Con il comunicato di martedì 30 agosto, il presidente Martinelli ha portato l'attenzione del popolo gialloblu sull'ennesima multa subìta dalla società (questa volta di 6 mila Euro) per il comportamento di discriminazione razziale messo in atto da una piccola parte dei tifosi scaligeri ai danni dell'ivoriano Kone in occasione della partita Verona-Pescara. Il presidente ha chiuso il suo messaggio affermando perentoriamente che "è ora di finirla con gli ululati, perchè in questo modo si sprecano risorse utili al club a causa di comportamenti contrari alla nostra etica".
CRONISTORIA DI UN ORRORE: Il rapporto tra la tifoseria dell'Hellas ed il razzismo rappresenta un problema ormai annoso e che affonda le proprie radici negli interessi politici (di estrema destra) che ruotano attorno al mondo del tifo organizzato gialloblu. Era il 28 aprile 1996 quando si consumò quello che è rimasto l'episodio più tristemente famoso di questo rapporto: in risposta alle
voci di un interessamento da parte del Verona per il colored olandese Ferrier, in Curva fu fatto penzolare un manichino nero con la scritta: "Negro go away". Verso la fine degli anni '90, grazie anche gli effetti della sentenza Bosman che aumentò notevolmente il numero di stranieri nei campionati italiani, si diffuse sempre più il malcostume degli ululati ai giocatori avversari di colore (inaugurato già negli anni '80), accompagnati spesso da stucchevoli cori su banane e quant'altro. Inizialmente vissuto da molti come un atto di pura goliardia (caratteristica che da sempre contraddistingue la tifoseria gialloblu), il fenomeno degli ululati attirò ben presto l'attenzione della stampa nazionale, rafforzando la fama di Verona
città razzista. Ad alimentare ulteriormente tale fama si aggiunsero le dichiarazioni del presidente Pastorello sull'inopportunità di ingaggiare giocatori di colore come Ze Maria (1999) e MBoma (2001) in una piazza come Verona. Nel corso di tutto il primo decennio del 2000 (decisamente negativo per le sorti sportive della squadra, passata dalla serie A alla Lega Pro), nonostante una maggiore presa di consapevolezza da parte della maggioranza dei tifosi gialloblu, il fenomeno degli ululati non si è mai estinto, ripresentandosi con particolare recrudescenza nei momenti di maggiore frustrazione del popolo scaligero. Tanto che nel maggio del 2005 arrivò per il Verona una storica squalifica del campo, per i cori razzisti riservati al giocatore del Perugia Colì: il 28 maggio 2005 la gara interna con la Salernitana fu così disputata a porte chiuse. Qualche piccolo passo in avanti, a dire il vero, lo si è fatto: negli ultimi anni gli ululati di pochi sono sempre più stati
coperti dai fischi di disapprovazione di gran parte del pubblico del Bentegodi; l'effetto è che comunque il calciatore di colore avversario si trova a dover giocare in un ambiente che lo subbissa di fischi e ululati ad ogni tocco di palla. E' quanto è successo appunto all'ivoriano Kone, nel secondo tempo giocato a Verona domenica scorsa. I risultati della storia riepilogata con questo breve excursus sono purtroppo sotto gli occhi di tutti: Verona è diffusamente considerata come l'emblema della città razzista, nonostante uno studio recente (aprile 2010) patrocinato dall'Università Bocconi abbia messo in rilievo come gli immigrati regolari della città scaligera siano quelli che si sentono meno discriminati nel campione di 8 città italiane esaminate (Alessandria, Bologna, Brescia, Lucca, Milano, Prato, Rimini, Verona). Questa palese contraddizione è il frutto certamente della cattiva informazione di parte dei media, che guardano spesso con antipatìa a
Verona per evidenti ragioni politiche (si pensi al caso Marsiglia o alle recentissime polemiche sul presunto contenuto razzista della pur inopportuna uscita di Mandorlini alla presentazione dell'Hellas 2011-12), ma trova anche terreno fertile nei comportamenti citati di una ristretta ma rumorosissima parte della tifoseria gialloblu.
NON SOLO ETICA: I COSTI DEGLI ULULATI. Come accennato nel proprio messaggio dal presidente Martinelli, quello degli ululati rappresenta un grosso problema per la società Hellas Verona non solo perché si tratta di un gesto eticamente riprovevole, culturalmente ignorante e con pessime ricadute sull'immagine della città, ma anche perché, in maniera più prosaica, finisce per gravare pesantemente sulla situazione economica già difficile della società. Di seguito sono elencate, partita per partita, tutte le multe comminate all'Hellas nel corso della stagione 2010-11, con l'indicazione dell'importo e delle ragioni delle stesse.
Dettaglio analitico multe 2010-11:
Giornata |
Partita |
Risultato |
Multa |
Motivazione |
1 |
Paganese-H.Verona |
2-1 |
6.500 |
Discriminazione razziale, lancio bottiglia |
2 |
H.Verona-Como |
0-2 |
1.500 |
Fumogeni |
3 |
Monza-H.Verona |
1-5 |
5.000 |
Discriminazione razziale |
15 |
H.Verona-Pavia |
0-0 |
1.500 |
Frase offensiva all'arbitro da staff società |
17 |
H.Verona-Pergocrema |
0-0 |
1.000 |
Fumogeni |
18 |
H.Verona-Paganese |
4-0 |
1.000 |
Fumogeni |
19 |
Como-H.Verona |
1-1 |
10.000 |
Discriminazione razziale |
20 |
H.Verona-Monza |
2-0 |
800 |
Fumogeni |
23 |
H.Verona-Reggiana |
1-0 |
1.000 |
Fumogeni |
24 |
Cremonese-H.Verona |
1-2 |
750 |
Presenza indebita spogliatoi di staff società |
25 |
H.Verona-Ravenna |
4-2 |
1.000 |
Fumogeni |
27 |
H.Verona-Spezia |
1-0 |
1.000 |
Fumogeni |
28 |
Virtus Bassano-H.Verona |
1-1 |
350 |
Fumogeni |
29 |
H.Verona-Salernitana |
2-1 |
4.000 |
Fumogeni; discriminazione territoriale |
30 |
Sorrento-H.Verona |
2-0 |
5.000 |
Discriminazione territoriale |
31 |
H.Verona-SPAL |
1-0 |
10.000 |
Petardi; discriminazione razziale |
33 |
H. Verona-Lumezzane |
1-0 |
10.000 |
Petardi; discriminazione razziale |
SF A |
H.Verona-Sorrento |
2-0 |
7.500 |
Fumogeni; discriminazione territoriale |
SF R |
Sorrento-H.Verona |
1-1 |
5.000 |
Discriminazione territoriale e razziale |
F A |
H.Verona-Salernitana |
2-0 |
10.000 |
Fumogeni; discriminazione territoriale e razziale |
F R |
Salernitana-H.Verona |
1-0 |
5.000 |
Discriminazione territoriale e razziale |
Riepilogo stagionale:
Motivazione |
Casa |
Trasferta |
Totale |
Discriminazione territoriale e razziale* |
32.500 |
35.500 |
68.000 |
Lancio oggetti (fumogeni/petardi/bottiglie) |
12.300 |
1.350 |
13.650 |
Comportamenti dello staff società |
1.500 |
750 |
2.250 |
Totale |
46.300 |
37.600 |
83.900 |
* Elaborazione dati tratti da: www.lega-calcio-serie-c.it. In caso di multe per ragioni multiple si è attribuita la cifra di 1.000 Euro al lancio fumogeni/petardi ed il resto alla "discriminazione territoriale e razziale".
I dati elencati evidenziano come nella scorsa stagione i comportamenti di discriminazione razziale e territoriale dei tifosi gialloblu siano costati alla società circa 68 mila Euro. Si tratta di una cifra ragguardevole, che corrisponde grosso modo al valore di 368 abbonamenti interi di curva sud per la stagione 2011-12 o all'incasso relativo a 3.778 biglietti di curva per una singola partita. Tali cifre, è bene ricordarlo, sono maturate in un campionato, come quello di Lega Pro, in cui la presenza di giocatori di colore è notevolmente inferiore rispetto alla Serie B ed è pertanto preventivabile che quest'anno, se non vi saranno cambiamenti di rotta, le multe saranno significativamente più elevate, con il rischio di squalifica del campo che potrebbe tornare
a presentarsi come un'eventualità reale.
MORAL HAZARD E BUON SENSO: ALLA RICERCA DELLE POSSIBILI SOLUZIONI: La teoria economica ha elaborato un concetto tutto sommato banale, ma estremamente fecondo in termini di capacità esplicativa: il moral hazard. L'azzardo morale descrive in economia quelle situazioni di opportunismo post-contrattuale, che possono portare gli individui a perseguire i propri interessi a spese della controparte, confidando nella impossibilità, per quest'ultima, di verificare la presenza di dolo o negligenza. L'azzardo morale, che si realizza in presenza di un'asimmetria informativa tra le controparti (ossia una parte non ha accesso ad informazioni che riguardano i comportamenti dell'altra), influisce sull'efficienza dei mercati, perché i benefici extra ottenuti dagli assicurati sono spesso inferiori ai costi loro associati e sostenuti dalla controparte. Un esempio classico di moral hazard lo si può rinvenire nel mercato delle assicurazioni con
gli assicurati che tendono a modificare il loro comportamento riducendo la prudenza necessaria per evitare o minimizzare le perdite. Ma lo stesso tipo di meccanismo lo si vede all'opera anche nella vita di tutti i giorni, laddove delle persone possono sentirsi incentivate ad intraprendere comportamenti eccessivamente rischiosi, qualora esse possano preventivare una significativa probabilità che i costi associati ad un eventuale esito negativo ricadano sulla collettività, o su altre persone o categorie di persone. A ben guardare, il problema del razzismo negli stadi è una tipica questione di azzardo morale: una piccola parte della tifoseria mette in atto comportamenti socialmente svantaggiosi, confidando nel fatto che a pagarne i costi sarà qualcun altro (nel caso in specie, la società). La soluzione teorica del problema sarebbe dunque quella di trovare il meccanismo per far pagare ai diretti interessati il costo della loro condotta, eliminando l'asimmetria informativa che impedisce
alla società Hellas Verona
di rivalersi sui responsabili. Ciò comporterebbe la necessità di identificare,
attraverso telecamere, gli "ululatori"; si tratta di una soluzione che presenta, evidentemente, delle problematiche tecniche e giuridiche notevoli, se non proprio insormontabili. Ancora una volta la teoria, anche se autorevole ed accademicamente accreditata, si scontra duramente con la realtà, che presenta una complessità difficilmente riducibile a schemini matematizzati. E' probabile allora che l'unica via percorribile sia sempre la solita, che tuttavia, nonostante gli sforzi intrapresi anche dalla società, finora ha portato a risultati solo parziali. Il riferimento, ovviamente, è quello ad una progressiva opera di sensibilizzazione e presa di coscienza da parte di tutti i tifosi gialloblu sull'assurdità sotto ogni punto di vista di questi comportamenti di discriminazione razziale. Solamente togliendo al gesto degli ululati ogni residuo connotato di vittimismo, di ribellione al sistema e di rivendicazione politica identitaria, il popolo gialloblu potrà finalmente lasciarsi il problema del razzismo
alle spalle.
Enrico