nico visse le due stagioni più belle della sua carriera trovando una completa maturità agonistica.
Nato in un nebbioso giorno d'ottobre del'anno 1953 Penzo cresce a pane e calcio. Con il pallone tra i piedi ci sa fare e Nico è sempre il migliore nelle partitelle tra amici con la squadretta locale. Ben presto finisce nelle giovanili del Varese nel quale trova l'ambiente e gli uomini ideali per crescere con tranquillità. All'età di diciannove anni la squadra piemontese lo cede al Borgosesia, piccola formazione di Serie D dell'omonima cittadina vicina a Biella. Nonostante la giovane età Nico Penzo vive da protagonista la sua prima stagione in una squadra vera, mettendosi in luce come uno dei più promettenti talenti in circolazione. Passato alla Romulea il centravanti di Chioggia fa ancora meglio tanto da meritarsi nell'estate del 1974 il grande salto in Serie A: ad attenderlo è la Roma. La squadra giallorossa, reduce da un campionato di media classifica, utilizza il giovane come attaccante di scorta dietro al veterano Prati. Penzo non gioca tantissimo segnando una sola rete ma a fine anno festeggia con la squadra uno splendido terzo posto. Niente male per uno che dieci mesi prima giocava nei campetti di provincia. Tuttavia il veneziano non è ancora maturo per un'esperienza da titolare in Serie A e così, ancora una volta, è costretto a cambiare casacca. Tre mesi a Piacenza e poi via di nuovo, a Benevento in Serie C. Nico, ventiduenne trova finalmente i presupposti e l'ambiente ideali per mettere in mostra le proprie qualità di centravanti. In tutto ventisette gol in due stagioni considerando anche la promozione con la maglia del Bari. Penzo sembra ormai maturo per le grandi platee e per lui la Serie B appare solo come una tappa di passaggio. Nonostante i numerosi gol che di stagione in stagione mette a segno con la maglia della squadra di turno, per una serie di circostanze nessuna formazione di Serie A dimostra di credere in lui e quando ritorna nella massima Serie con il Brescia fallisce malamente l'occasione.
E' l'estate del 1981 quando Penzo passa all'Hellas Verona: il centravanti veneziano ha ormai ventotto anni e in Serie B sembra aver trovato la sua dimensione. Ad affiancarlo nell'attacco della rinnovata formazione scaligera è il concittadino Gibellini, centravanti astuto e opportunista perfettamente complementare alle sue caratteristiche. L'annata si rivela ben presto trionfale sia per la squadra che per Nico che diventa il bomber del Verona con quattordici reti all'attivo. Ma il meglio deve ancora venire. In estate la squadra di Bagnoli, brillante neopromossa, compie una straordinaria campagna acquisti con l'arrivo di diversi giocatori importanti in un perfetto mix di esperienza e gioventù. Luciano Marangon, Spinosi, Volpati, Sacchetti, Dirceu, Fanna e Zmuda vanno a rinforzare un telaio già rodato ed organizzato contribuendo a fare del Verona la futura rivelazione del campionato. Nel nuovo Hellas Penzo assume il ruolo di unica punta, rivelando alla soglia dei trent'anni le sue superbe doti di cannoniere. Sì perché l'attaccante veneziano disputa una stagione monstre insediandosi ai vertici della classifica marcatori della Serie A e divenendo assoluto protagonista delle imprese dell'Hellas in Coppa Italia. Indimenticabile, in particolare il gol segnato ai quarti con il Milan. La squadra di Bagnoli si era qualificata alla fase finale di Coppa Italia, che venne disputata tra fine maggio e giugno. Nella prima partita dei quarti i gialloblù pareggiano 2-2 col Milan al Bentegodi. Il ritorno a San Siro è memorabile: sotto per 3 a 2 a dodici minuti dalla fine l'Hellas appare ormai spacciato. Ma i nostri non si danno per vinti e si riversano nell'area avversaria: al novantesimo una incredibile prodezza di Penzo porta le squadre sul 3 a 3, mandando in semifinale i gialloblù e in delirio i tifosi scaligeri. La gioia è incontenibile e Nico viene sommerso dai compagni riuniti in un mucchio gioioso: con loro festeggiano le migliaia di cittadini radunatisi sul Liston per l'occasione. Superato il Torino l'Hellas si trova ad affrontare in finale la Juventus in un doppio match dalle emozioni infinite destinato purtroppo ad un triste epilogo. Penzo è ancora una volta protagonista ma il suo gol all'andata, che contribuisce al risultato finale di 2 a 0 per gli scaligeri, viene vanificato dalla rimonta a Torino dei gobbi, trascinati da un incontenibile Platini. Il gol del francese all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare rimane una delle delusioni più cocenti della storia dell'Hellas e Penzo ne è sfortunato attore.
In estate la sua esperienza a Verona finisce e Nico si avvia a vivere le sue ultime stagioni da calciatore: nell'1983/84 vaproprio alla Juve con la quale conquista Coppa Coppe (da protagonista) e scudetto (da panchinaro). L'anno successivo passa al Napoli dove gioca (e segna) pochissimo fino a che nel 1986 decide di lasciare l'attività agonistica.
Dotato di intelligenza e spirito critico, Penzo si ricicla negli ultimi anni come opinionista delle reti televisive locali rimanendo profondamente legato a Verona, la città che ha scelto come casa.
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