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HELLAS VERONA / Canone Inverso

ECCO DUNQUE IL VERONA!


ECCO DUNQUE IL VERONA!

La gara con la Sampdoria è stata, per molti versi, la più importante dall'inizio del campionato. Innanzitutto, perché giocata finalmente a mercato chiuso, bocce ferme e testa sgombra. In secondo luogo, contro un avversario simile a noi, reduce da un periodo difficile, ma capace sia di fermare Juventus e Lazio che di precipitare a Salerno (esattamente come noi con Napoli e ad Empoli nel primo tempo). In terzo luogo, perché la Sampdoria è un po' la nostra bestia nera al Bentegodi e in particolare il suo tecnico, Giampaolo, imbattuto a Verona e capace di batterci 2 volte (con Empoli e Milan) e pareggiare 2 volte sempre con la Samp. Perdere oggi sarebbe stato decisivo per il morale perché avrebbe confermato che il momento difficile non era stato superato. Ma anche un pareggio, prima di due difficili trasferte da affrontare prima della pausa, non avrebbe fornito indicazioni positive. In campo, nella prima mezzora, si è vista una squadra organizzata (i doriani) con attaccanti temibili che potevano far male da un momento all'altro e una che faticava a prendere le misure (noi), difficoltà di palleggio e solo qualche lancio lungo. Poi, una volta sbloccata la situazione con grande caparbietà, è cambiato tutto e ho temuto fino all'ultimo la beffa del pareggio visto il dominio assoluto gialloblù nella ripresa. Bene, dunque, è stato finalmente rotto il ghiaccio. Ora comincia davvero il campionato e con la carica dei 3 punti conquistati riusciamo perfino a leggere con maggiore leggerezza i difficili mesi di luglio e agosto che abbiamo passato.

Eh già perché ci si sono messi di impegno Setti, Marroccu e Cioffi (in stretto ordine di responsabilità) per aggiungere tensione e incertezza all'ansia naturale, commettendo errori su errori, molti dei quali francamente evitabili. Setti, che aveva parlato tanto e inutilmente tra aprile e giugno, non ha mai chiarito né sulle voci di un eventuale passaggio di proprietà, né blindato in maniera definitiva alcuni giocatori importanti (Tameze e Ilic) dopo l'emorragia di talenti venduti qua e là. Nel frattempo, ha risolto il discorso relativo alla multiproprietà (scadenza prorogata al 2028-29 + cessione del 50% delle quote del Mantova), ma il resto è ancora tutto in piedi. Marroccu ha commesso grossolani errori di comunicazione che hanno definitivamente cancellato la sua credibilità, prima con l'elenco fasullo degli incedibili, poi con i problemi fisici di Barak già venduto alla Fiorentina. Per non parlare della vicenda Lazovic - OM, figlio di una brutta figura collettiva. Proprio perché non conosce l'ambiente veronese era sufficiente rispondere onestamente, cioè che non era in grado di definire l'elenco dei giocatori irrinunciabili e che i ritardi in uscita di Simeone e Barak (venduti anche male, secondo me) avrebbero potuto costringere la società a mettere in atto nuove strategie di mercato. Ad essere onesti con i tifosi ci si guadagna sempre. Cioffi infine ha impiegato 45 giorni e preso 15 gol (con la vergognosa uscita di Coppa in casa con il Bari) per accettare il fatto che il Verona di Juric e Tudor è abituato a difendere alto e in maniera aggressiva. Neppure Di Francesco, in maniera altrettanto presuntuosa, lo aveva accettato ed è durato solo 3 giornate di Campionato. Cioffi invece si è ripreso, ha parlato con la squadra e, mettendo furbamente giovani contro vecchi, è riuscito a salvare la panchina e accontentare tutti.

Ora è più facile parlare del Verona. Si possono persino affrontare temi di tattica. Come, ad esempio, l'idea di lanciare definitivamente Doig sulla fascia sinistra liberando Lazovic dietro alle punte e al suo estro è tanto brillante quanto servita sul piatto d'argento con il recupero fisico del biondissimo scozzese. Ma anche Coppola dietro, Terracciano sulla fascia e Kallon davanti sono risultati così clamorosi che testimoniano dietro un lavoro non solo tecnico ma anche motivazionale del nostro nuovo mister. Bene, dunque, avanti così!

Che squadra è uscita fuori dopo il mercato?

Premettendo che il confronto avrà un esito definitivo solo a fine stagione e che questo sarà un campionato imprevedibile perché diviso in 2 parti, separate da un Mondiale e destinato ad arrivare fino a giugno, alcuni accoppiamenti di ruolo in entrata e uscita appaiono già ben definiti. Pertanto, almeno sulla carta, la rivoluzione gialloblù dovrebbe aver individuato: Hien al posto di Casale, Cabal di Sutalo, Henry di Simeone, Kallon di Cancellieri, Verdi di Caprari e Hrustic di Barak. Ma c'è un plus rispetto al passato: i giovani. Doig (che sarebbe poi il sostituto di Frabotta, o forse meglio di Dimarco), Terracciano, Coppola, Cortinovis e Piccoli. Non sono in grado di comprendere oggi quello che uscirà fuori ma è importante affrontare questa lunghissima stagione con una panchina lunga per poter gestire al meglio cali di forma, infortuni, stanchezza post Mondiale (per chi ha la fortuna di partecipare), mercato di gennaio.

Il bel successo con la Sampdoria, oltre a rompere molti incantesimi libera la mente in ottica delle prossime trasferte di Roma (Lazio) e Firenze. Ci andiamo con un po' più fiducia nei nostri mezzi e nell'allenatore. Sapendo che non abbiamo nulla da perdere e che ogni occasione che riusciremo a cogliere aumenterà la nostra consapevolezza. Tra quindici giorni, quindi, nuovo check alla scoperta del nuovo Verona in attesa di conferme. Se possibile.

Massimo

Colonna sonora: This Happy Madness, AC Jobin e F Sinatra.

Hellastory, 05/09/2022
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IL VERONA E' UN ASSET


Ogni passaggio di proprietà rappresenta per il tifoso la chiusura di un'epoca. Si perdono i riferimenti emotivi, si aprono nuove speranze, si teme sempre un po' anche per la competenza dei nuovi arrivati. Poi c'è il giudizio storico della (lunga) parentesi settiana definito dai suoi risultati sportivi, dalla permanenza in serie A, dallo spettacolo calcistico offerto (in termini di giocatori che lo hanno espresso e dei tecnici che lo hanno preparato), dall'immagine complessiva che ha ritratto il Verona sotto il suo comando. In tutto questo c'è soprattutto una stagione aperta e una salvezza da conquistare. Insomma, all'assalto del tifoso convergono tutta una marea di sensazioni nuove che eccitano ancora di più lo stato d'animo. Più una, alla quale non eravamo abituati: il passaggio da una proprietà individuale ad un fondo di investimento americano (private equity). Mettiamo subito in chiaro un punto: ogni passaggio di proprietà, a prescindere da quello che accadrà in seguito, è sempre un'ottima notizia. È sufficiente realizzare da una parte che il vecchio ha alzato bandiera bianca di fronte alla gestione del quotidiano, sempre più difficile da sostenere, e alla difficoltà di assicurare un futuro in linea con gli anni passati, soprattutto in un periodo economico caratterizzato dall'aumento dei costi e stressato dal Covid prima e dagli alti tassi di interesse poi. Dall'altra, il nuovo arriva con la certezza di fare bene portando con sé nuove risorse, entusiasmo e voglia di fare. Uscire al momento giusto poi aiuta tutti, tifosi compresi.

[continua]

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