Dal "Guerin Sportivo" n. 1 del 5-11 gennaio 1983 IL VERONA / L’allenatore OSVALDO BAGNOLI. Ecco chi è Osvaldo Bagnoli, un milanese che giocò nel grande Milan di Liedholm e Schiaffino e che è diventato il tecnico specialista in promozioni con un solo segreto… L’ANTIMAGO DELLA BOVISA di Gianfranco Civolani - Mago della Bovisa, le suona bene questa etichetta? "Bovisa sì, ma mago mai. Se cominciamo così, sai che bella chiacchierata". - Cominciamo dalla Bovisa... "Sì, va bene. Sono nato a Milano Bovisa, mio padre lavorava come operaio alla Fargas, non avevamo soldi, ma il pane c'era e c'era anche il companatico. lo ho fatto le medie, poi ho studiato da ceramista e da meccanico e intanto tiravo calci nel prato e sognavo i campioni, Valentino Mazzola e quelli del Milan e dell'Inter, sognavo un giorno...". - La bella favola, il sogno si avvera... "Sì, magnifica favola... Vado al Milan e, dai e dai, un bel giorno gioco in prima squadra e gioco dieci partite e lei tenga presente com'era quel Milan. Le dico solo la prima linea, ecco: Soerensen, Ricagni, Nordhal, Schiaffino e Frignani; e Liedholm mediano, faccia lei. Dopodiché non potevo arrabbiarmi se succede che mi danno via e vado a Verona, Udine, Catanzaro, Ferrara e poi Verbania e, a Verbania, il mio allenatore è Pippo Marchioro di Milano Affori e abbiamo la stessa età. Anzi, io sono più vecchio di un anno, ma lui è il capo e lui mi ha insegnato le cose giuste" - La panca, mi racconti della prima volta. "A Solbiate, bell'esperienza. Nell'intervallo di una partita il presidente viene in spogliatoio e dice che la squadra dovrebbe giocare così e cosà. lo gli dico che si gioca come vuole l’allenatore, che poi ero io, e lui mi risponde che il presidente però può cacciar via l'allenatore e, insomma, prima esperienza e primo esonero". - Dopo però... "Dopo, però, retrocedo con il Corno perché mi tirano su dalla "Primavera" e mi affidano un Como moribondo. " - In quel Como moribondo c'era un certo Paolino non ancora Pablito... "Sì, è vero. C'era Rossi Renzo che giocava e c'era Rossi Paolo da Prato. Ma aveva qualche guaio, era un grissino e, più di fargli fare qualche piccola fetta di gara, io non potevo proprio". - Bagnoli, quando comincia l'irresistibile ascesa? "Uei, calma, che parole grandi... Sto ancora al Como un anno e vado via liscio, poi sono a Rimini e faccio benino. E quella che lei chiama ascesa comincia a Fano perché lì e, poi, a Cesena e, poi, a Verona, faccio tre promozioni in cinque anni e divento, beh, come dite voi, divento qualcuno". - Fortuna e bravura in che misura? "La fortuna di avere giocatori bravi in squadra, le garantisco che è la pura verità". - Dicono che il suo segreto sia nessun segreto. "Ecco, questo si che è giusto. lo parlo poco, ma tento di dire le cose giuste nel momento giusto. E, d'altra parte, cosa dovrei inventare? La zona mista la fanno un po' tutti, sul fuorigioco bisogna andarci molto piano e anche il pressing non è poi una gran trovata... lo qui, al Verona, ho avuto la fortuna che mi hanno preso la gente giusta, gente che aveva sete di rivincite e per questo facciamo risultati. Forse anche perché stiamo bene insieme, chi lo sa". - Ma è vero che lei vuole restare al Verona una vita? "Bugie. Oltretutto non sono così tonto da non saper com'è la vita. Sei un drago se vinci e sei il più gran somaro del mondo se perdi. E quindi noi allenatori siamo tutti precari... E poi mi piacerebbe vedere magari cosa saprei fare in un'Inter o in un Milan, così per curiosità". - Ma allora, la faccenda di sua figlia... "Anche qui facciamola breve e diciamo la verità come l'è. Mia figlia ha sedici anni, è non vedente, ma è già abbastanza autosufficiente e non rappresenterebbe certo per me un impedimento a muovermi. Che poi mia moglie sia di Verona e che io a Verona ci viva benissimo è altrettanto vero, ma mi piace chiarire le cose". - So di una sua dichiarazione che suona così: mi basta che nella mia squadra il terzino faccia il terzino e il mediano il mediano... "Sì, e la mezz'ala la mezz'ala, e l'ala l'ala, e il goleador il goleador. Sì, l'ho detto e lo ripeto. Tutto il resto è letteratura". - Lei in casa com'è? "Mi sblocco un po', ma perché è casa mia". - Altri interessi oltre al pallone? "Le cose più banali della vita quotidiana". - Le piace la politica? "Non mi interessa proprio". - E dunque quando vota come fa? "Ho poche idee, ma chiare. Mi ritengo un progressista e mi fermo qui". - I suoi maestri nel tirar pedate? "Schiaffino, e gli altri a chilometri di distanza". - E i maestri in panca? "Ho avuto tanti allenatori, ma faccio due nomi: Arcari quando ero un ragazzo e poi Pippo Marchioro. Si, insisto su questo nome" - Cosa pensa degli allenatori che recitano certi ruoli? "Ognuno può recitare come vuole". - Lei invece... "Se io recitassi, dopo non potrei più sopportarmi". - Bagnoli, questo Verona cosa vuole? "Vuole salvarsi...". - Per favore, non recitiamo... "Vuole salvarsi e poi magari arrivare fra le prime sei. Se noi battiamo quel record dei ventotto punti, il record del Verona di Garonzi e Valcareggi, eh, sarebbe sempre battere un record... E allora andiamo a caccia di gloria sapendo chi siamo e non sapendo dove possiamo andare. " - E Dirceu? "Dirceu cosa?" - Adesso le piace? "Mi piaceva anche prima, ma io non posso accettare tutti i giocatori a scatola chiusa. Ho detto a Dirceu che mi doveva giocare in altro modo. Lui è molto intelligente e ha capito subito e adesso viaggiamo tutti felici e contenti." - Bagnoli, lei com'era da giocatore? "Lei cosa dice?". - Bravin, stessa classe trentacinque, annata d'oro, quella di Sivori e Suarez... "Lasci perdere, ero abbastanza bravo, ma lasci perdere Sivori". - E adesso com'è l'allenatore Bagnoli? "Lasci perdere, sono uno che allena e basta. " LA SCHEDA OSVALDO BAGNOLI nasce a Milano (quartiere Bovisa) Ii 3 luglio del 1935, gioca nel Milan e poi nel Verona, Udinese, Catanzaro, Spal e Verbania. Debutta come allenatore a Solbiate nel '73, fa tre stagioni a Como e poi un anno a Rimini, uno a Fano (promozione in C1), due a Cesena (promozione in A) e anche a Verona, al primo anno, fa salire in A la squadra. Bagnoli ha moglie (di Verona) e due figlie. Nella sua carriera di tecnico è stato esonerato una sola volta, al debutto a Solbiate. |