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HELLAS VERONA / Le Ultimissime

PRO SESTO - VERONA 1-1

Hellastory: Le Ultimissime

PRO SESTO - VERONA 1-1

dal nostro inviato Massimo

UN PUNTO CONTRO LA SFIGA

Il Campionato di Galli, Cipollini e Sarri inizia nella periferia nord di Milano, a Sesto san Giovanni, laboratorio discutibile di riconversione post industriale e affollato dormitorio multietnico. Il centro storico manca completamente di una forma decente di accoglimento e, per questo, gli unici luoghi di aggregazione sono diventati i modernissimi centri commerciali che crescono tutti intorno. Anche allo stadio ci vanno pochi cristi e la curva biancoazzurra ricorda più o meno una riunione di condominio diuna palazzina di 4 piani, personale di servizio compreso.

Piove, governo ladro scriveva il grande Gozzano. Questo spiega la disaffezione verso la politica del migliaio di eroi presenti, disposti a tutto pur di seguire la propria squadra del cuore. A palazzo, qualcuno, dovrebbe pure tenerne conto. Basterebbe invocare dio pluvio che la smetta di rompere gli zebedei durante una partita di pallone, oppure che fornisca di un tetto la tribuna distinti dello stadio Breda.

Il Verona di Sarri è una squadra molto accademica, nel quale ognuno trova la sua collocazione naturale anche per merito del lavoro meticoloso svolto in Toscana. Il mister si affida subito ai nuovi: Gonnella dirige le retrovia, Comazzi è spostato sulla fascia destra con Sibilano al centro e Morabito a sinistra. In mezzo al campo c'è Piocelle che nei primi minuti fa da spalla a Corrent; poi però prende in mano la situazione e diventa lui il padrone del gioco. Non so quanti palloni abbia conquistato. Sulle fasce, Vigna a destra e Cossu a sinistra stentano a prendere profondità e allora ci pensa Da Silva a conquistare qualche buon pallone per Altinier, ex mantovano caparbio e desideroso di farsi apprezzare dai nuovi tifosi.

Poiché le sfighe ci perseguitano sin dall'inizio della stagione, dobbiamo subito annotare: 1) che Morabito si rompe dopo pochi minuti lasciando il posto a un pescatore di balene finlandese che mangia chewing-gum 2) che i padroni di casa passano in vantaggio in maniera assolutamente casuale, a seguito di una serie collettiva di errori della nostra difesa, Rafael su tutti. 3) che l'arbitro, in completo rosso fosforescente, o ha problemi di vista perché la pioggia gli ha appannato le lenti a contatto, oppure li ha di personalità visto che nel primo tempo giustizia solo i nostri interventi fallosi con ammonizioni e nella ripresa restituisce a schiovere il maltolto. Ma il Verona non molla e continua con il suo gioco un po' affannoso e un po' problematico. Da Silva si mangia il pareggio davanti al portiere e poi inganna tutti i tifosi con una bellissima punizione a fil di palo; ci provano anche Cossu, Vigna e Altinier con ipotesi di conclusioni. L'unico appunto che muovo al gioco dei gialloblu nel primo tempo è la scarsa profondità degli esterni. Sarri lo capisce benissimo e nella ripresa scatena Cossu a sinistra e Vigna a destra. La Pro Sesto, schiacciata nella propria metà campo, è sul punto di soccombere da un momento all'altro. Però la sfiga è tignosa come la pioggia e allora: 4) Corrent si fa intelligentemente espellere per doppia ammonizione 5) Sibilano centra il palo di testa dopo uno splendido avvitamento. Pur in inferiorità numerica (segno questo che Corrent non ha giocato neppure quando era in campo) il Verona non molla un metro e la Pro Sesto comincia ad assaporare 3 punti fondamentali per la classifica. Fuori Gonnella (problemi fisici) e Altinier (distrutto dalla fatica) entrano Garzon e Morante per l'assalto finale. All'ennesimo tentativo, è uno spunto esaltante Vigna – Comazzi sulla fascia destra per la testa dura di Da Silva a mettere fine alle contese e a dare un po' di giustizia a una gara disastrosa per le avversità che si sono accumulate.

È vero, dovevamo vincere. Però, c'è da ammettere che non basta una settimana di ritiro e 6 nuovi acquisti per sconfiggere la negatività. Anche l'anno scorso, il nuovo Verona di Ventura giocò a Napoli alla pari ma perse su rigore per colpa di un'ingenuità difensiva di Magliocchetti e di alcuni errori in attacco. Questa volta, almeno abbiamo portato via un punto.Lo hanno capito benissimo i giocatori che, distrutti dalla fatica, si sono accomiatati dal campo applaudendo lo spettacolare supporto del tifo gialloblu e sono andati ad abbracciare Da Silva, il più scombinato degli attaccanti della storia del Verona. Tanto scombinato da sembrare oggi persino un giocatore di pallone.

LE PAGELLE

1. Rafael: pur con l'attenuante di un'indecisione di alcuni difensori, la regola vuole che ogni pallone nell'area piccola deve essere suo. Si è scusato subito per il gol subito con i compagni di squadra e con noi tifosi al termine della gara. Fatto sta che abbiamo corso il rischio di perdere la partita per questa ingenuità. Per il resto, ordinaria amministrazione. Voto: 5 che saprà sicuramente recuperare sin dalla prossima partita

2 .Comazzi: la buona notizia è che adesso gioca terzino destro. Ogni tanto commette ancora qualche fallo inutile, però lo spunto sulla fascia nell'occasione del pareggio è stato davvero bello. Voto: 6 perché ha la sensibilità tattica di un palo di ghisa, ma non molla proprio mai.

3. Sibilano: è tornato ad essere il guerriero dell'anno scorso: cattivo e impietoso. Se entrava l'incornata che ha colpito il palo, forse l'Hellas aveva ancora tempo necessario per vincere la partita. Ma va bene lo stesso. Voto: 6,5

4. Gonnella: ha preso in mano la difesa intervenendo con mestiere in alcune occasioni anche se non mi è apparso troppo lucido nell'occasione del gol subito. È dovuto uscire anzitempo per il riacutizzarsi di un guaio muscolare che lo ha infastidito giovedì e venerdì. Voto: 6 per l'esperienza. Tutto un programma alcune sue battute sul mister e sulla salvezza.

18. Morante: se Altinier è un attaccante, questo è un camionista che gioca a pallone solo per buttare giù i chili in soprappeso. Pensare che sia riuscito a fare 18 gol l'anno scorso, vuol dire ammettere che esiste un sosia a questo mondo e che solo un tordo come Cannella ha potuto confonderli. Voto: 5 di stima

5. Piocelle: me ne avevano parlato molto bene ma è andato oltre ogni migliore aspettativa. Arroccato nella linea di metà campo è stato una fonte di gioco inesauribile. Sembrava che avesse sempre giocato in questa squadra. Avevamo bisogno di un leader di centrocampo? Tranquilli, lo abbiamo trovato. Voto: 7

6. Morabito: schierato subito sulla linea a 4, stava cominciando bene con alcuni fraseggi con Cossu e Piocelle, poi quello sciagurato infortunio. Voto: ingiudicabile. Vista l'assenza di mancini decenti, speriamo che recuperi presto o che Galli ne porti uno nuovo.

14. Hurme: non è un giocatore di pallone. Anche drogandosi non può mai arrivare alla sufficienza piena. Un'altra perla di Cannella. Voto: 5,5 perché ha corso (a vanvera) tutta la partita e perché ha avuto la fortuna di non avere avversari decenti contro.

7. Vigna: ha 2 differenze sostanziali rispetto a Ferrarese: 1) non si crede una star 2) pur essendo piccoletto, le prende e le dà di santa ragione. E se gli lasci spazio, ti infila in velocità. Per i vecioti come me, ricorda Trevisanello. Voto: 6,5 ma se entrava quel pallone in scivolata, era 1 punto in più in pagella

8. Corrent: qualcuno sostiene che è difficile essere profeta in patria. È vero. Però questo, soffocato dalla personalità di Piocelle, lo abbiamo visto solo in occasione dei due interventi che hanno causato l'ammonizione. Isterico come una prima donna messa da parte, come si è permesso di lasciare la squadra in 10 in quel momento delicato della partita? Voto: 4, anzi 5 perché non giocherà contro il Sassuolo.

9. Altinier: ha fatto un lavoro incredibile di pressing, ha cercato lo scambio con Da Silva, si è sempre fatto trovare come punto di riferimento. Se riesce anche a segnare, abbiamo trovato il centravanti di cui avevamo bisogno. Voto: 6,5

13. Garzon: è entrato in un momento difficile della partita e ha cercato di supportare il centrocampo. Voto: 6 di stima, perché ho bisogno di vederlo in altre occasioni per capire se è solo un lottatore o ha anche un po' di stile.

10. DaSilva: un compagno di squadra, a fine gara, ha detto che lui – quando vuole – è un giocatore importante. E questo aumenta il nostro rammarico per la sua incredibile discontinuità caratteriale. Sarri lo ha messo a giocare dietro la punta, come Ventura l'anno scorso. Da Silva è andato su tutti i palloni possibili della tre quarti gialloblu aprendoli sulle fasce oppure cercando Altinier. Parliamoci chiaro: quando prende la palla sembra sempre sul punto di perderla e nel primo tempo ha mangiato un gol fatto tirando in bocca all'incredulo Moreau; però c'è da dire che non ha mollato mai, ha sfiorato la marcatura con una bellissima punizione e ha realizzato un gol stupendo, al termine di un'azione in velocità. Meritava davvero di segnare oggi. Per questo, al fischio finale, i giocatori sono andati tutti ad abbracciarlo e per uno scettico nei suoi riguardi come me, vuol dire molto anche in prospettiva salvezza. Voto: 7,5

11. Cossu: ha trotterellato per tutto il primo tempo sulla fascia sinistra cercando una sola volta la sovrapposizione con Hurme e sbagliando quasi tutti i calci piazzati. Nella ripresa ha avuto due spunti pregevoli mettendo in mezzo palloni molto invitanti, ma poi è letteralmente sparito per la stanchezza e il Verona ha giocato l'ultima mezzora solo sulla corsia opposta. Voto: 6 perché si è fatto fare la foto con i bambini e ho notato che, in altezza, potrebbe benissimo essere un compagno di classe di Edoardo.

Mister Sarri: ha dato personalità alla squadra, un gioco gradevole e ha rimesso in sesto la componente atletica. Il Verona, signori, ha corso 90 minuti interi su un campo molto pesante e contro un avversario che non faceva giocare. Adesso abbiamo posizioni in campo chiare e punti di riferimento in ogni reparto. Tutti i giocatori intervistati hanno avuto parole di elogio per lui sia per la sua capacità di tenere insieme il gruppo, che per la meticolosità con cui affronta ogni situazione tattica. Voto: 8 perché in una settimana ha dato dignità a un'armata brancaleone.

Hellastory, 13/01/2008

IL VERONA E' UN ASSET


Ogni passaggio di proprietà rappresenta per il tifoso la chiusura di un'epoca. Si perdono i riferimenti emotivi, si aprono nuove speranze, si teme sempre un po' anche per la competenza dei nuovi arrivati. Poi c'è il giudizio storico della (lunga) parentesi settiana definito dai suoi risultati sportivi, dalla permanenza in serie A, dallo spettacolo calcistico offerto (in termini di giocatori che lo hanno espresso e dei tecnici che lo hanno preparato), dall'immagine complessiva che ha ritratto il Verona sotto il suo comando. In tutto questo c'è soprattutto una stagione aperta e una salvezza da conquistare. Insomma, all'assalto del tifoso convergono tutta una marea di sensazioni nuove che eccitano ancora di più lo stato d'animo. Più una, alla quale non eravamo abituati: il passaggio da una proprietà individuale ad un fondo di investimento americano (private equity). Mettiamo subito in chiaro un punto: ogni passaggio di proprietà, a prescindere da quello che accadrà in seguito, è sempre un'ottima notizia. È sufficiente realizzare da una parte che il vecchio ha alzato bandiera bianca di fronte alla gestione del quotidiano, sempre più difficile da sostenere, e alla difficoltà di assicurare un futuro in linea con gli anni passati, soprattutto in un periodo economico caratterizzato dall'aumento dei costi e stressato dal Covid prima e dagli alti tassi di interesse poi. Dall'altra, il nuovo arriva con la certezza di fare bene portando con sé nuove risorse, entusiasmo e voglia di fare. Uscire al momento giusto poi aiuta tutti, tifosi compresi.

[continua]

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