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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

PROCESSO A SEAN SOGLIANO (prima parte)

Hellastory: Le Ultimissime

PROCESSO A SEAN SOGLIANO (prima parte)
PROCESSO A SEAN SOGLIANO (prima parte)

Il lavoro del direttore sportivo siamo abituati a valutarlo prima e dopo. Prima, quando c'è il calciomercato estivo per le ovvie considerazioni su acquisti e cessioni. Dopo, cioè durante la pausa invernale (lunghissima quest'anno) e il relativo mercato e ancora più «dopo» alla fine del campionato con le inevitabili somme da tirare sulla stagione conclusa. In tutto quello che non è ne prima ne dopo solitamente la critica la becca sempre e solo l'allenatore. Ora che siamo in un momento di pausa e siamo alle porte del calciomercato vale la pena fare il punto della situazione sulla squadra che ha preparata il nostro Sean Sogliano per capire dove e cosa si può migliorare.

L'analisi che facciamo, o processo che di si voglia, parte da una domanda: doveva il direttore sportivo consigliarsi con il mister nella scelta dei giocatori da comprare? A ragion veduta diciamo decisamente che si, doveva farlo. Sogliano e Mandorlini si sperticano nel dire che gli acquisti sono stati fatti di comune accordo, altri dicono che non è andata propriamente così e che a Mandorlini è stato presentato un blocco di giocatori più o meno a scatola chiusa. D'altro canto se dai piena fiducia ad un allenatore (e la fiducia è stata confermata di continuo) allora avrebbe senso cercare di reperire giocatori funzionali al gioco del mister. Anche uno o due giocatori «in più» o «fuori ruolo» o magari «non pienamente graditi» potrebbero minare irreparabilmente l'equilibrio della squadra. L'ipotesi più probabile è che Sogliano abbia fatto un...pastrocchio di entrambe le situazioni. Prima ha preso una serie di giocatori a lui congeniali e di scuderia poi, in un secondo momento (o quasi all'ultimo) ha più o meno corretto il tiro consultandosi con il mister per capire dove poter operare. Però intanto l'affermazione della sua leadership non è più in discussione: «i giocatori li prendo io, al massimo ti degno di darmi qualche dritta a lavori quasi ultimati» . Non c'è bisogna di uno scienziato per capire che la nuova società di Setti punta su Sogliano e Gardini a differenza della passata gestione Martinelli che puntava tutto sul carisma di Mandorlini. Prendete delle copie a caso del magazine ufficiale della società e contate quante volte vedete la faccia di Sogliano-Setti-Gardini e quante quella di Mandorlini. Ai tempi di Martinelli invece trovavamo Mandorlini praticamente su tutte le pagine e in tutte le salse.

Chiaramente è solo una constatazione fine a se stessa, quel che conta, lo sappiamo tutti, è il risultato sportivo finale.

A proposito di risultato sportivo, sappiamo per certo che Setti a Mandorlini ha chiesto la promozione diretta. Primo o secondo posto, oppure terzo con 10 punti di margine (testuali parole di Setti). Di conseguenza deve aver fatto la stessa richiesta a Sogliano.

In questo contesto non riusciamo a incasellare il capriccio del presidente, il giocatore più chiacchierato e invocato degli ultimi secoli: Valerj Bojinov.

Non riusciamo a incasellare questo acquisto perché se il presidente voleva che fosse la ciliegina sulla torta allora significa che sia Setti che Sogliano dovevano essere convinti che questa squadra fosse a tutti gli effetti già!una torta. Non possiamo pensare che si possa comprare un quasi ex-giocatore per provare a rigenerarlo e farlo ritornare quel campione che era quando hai appena rifondato una squadra e con questa vuoi mirare dritto ad andare in serie A. Se il giocatore in questione fosse stato effettivamente pronto fin da subito allora non ci sarebbero stati problemi a far integrare un «campione», ma dato che si sapeva che Bojinov andava aspettato e inserito gradualmente allora il risultato era scritto già in partenza. Aggiungiamoci che non godeva dei favori del mister (al quale spetta di diritto la scelta tecnica) e che la squadra non si è rivelata la torta che si aspettavano i dirigenti e la frittata è fatta. Bojinov è stata una grande delusione per alcuni, per altri invece è stata solo la conferma dei timori e delle perplessità che hanno accompagnato il suo acquisto. Un «fenomeno da giornalisti» lo possiamo definire, nonostante si sia dimostrato una persona seria e professionale. Parte o resta? Se parte amen, pochissimi lo rimpiangeranno, se resta ci vorrà ancora molta pazienza. Per lui 15 presenze tra campionato e coppa e 1 rete, bella e decisiva per altro. Per il resto tante prestazioni tanto frenetiche quanto incolori.

Ben altro discorso possiamo fare con Daniele Cacia. Un giocatore veramente azzeccato, gradito al mister già in tempi non sospetti. Questo è un acquisto perfetto se l'obiettivo è una promozione. Un giocatore che in serie B ha sempre segnato con grande regolarità, ne troppo vecchio ne troppo giovane, al massimo (teorico) del rendimento sportivo. 20 presenze in campionato e 13 reti significano che sta rendendo più di quanto non avesse fatto nelle ultime stagioni dove segnava circa 1 gol ogni 2 partite. Premesso che nel calcio nulla va dato per scontato, avere in rosa Cacia è effettivamente come avere in mano un assegno circolare.

Sempre restando nel settore d'attacco parliamo della trio Carrozza-Grossi-Rivas. Sono i tre giocatori di scuderia che Sogliano si è accaparrato in fretta all'inizio del mercato. Questo significa che faceva cieco affidamento su di loro per una resa immediata a suon di gol, assist e cross. Grossolano errore da parte del direttore sportivo. Nessuno dei tre ha dato quanto ci si aspettava. Tutti, chi più chi meno (Carrozza e Grossi di meno, Rivas di più) hanno reso molto sotto le aspettative. Paradossalmente quello dei tre che doveva essere «pronto» subito, cioè Rivas, è stato quello che meno ha dato a questa squadra. Rivas è partito in maniera discreta, qualche spunto anche se sterile, per poi perdersi completamente e diventare una spina nel fianco nostro anziché in quello degli avversari. Carrozza è invece da rivedere. E' partito con qualche problema fisico e le sue prestazioni sono andate in crescendo culminando nella gara contro il Modena dove ha giocato una discreta partita, nonostante qualche momento di appannamento. Su Grossi che possiamo dire? Buona riserva, forse. Qualche colpo ogni tanto ma poca sostanza. 19 presenze e 1 gol per Rivas, 19 presenze ma nessun gol per Grossi e 9 presenze con nessun gol anche per Carrozza.

Se questo era il trio di attaccanti su cui puntava Sogliano, beh, allora un mea culpa va fatto.

Riguardo Andrea Cocco non ci sentiamo di dire molto. Per quanto visto è sicuramente un buon giocatore e meriterebbe di trovare più spazio. 12 presenze e 1 solo gol potrebbero sembrare numeri impietosi però c'è da dire che in molte occasioni è entrato per pochi minuti e in solo 3 partite ha giocato più di un tempo. Va registrato anche il repentino gol, bellissimo e pesantissimo, a Palermo in coppa Italia che ci ha spianato la strada verso un'incredibile rimonta. Da rivedere sicuramente nel girone di ritorno.

fine prima parte

Valeriano

Hellastory, 04/01/2013

IL VERONA E' UN ASSET


Ogni passaggio di proprietà rappresenta per il tifoso la chiusura di un'epoca. Si perdono i riferimenti emotivi, si aprono nuove speranze, si teme sempre un po' anche per la competenza dei nuovi arrivati. Poi c'è il giudizio storico della (lunga) parentesi settiana definito dai suoi risultati sportivi, dalla permanenza in serie A, dallo spettacolo calcistico offerto (in termini di giocatori che lo hanno espresso e dei tecnici che lo hanno preparato), dall'immagine complessiva che ha ritratto il Verona sotto il suo comando. In tutto questo c'è soprattutto una stagione aperta e una salvezza da conquistare. Insomma, all'assalto del tifoso convergono tutta una marea di sensazioni nuove che eccitano ancora di più lo stato d'animo. Più una, alla quale non eravamo abituati: il passaggio da una proprietà individuale ad un fondo di investimento americano (private equity). Mettiamo subito in chiaro un punto: ogni passaggio di proprietà, a prescindere da quello che accadrà in seguito, è sempre un'ottima notizia. È sufficiente realizzare da una parte che il vecchio ha alzato bandiera bianca di fronte alla gestione del quotidiano, sempre più difficile da sostenere, e alla difficoltà di assicurare un futuro in linea con gli anni passati, soprattutto in un periodo economico caratterizzato dall'aumento dei costi e stressato dal Covid prima e dagli alti tassi di interesse poi. Dall'altra, il nuovo arriva con la certezza di fare bene portando con sé nuove risorse, entusiasmo e voglia di fare. Uscire al momento giusto poi aiuta tutti, tifosi compresi.

[continua]

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