Dal "Guerin Sportivo" del 15 - 21 dicembre 1982

IL VERONA / NON È PIÙ UNA SORPRESA

Coi gol di Penzo, il samba di Dirceu, Garella che non va più a farfalle e il gioiello Tricella, è diventata una squadra inossidabile.

L'ITALSIDER DI BAGNOLI

Di Mimmo Carratelli

IL GLOBETROTTER è diventato Romeo; la squadra fa la parte di Giulietta, incantevole, lassù, sul verone del secondo posto in classifica. Ed ecco i due nuovi amanti di Verona: Josè Guimares Dirceu, trent'anni, e la squadra gialloblù, ottant'anni nel 1983. Dirceu, brasiliano di Curitiba, nel calcio da tredici anni, cinquanta partite nella Nazionale del samba, un'Olimpiade e tre Campionati del Mondo nel suo favoloso curriculum, ha giocato in Brasile, Messico, Portogallo, Francia e Spagna. Doveva andare alla Roma, è finito al Verona. Dal Colosseo all'Arena. A Verona erano tutti innamorati di Guidolin di Castelfranco Veneto, vent'anni, un talento sicuro, movenze carioca. Per lui stravedeva l'Osvaldo Bagnoli, milanese, specialista in promozioni, fronte alta, naso dignitoso. Guidolin o Dirceu? Vince il Brasile: arriva l'uomo di Curitiba, quattrocento milioni per una stagione.

ANIMA CARIOCA. Bagnoli era patriotticamente perplesso. Dirceu si annunciò così: "Sono cinque volte meglio di Zico. Santana ai Mondiali mi ha boicottato". Ora il Verona vola, Dirceu è la sua stella splendente. Per non montarsi la testa, attorno all'Arena parlano di salvezza. Però sono al secondo posto e il Verona è la squadra più regolare dietro la grande Roma. Dirceu è la sua anima carioca. Allegro, felice, disponibile. Segnò un memorabile gol a Zoff in Argentina. Ma arrivando in Italia ha detto: "Il vostro calcio è il migliore. Avete fatto diventare grande Falcao". Un brasiliano che non si sente il re del mondo ed è già il re di Verona. Subìti due smacchi all'inizio, dall'Inter in casa e dalla Roma all'Olimpico (un "furto" non dimenticato), il Verona ha preso a correre dalla terza giornata battendo la Juve con Fanna e Tricella, migliore in campo José Guimares Dirceu davanti ai super-assi bianconeri. Due soli gol meno della Juve, una rivelazione (Penzo, l'irresistibile apache) tra i cannonieri, il gioiello- Tricella, recuperi e rilanci alla grande, come Guidetti risorto da un menisco e Spinosi rinato in Veneto, Sacchetti e Di Gennaro scarti della Fiorentina che fanno i fenomeni al nuovo "Bentegodi", Garella che vola ma lascia ormai perdere le farfalle: il Verona è una sorpresa consolidata. Domenico Penzo di Chioggia (Venezia) è il suo cannoniere, ventinove anni, mica un bambino, cento gol in carriera un po' dappertutto, Borgosesia, Romulea, Roma (un'apparizione), Piacenza, Benevento, Bari, Monza, Brescia; Dirceu è il suo profeta. Due globetrotter, Penzo e Dirceu, che si incontrano. Ne è nato il Verona inossidabile che tutti ormai chiamano l'Italsider di Bagnoli.