IL CAMMINO DELL’HELLAS VERONA NELLA COPPA U.E.F.A. 1983-1984

 

Il Verona entra in Europa, ufficialmente, il 15 giugno 1983, alla fine della combattutissima semifinale di Coppa Italia contro il Torino. L’Hellas espugna Torino conquistando l’accesso alla doppia finale contro la Juventus. Non è ancora dato di sapere se i gialloblu debutteranno in Coppa U.e.f.a. o in Coppa della Coppe, ma è certo che la Verona calcistica uscirà, per la prima volta nella sua lunga storia, dai confini italiani. In virtù della sconfitta contro la Juve in finale di Coppa Italia, la truppa di Bagnoli disputerà la Coppa U.e.f.a.

Il Verona è una matricola, e quindi dovrà pescare il proprio avversario tra le teste di serie, dove ci sono squadre del calibro di Real Madrid, Aston Villa, Anderlecht, Nottingham Forrest, Celtic Glasgow, Werder Brema, Bayern Monaco e Stella Rossa Belgrado. Sarà proprio quest’ultima la prima avversaria dell’Hellas. Si tratta ne più ne meno della "Juventus jugoslava", pluridecorata in patria (13 scudetti e 9 coppe di Jugoslavia) e con una notevole esperienza in Europa: 12 partecipazioni alla Coppa dei Campioni (2 volte semifinalista), 8 alla Coppa delle Fiere / U.e.f.a. (una finale persa nel 1978-79 contro il Borussia M.) e 4 alla Coppa delle Coppe (una semifinale) per un totale di 124 partite! Oltre ad una rosa competitiva, la "Crvena Zvezda" può contare sul fattore campo: il "Maracanà" di Belgrado dispone di 90.000 posti, sempre occupati da un pubblico caldissimo

Sotto una foto del tifo gialloblu, numerosissimo sia al Bentegodi che nelle trasferte a Belgrado e a Graz.

Non è il Maracanà, ma il Bentegodi che si appresta a celebrare l’evento europeo è un catino incadescente, che trasuda tifo ed amore per la squadra gialloblu. È il 14 settembre 1983 e la domenica precedente, alla prima di campionato, il Verona aveva fatto le prove generali passando come un rullo compressore sulla malcapitata Lazio: 4-2 per i gialloblu il risultato finale.

 

La serata del mercoledì di Coppe è ancora tiepida, quasi estiva. Il Bentegodi è brulicante di ansia ma anche di ottimismo, nonostante l’indisponibilità di Iorio che costringe Bagnoli ad inserire in attacco il giovanissimo Rebonato. Le squadre entrano in campo e lo stadio si accende. Il Verona gioca in completa tenuta gialla, la Stella Rossa con la tradizionale casacca a righe verticali bianco-rosse (che assomigliano molto a quelle del Vicenza…). Bastano pochi minuti per cacciare via l’emozione e i gialloblu cominciano a premere grazie ad un Fanna superlativo. Al 19’ Galderisi si destreggia in un paio di dribbling ravvicinati in area: viene steso ed è rigore. Pierino sistema il pallone sul dischetto, proprio sotto la curva sud, e con freddezza trasforma il penalty. Il Verona continua a premere, crea parecchie occasioni da gol, ma Rebonato, pur con tutta la buona volontà, non riesce ad essere incisivo. Bagnoli capisce che si può incrementare il vantaggio e a un quarto d’ora dalla fine butta nella mischia anche Jordan. Il risultato però non cambia. La stampa elogia il Verona, autore di una grande prestazione, ma viene sottolineato il fatto che un solo gol di vantaggio non basta ad affrontare con tranquillità la trasferta di Belgrado.

 

 

Ecco come il Guerin Sportivo presenta la prima eurosfida dell'Hellas, contra la Stella Rossa.

 

Il 28 settembre a Belgrado non è certo estate, ma il clima all’interno del "Maracanà" è incandescente: non si vedono posti liberi e le tribune sembrano un unico, impressionante, muro umano. La presenza veronese, seppur quantificabile in qualche centinaio di tifosi, risulta sparuta in mezzo a tanta folla, ma le bandiere gialloblu riescono comunque a levarsi: è la prima trasferta europea dell’Hellas. Per chi è rimasto a casa risulta anche piuttosto singolare il fatto di poter vedere il Verona in diretta TV, ma in molti, per l’occasione, abbassano il volume e accendono i "microfoni gialloblu di Radio Adige" con l’intenzione di godersi le immagini della partita commentate dall’inconfondibile voce di Roberto Puliero.

Inizia la partita e la Stella Rossa non sembra neanche lontana parente della squadra vista al Bentegodi. I padroni di casa, spinti da un tifo assordante, pareggiano i conti al 16’, su calcio di rigore. Il vantaggio dell’Hellas è già andato in fumo e la partita è praticamente ancora tutta da giocare. Sembra che la Stella Rossa debba fare un sol boccone della matricola scaligera, ma di minuto in minuto i gialloblu crescono e poco dopo la mezzora Sacchetti pareggia con un destro da fuori di rara precisione, di collo pieno, che si insacca alle spalle dell’incolpevole portiere di casa. È un gol importantissimo perché la Stella Rossa, se vuole passare il turno, adesso deve vincere per 3-1. I padroni di casa spingono, ma in maniera disordinata, supportati dal pubblico e dalla volontà più che dagli schemi e dal gioco di squadra. Il Verona soffre ma riesce sempre a controbattere, dimostrando un grande equilibrio in campo e una perfetta organizzazione di gioco. Al 58’ però i padroni di casa vanno di nuovo in vantaggio e hanno ancora mezzora per segnare il gol della qualificazione. Sulle ali dell’entusiasmo i biancorossi si buttano avanti e vengono castigati: al 65’, concludendo una classica azione di contropiede, Galderisi segna il gol del 2-2. È la rete che di fatto vale la qualificazione, tanto più che i padroni di casa si fanno prendere dal nervosismo e rimangono in 10 per l’espulsione di Bankovic. A pochi minuti dal termine, ancora Galderisi, con una splendida azione personale coronata da un perfetto pallonetto, mette la ciliegina sulla torta: non solo qualificazione, ma anche vittoria al Maracanà di Belgrado! Sul Verona si catapulta l’attenzione della stampa europea e Galderisi vola in testa alla classifica del "Bravo 84".

Si freme per il secondo turno e quando dall’urna di Ginevra esce il semisconosciuto Sturm Graz ("sturm" in tedesco vuol dire tempesta), i tifosi sono soddisfatti. Le cose però, stavolta, non andranno come previsto. Il Verona deve giocare ancora una volta la prima partita in casa, e ancora una volta il Bentegodi si colora di gialloblu.

Sotto una foto dello Sturm Graz 1983/84

 

È il 19 ottobre 1983. Lo Sturm Graz fa sicuramente meno paura della Stella Rossa, ma al contrario degli slavi non snobba affatto il Verona presentandosi all’appuntamento armato di concentrazione e di uno schieramento tattico frutto di un attenta analisi degli avversari. Si può dire, col senno di poi, che la sfida tra le due squadre dura solo 45 minuti: il primo tempo della gara di andata. Il Verona infatti va in vantaggio al 13’ con Fanna ma, forse sottovalutando gli avversari, commette qualche ingenuità di troppo e si fa infilare per ben due volte al 18’ e al 26’. Prendere due gol in casa, nelle coppe europee, è un handicap pesantissimo. Il Verona tenta di raccapezzarsi ma è stordito, e anche un po’ troppo nervoso: sul finire del tempo Marangon si fa cacciare. Sembra proprio la fine e invece, proprio al 45’, Galderisi segna il gol del 2-2. Nella ripresa, nonostante l’inferiorità numerica, il Verona si avvicina al gol, ma rischia anche di subire la terza rete. Finirà con un pareggio che per per gli austriaci vale oro: nel ritorno, infatti, il Verona dovrà per forza vincere o pareggiare almeno 3-3 per passare il turno. Per quanto visto sul campo lo Sturm Graz è una squadra solida, ben messa tatticamente, molto accorta in difesa e in grado di giocare bene di rimessa. Un risultato positivo in Carinzia è sicuramente alla portata dei gialloblu, ma è chiaro che il pronostico, visto il risultato dell’andata, è favorevole ai bianconeri di casa. 

La trasferta di Graz è completamente diversa da quella di Belgrado. I tanti veronesi che valicano le alpi per seguire il Verona non trovano certo una capitale, ma una grossa cittadina che sembra uscita della cartoline. Lo stadio è piccolissimo, neanche da confrontare con il Maracanà di Belgrado e gli spettatori di casa spesso si fanno sovrastare dai cori veronesi.

Il biglietto di Sturm Graz-Verona

È il 2 novembre 1983, una brutta data non solo per la ricorrenza, ma anche perché il Verona, nonostante una gara tutto sommato buona, non riuscirà a passare il turno. I padroni di casa si chiudono bene in difesa, cercando di giocare di rimessa. Alla fine le occasioni migliori le avrà il Verona, ma la partita si chiuderà sullo 0-0.

L’avventura europea finisce lì. L’Hellas paga quei 2 gol presi in soli 10 minuti, all’andata, da un avversario che era sicuramente alla portata della truppa di Bagnoli; paga soprattutto l’inesperienza. Resta l’amaro in bocca perché si esce dalla coppa imbattuti.

Comunque il Verona in campionato vola, e si pensa già alla prossima avventura europea che però non sarà l’anno dopo, e non sarà nemmeno in U.e.f.a.: il Verona tornerà in Europa dalla porta principale nell’edizione 1985-’86 della Coppa dei Campioni, ma questa è un’altra storia.